< Il grido della rosa di  Alice Basso (Garzanti)

Qui di seguito le recensioni di IlGridoDellaRosa raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Rievocazione storica concreta nell’ambientazioni e in molti dettagli che compongono l’universo narrativo storico. In alcuni punti l’eccessiva "indipendenza" ed "emancipazione" della protagonista della storia a tratti risulta poco credibile.
I personaggi e l’andamento del racconto invoglia alla lettura e ti trascina nella Torino degli anni 30.

Alessandro Vito Milazzo

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é un testo che si legge con facilità, ma forse anche troppa. In alcuni punti l’ho trovato un po’ banale, soprattutto nel linguaggio dei personaggi e nei pensieri degli stessi.
I personaggi non protagonisti sono un po’ dei tipi, non evolvono, non particolarmente interessanti.

Maddalena Avesani

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Dopo aver letto il primo capitolo della saga di Anita Bo, "Il morso della Vipera", ho molto apprezzato anche questo secondo volume. Alice Basso ha costruito una protagonista dal carattere incisivo, che conquista per simpatia e forza, accompagnata da amici, familiari e spasimanti altrettanto affabili.
Il nucleo narrativo legato al giallo da risolvere si intreccia con uno spaccato storico ben costruito, che può dare al lettore un’ampia prospettiva sul fascismo e sulla sua incidenza nel mondo editoriale. La lettura costituisce spesso per me un frammento di evasione e spensieratezza: questo romanzo trascinante mi ha entusiasmato e divertito, come un’uscita con un buon amico.

Erica Doninelli

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Il libro è ambientato a Torino nei primi anni del fascismo.
L’autore mette in evidenza, pur non condividendolo, il ruolo secondario della donna nella società dell’epoca e l’importanza dell’appartenenza al fascio ed al modo di vedere di esso. L’autore riesce a disegnare bene l’epoca in cui è ambientata questa storia e lascia l’amaro in bocca il finale in cui i cattivi prevalgono sui buoni.

Enza Azzarone

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Del libro di Alice Basso ho apprezzato subito la leggerezza e l’elemento mistery che mi hanno spinto a proseguire la lettura. La storia sembra svolgersi al di sopra del contesto storico che è tutt’altro che semplice, mentre in Italia domina il fascismo, le vicende di Anita e degli altri personaggi si sviluppano planando dall’alto, senza macigni, pur descrivendo sottilmente tutti gli aspetti caratteristici del periodo. Le donne sono protagoniste, centrali e forti nella storia, la loro libertà e la loro energia sempre un passo avanti. È il libro che ho preferito di più tra i due letti … ritroverò Anita? Spero di sì!

Angela Fontana

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Stimolante. Un libro in cui il contesto storico e culturale gioca un ruolo da protagonista; il regime fascista foggia la vita della popolazione torinese ma tra la massa si contraddistingue per la sua caparbietà una fervente lettrice. Anita, dattilografa, rimanda il matrimonio pur di lavorare e immergersi sistematicamente tra le pagine dei suoi gialli prediletti, dove regnano libertà e uguaglianza e ogni donna ha tutte le carte in tavola per poter vivere la propria vita in autonomia e indipendenza. I temi trattati stimolano la riflessione, guidano il lettore verso un percorso all’insegna del pensiero critico e sottolineano il ruolo fondamentale che i libri ricoprono nel gioco della vita.

Anita Candita

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Una storia avvincente, di facile lettura. Alice Basso ci prende per mano e ci porta indietro nel tempo, Torino 1935, con la freschezza dello sguardo della protagonista Anita, ci descrive la condizione delle donne in pieno fascismo e dell’emancipazione femminile negata , attraverso una storia tinta giallo che vede come vittima una ragazza madre sordomuta, ultima degli ultimi.

Claudia Minutoli