< Il nodo magico di  Cristina Dell’Acqua (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di IlNodoMagico raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

* * *

 

Riscopriamo con questo libro le donne che hanno un ruolo fondamenale nell’Odissea e l’importanza dei legami, i "nodi", che a volte sono magici perché invece di legare ci liberano, come radici che ci ancorano al suolo e ci permettono di crescere e affronatare le sfide dei viaggi con cui la vita ci costringe a confrontarci.
Arete, Circe, Calipso, Penelope, Anticlea e Atena sono le figure femminili che accompagnano Ulisse nel suo viaggio e lo aiutano a crescere e trovare la sua strada verso casa.
Un testo godibile anche senza una preparazione specifica e che invoglia ad approfondire la conoscenza dell’opera di Omero.

Gaia Mondini

* * *

 

“Errò dopo che ebbe distrutto la rocca sacra di Troia; di molti uomini le città vide e conobbe la mente, molti dolori patì in cuore sul mare, lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi”.
Inizia così l’epos omerico oggetto di questo interessante saggio vergato dalla professoressa Cristina Dell’Acqua ed incentrato sulla mitologica figura dell’eroe per eccellenza, Ulisse, imbarcatosi nella titanica impresa di rientrare ad Itaca, sua terra natia, dopo aver combattuto per dieci anni alla guerra di Troia. Il viaggio di Ulisse o Odisseo, in greco, è infatti disseminato di episodi mitologici che mettono alla prova il suo protagonista nel corso di altri dieci lunghi anni ed è costituito da dodici tappe. Il rientro a casa dell’eroe, che delinea perfettamente il mito del nostos, cioè del ritorno, diventa il fulcro del poema omerico. Durante tutti questi anni, nonostante la protezione della dea Atena di cui ha sempre beneficiato, Ulisse si è imbattuto in molteplici ed eterocliti personaggi al soldo delle bizze degli dei che ne ostacolano il rientro a casa da sua moglie Penelope e da suo figlio Telemaco, costringendolo a sciogliere quei nodi talvolta fisici, ma soprattutto spirituali, con i quali la vita ci obbliga a confrontarci. Sono nodi affettivi che ci uniscono ai nostri cari, nodi con i nostri defunti che continuano, però, a stringere un legame con ognuno di noi, nodi con le nostre radici, quelle che durante l’età della giovinezza vogliamo recidere, ma che in età senile desideriamo invece ritrovare.
Quando Ulisse si para dinanzi alla sua sposa Penelope, oramai non più giovane, non solo non viene riconosciuto, ma viene messo alla prova attraverso lo svelamento di un segreto di cui solo lui era l’unico custode, a testimonianza del legame indissolubile che univa i due coniugi.
Il nodo magico che lega Ulisse e Calipso, invece, è complesso e colorato, espressione di un legame libero, fatto di eros, magia, libertà. Il nodo con Penelope è, invece, il legame, la casa, la terra natia, la stanzialità.
“Il nodo magico” è un libro nostalgico per tutti gli amanti delle letteratura greca che non siedono più tra i banchi di scuola e che desiderano riscoprire il mito di Odisseo attraverso una nuova veste, sicuramente meno eroica, ma più autentica e cioè quella dei legami.

TIZIANA TOMAI

* * *

 

Una (ri)lettura dell’Odissea che fa luce sul potere maieutico degli incontri e delle relazioni che ne conseguono.
Sebbene in alcuni tratti sia eccessivamente evidente lo scopo educativo dell’opera che rischia di penalizzare lo spirito creativo del lettore, è un’opera che offre numerosi motivi di riflessione e solletica "punti di vista" interessanti.

Marilena Vicentini

* * *

 

"Il nodo magico" fa gustare il sapore lontano e nostalgico di certe lezioni di letteratura particolarmente ispirate.
La Dell’Acqua compie un’operazione di raffinata intelligenza. Ulisse e il lettore sono posti sullo stesso piano, accomunati dall’inesauribile desiderio di conoscere e conoscersi. La via privilegiata per questa conoscenza è quella della memoria: solo ricordando, e raccontando, Ulisse coglie la ragione del proprio stare al mondo; anche il lettore, attraversando la propria memoria culturale fatta di miti e bellezza, è condotto a scoprire un ulteriore parte di sé.
Perciò, visto con una prospettiva generale, il libro risponde all’interrogativo sul ‘valore’ del classico per l’uomo contemporaneo. L’autrice fa rivivere la musicalità e la forza semantica della parola poetica greca, e, moltiplicando i racconti mitici (attingendo a molte fonti antiche), mette in mostra la capacità immersiva del classico, che penetra nel cuore della realtà squadernando sentimenti, turbamenti e dolori tanto antichi quanto moderni.

