< Il pescatore di Lenin di  Lorenzo Beccati (Oligo)

Qui di seguito le recensioni di IlPescatoreDiLenin raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Vacanza a Capri del rivoluzionario Lenin: merita di essere letto per la meravigliosa e accurata descrizione di Capri, ma troppo, davvero troppo leggero per essere un romanzo storico. L’autore ha preferito una storia più folcloristica per tutti, piuttosto che una ricerca storica per pochi.
una scelta commerciale?

Marina Di Napoli

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E’ il 1908 e a Capri sbarca un uomo piccolo di statura, con baffi e pizzetto, e una bombetta sulla testa. Si tratta di Vladimir Lenin, rivoluzionario russo che in seguito fu noto al mondo per la rivoluzione russa. La ragione di questo viaggio risiede in un gruppo di dissidenti russi che hanno fondato sull’isola una Scuola per formare i futuri dirigenti russi. Sull’isola Lenin incontra Antò, o’ muto, un pescatore. Tra i due nasce un rapporto di rispetto e vera amicizia. I due si proteggono e affrontano situazioni difficili, spalleggiandosi a vicenda. La cura che riservano l’uno all’altro, con dignità e un fondo di timidezza ed orgoglio è emozionante. Interessanti gli spunti storici e gli aneddoti a colorire la vicenda.

Erica Barbieri

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Libro interessante, che coniuga in maniera appropriata eventi storici e fantasia. Stile di scrittura leggermente lento, ma storia ben ambientata e ben descritta. Finale ben congegnato e capace di suscitare emozione. Libro molto apprezzato.

Pasquale Scapicchio

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"Il pescatore di Lenin" è un libro che di base ha un’occasione perduta e di cui francamente non ho capito il senso e nemmeno la finalità. La storia si svolge a Capri dove Lenin si è recato per riposare ed il suo incontro/rapporto con un pescatore del posto. L’uno che cerca di mantenere la calma, più pensante e silenzioso in contrasto col pescatore più combattivo e reazionario: quasi un gioco a parti invertite. Il fatto che il testo abbia delle parti realmente accadute ed altre di pura invenzione non ne cambia l’esito deludente: un linguaggio troppo banale per una figura storica come Lenin e di fatto nessun elemento che possa chiarirci dei dubbi o alimentare qualche curiosità.

Fabrizia Testatonda

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Affascina e stupisce fin dalle prime pagine per i dialoghi muti dovuti da una parte dall’ostacolo linguistico e dall’altra da una disabilità, da un intercalare ripetuto che acquisisce vari significati e che può dar luogo a fraintendimenti e da una lingua muta che invece riesce a comprenderle – nel senso di capire e di avere insite, tutte. Da una parte il rivoluzionario Lenin e dall’altra Antò il pescatore muto, ed è proprio nei dialoghi tra i due, tra comprensioni e incomprensioni che più e in miglior modo sono espresse le passioni, gli ideali, i sacrifici e le decisioni talvolta drammatiche per raggiungerli, fino alla fatale incomprensione finale: “Antò sommò la visione dei russi in fermento, gli strilli delle persone in fuga, la presenza della polizia ed esultò. Finalmente il momento era arrivato. Rivolgendosi a Lenin, abbassò e alzò il mento in un continuo «sì» in cerca di approvazione. Frastornato da ciò che aveva intorno, non capendo bene, il capo dei bolscevichi rispose con un gesto affermativo”. Lenin si accorge troppo tardi di aver commesso un errore, Antò ha già preso la sua decisione. Il “no” del rivoluzionario non raggiunge il pescatore e tra quella affermazione incosciente e la negazione ritardata, inizia e finisce la rivoluzione di Capri: “La rivoluzione disperata di un solo uomo”. Tra il Lenin e Antò, è il pescatore che mantiene le promesse: “Un uomo di parola, lui che di parole non ne ha”. In una tensione e curiosità crescente, il vecchio al quale è stato fatto recapitare il libro e di conseguenza il lettore percepiscono che: “il libro che è lì per dirgli qualcosa d’importante”, che tra quei dialoghi, c’è qualcosa che ancora non è stato compreso e più avanti il vecchio: “Facendo scorrere le pagine col pollice, valuta di averne lette oltre la metà e se ne dispiace. Che ne sarà di lui una volta finito il libro?” e che ne sarà del lettore? Lo scopo del viaggio a Capri di Lenin – chiudere la scuola per dirigenti di partito e quindi un luogo di conoscenza, si contrappone allo scopo – sconosciuto al vecchio e anche al lettore fino alla conclusione del viaggio e della lettura di conoscere qualcuno della famiglia. Ancora in un dialogo muto tra il vecchio e una donna avviene la comprensione totale: “«…non ho mai sentito la tua voce». Il vecchio l’accontenta e muove le mani davanti al volto nel linguaggio dei muti. Maria non ne comprende il significato, ma non importa. Sono le parole più belle della sua vita e le gonfiano il cuore stanco”.

Federica Gonnelli

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"Ripensò a come aveva fatto la vita a portarlo fino a lì, a prendere decisioni irrevocabili per il bene futuro di uomini e donne che neppure conosceva. E se avesse fallito? O, peggio, se si stesse sbagliando?"
Qui, nel libro, si parla di Lenin. Ma potrebbe applicarsi anche al suo successore (e non solo).

Gabriele Sorrenti

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Romanzo interessante che unisce la realtà storica con fatti puramente inventati.
È una cosa che apprezzo molto, mi piace questa idea di mescolare la Storia con l’immaginazione. Un libro fresco e ben scritto che seppur alla lontana mi ha ricordato i romanzi scritti dai Wu Ming dove il punto di partenza sono fatti storici abbinati alla fantasia degli scrittori che così facendo creano un universo ricco di infinite possibilità.

Francesca Cossu

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Ho apprezzato la sensibilità con cui sono stati descritti Lenin e Antò, le loro peculiarità, i loro gesti, i loro pensieri. La trama scorre lentamente, ma questo mi ha permesso di assaporare anche i paesaggi soleggiati, i momenti di gioco, la pesca... Ottima la contrapposizione tra i due protagonisti, inizialmente inaspettata.

Isabel Anahi Arias

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Castano Primo “Biblioteca comunale”
coordinato da Paola Lauritano e Maria Rosa Gambacorta
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“Il pescatore di Lenin” riprende un soggetto più volte affrontato (Pinardi e Sangiuliano) sul soggiorno a Capri del leader bolscevico descritto come intento a debellare i rivali mentre si gode i lussi di una vacanza in compagnia dell’amante e coltiva una strana amicizia con un pescatore muto che, credendo nell’insurrezione, muore per un equivoco. Molti gli stereotipi su cibo, sole, musica e tarantella. Poco credibile la vicenda del libro ricevuto in Australia da n discendente, anch’esso muto, del pescatore.

Lucia Garavaglia