< Il portavoce di  Rocco Casalino (Piemme)

Qui di seguito le recensioni di IlPortavoce raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Ho trovato il libro di difficile collocazione quanto al genere e ai modelli di riferimenti letterari che lo hanno ispirato. C’ è un po’ di tutto in questa storia di miseria e riscatto, di mortificazione e di presunzione, in cui la rabbia per il destino originario continua ad amareggiare il successo dei traguardi raggiunti. Gran parte della narrazione appare sopra le righe, in linea con il personaggio che l’autore è andato costruendosi e che si impone facendo ombra alla autenticità della persona, per cui si ha l’impressione di assistere ad una recita esistenziale più che allo scorrere di una biografia. Ma forse proprio in questo sta la paradossale sincerità di questa esperienza che trova la sua ragion d’essere nel convincere gli altri non solo del valore del suo protagonista, ma addirittura della sua superiorità, etica in primis, quando apparentemente non esita a sconfinare nella brutalità per affermare l’autenticità durezza di sentimenti non convenzionali. Il libro mi sembra una gigantesca operazione manipolatoria del lettore, a partire dal titolo che nell’utilizzo riduttivo del termine ufficiale rivela invece la sua vera presunzione di essere in realtà il king maker, e non del solo Conte. In definitiva ho trovato il libro un utile e divertente specchio dei tempi e della nostra politica patinata e di plastica dove vince chi può contare sul marketing migliore e sul miglior artefice di un packaging accattivante

Rita Turrini

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L’autore cerca di auto referenziarsi con un libro in cui racconta il meglio della sua vita mostrando al mondo la sua sensibilità, la sua cultura, la sua volontà di emergere, eccetera. Non trattandosi però dell’autobiografia di Mandela o di Martin Luther King o di qualsivoglia personalità di spessore, ti chiedi: “Ma a che serve?”. Non c’è dubbio che le sue qualità di giornalista e di portavoce gli abbiano consentito di confezionare un prodotto agile e ben scritto, ma mi chiedo se volesse spianare la strada per una qualche candidatura. Chissà! Ma non credo ci sarà la fila per acquistare questo libro.

Francesco Pintus

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Parto dal concetto che riuscire a scrivere una autobiografia ben fatta e che non suoni eccessivamente autoreferenziata è difficilissimo anche per chi è uno scrittore di professione. Questa autobiografia mi ha lasciato un gusto dolce amaro, con una punta in più del secondo. Da una parte mi ha incuriosito la storia di questo personaggio dalle molte sfaccettature che rivendica giustamente l’importanza di non limitarsi a giudicare qualcuno da esperienze o scelte del passato ma dalla globalità del suo modo di vivere ed essere e dalla sua competenza lavorativa. Dall’altra il racconto ha una serie di chiaro scuri che a volte rendono diversi passaggi stucchevoli e fastidiosi nel modo di essere presentati. La scrittura è estremamente semplice, a tratti banale e sciatta, cosa che mi è pesata molto.

Marta Di Mario

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Libro noioso fino all’interruzione in pagina 32. Sa di resoconto televisivo che cerca di colpire con i dettagli della vita politica dell’autore.

Juan Felipe Bermejo Rubio