Giovanni Ramirez

* * *

 

Un saggio che potremmo definire un viaggio nel viaggio: Cristina Dell’Acqua ci prende per mano e ci fa fare un pezzo di strada con Ulisse, esplorando quei “legami che ci rendono liberi”. Si tratta dei ‘nodi’ che nella nostra vita si formano e si sciolgono ad indicare il continuo divenire delle nostre relazioni con il mondo. Protagoniste sono le donne che Ulisse incontra nel suo peregrinare, Nausicaa nell’Isola dei Feaci, Circe a Eea, Calipso a Ogigia. E ancora molte altre donne le incontrerà nell’Ade, il Regno dei Morti, che la stessa Circe lo aiuta a raggiungere. Lì rivede anche, senza poterla abbracciare, sua madre. Un libro che ci fa innamorare di nuovo (o per la prima volta) di Ulisse e di Omero, che spinge a cercare tra gli scaffali in alto della libreria la vecchia copia scolastica dell’Odissea e riaprirla, perché, ci dice l’autrice, lì c’è scritto molto della nostra vita di oggi.

Alessandro Cappelletti

* * *

 

Mi è piaciuto moltissimo: ben scritto, scorrevole, avvincente. L’ho letto tutto d’un fiato: che meraviglia.

Mariella Carrara

* * *

 

Il libro su Ulisse si focalizza sulle donne protagoniste nell’Odissea, forse anche in omaggio allo spirito del tempo. Notoriamente le interpretazioni di un’opera come l’Odissea sono molto variegate e molte di esse rivelano più il loro autore che non quello che avrebbe ricavato un greco antico. In ogni caso è stata una piacevole lettura e mi è sembrato più innovativo dell’altro.

* * *

 

Il nodo magico mi è piaciuto di più perché narra il viaggio di Ulisse attraverso l’incontro di donne speciali che lo aiutano a ritrovare la strada di casa (e di se stesso)

Roberto Scanagatta

* * *

 

Ho iniziato a leggere questo libro con molta cautela, perchè ho temuto fin dalle prime pagine di imbattermi per l’ennesima volta in una noiosa rilettura dell’Odissea. Premesso che considero l’Odissea, al pari della Divina Commedia, un capolavoro sacro e intoccabile, ho voluto liberarmi dai miei pregiudizi e lasciarmi andare per poter apprezzare al meglio l’idea del valore dei legami e degli incontri, proposta dall’autrice che mi ha affacinata e convinta.

Oriana Beneduce

* * *

 

Banale, noioso

Caterina Lenzini

* * *

 

Ho apprezzato molto anche questo libro. Mi ha permesso di rispolverare l’Odissea nella prospettiva dell’autrice. L’autrice usa un linguaggio adatto a tutti e il libro scorre piacevolmente. Naturalmente chi ha una conoscenza più profonda dell’argomento può apprezzare anche degli aspetti che a me sfuggono, senza nulla togliere al piacere della lettura.

Cristina Marchesan

* * *

 

Una piacevole lezione senza sbavature con un linguaggio piano e lineare. Il nodo dei libro sono i nodi della vita, gli intrecci. L’autrice ha pensato di trovare l’origine e la possibilità di scioglierli in un uno dei testi chiavi della letteratura, alle origini della letteratura. Questo mi è piaciuto: si è sempre cercato di leggere la psiche dell’uomo.

Alessandra Barone

* * *

 

Il breve saggio intende analizzare i rapporti che Ulisse ha intessuto, durante il suo viaggio verso Itaca, con le varie e dissimili figure femminili che popolano l’Odissea. Attraverso i legami con Circe, Calipso, Nausicaa, Anticlea e Penelope, Ulisse si riappropria di se stesso: sono relazioni intrise di libertà e solo mediante tali nodi può ridefinire la propria esistenza.
Il viaggio narrativo in cui l’autrice ci accompagna è intenso, non mancano neppure i rimandi alla contemporaneità, ma al contempo lineare e ben centrato sull’argomento. Consigliato anche a chi non conosce la poesia omerica.

Elisa Rizzo

* * *

 

Inaffrontabile dai non iniziati al greco, anche se sinceramente interessati ad aprire lo sguardo su quel mondo affascinante.

* * *

 

Possono i legami rendere liberi? Nel mondo intricato dei sentimenti, nella più complicata geometria che esista, nello scrigno che ognuno di noi possiede in cui sedimenta il proprio vissuto, libero è chi appartiene a qualcuno, a qualcosa o ad un posto per cui valga la pena di tornare. Il  nodo come essenza di un legame profondo: questo viene fuori dalle parole di Cristina Dell’Acqua, capace di fare appassionare ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, al ritorno per eccellenza. Ritorno costruito da Ulisse sui nodi dell’amore, dell’amicizia, dell’ospitalità del dolore della nostalgia perché si è stati, si è  e si diventa, solo attraverso le proprie relazioni.  Molti sono i nodi fatti e disfatti da Ulisse nel suo lungo viaggio, tutti nodi che mostrano le donne viste da Omero, cieco per tradizione ma capace di leggerle con introspezione, passando dalla solarità di Nausicaa, alla seduttività di Calypso, all’autonomia di Circe e alla risolutezza di un Penelope a cui tornare: esistono davvero "porti per i quali vale la pena aver sofferto il mal di mare".

Cesarina Marzulli