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Basato principalmente sulla vicenda giudiziaria di Julian Assange (l’autrice lo ha incontrato più volte ed ha collaborato con Wikileaks), l’ho trovato troppo lungo e poco avvincente, con diverse ripetizioni di vicende e concetti; un lavoro di editing avrebbe giovato.Saro’ vecchio ma il personaggio Assange e il giornalismo basato sull’hackeraggio di dati non mi convince, mi sembra legato a tendenze populiste e complottiste.
Paolo Tamagnone
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Ho trovato la lettura di questo saggio molto interessante.
Avevo letto e sentito notizie su Assange nel corso degli anni, ma leggere la ricostruzione minuziosamente dettagliata di Stefania Maurizi mi ha fatto capire quanto fosse sbagliata la mia percezione sugli eventi.
Durante la lettura mi sono ritrovata spesso a chiedermi come le cose messe in luce da Assange e dalla sua organizzazione non abbiano avuto un maggior impatto sulla comunità tutta, le barbarie ed i soprusi di quello che pensiamo sia un mondo democratico e libero, ma che in realtà si rivela peggio di una qualsiasi dittatura.
Credo che sia un bellissimo lavoro di ricerca giornalistica assolutamente da leggere.
Angela Corvino
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Trovo che Il Potere Segreto sia un libro sorprendente. Tante notizie che si credono di conoscere su Wikileaks vengono qui confermate o smontate con prove circostanziate, e la sorpresa deriva sicuramente dal fatto che la realtà supera di gran lunga qualsiasi sceneggiatura di spy story. Ci si sente impotenti e inermi di fronte ai governi manipolatori, invadenti e bugiardi: sostenere il giornalismo vero e coraggioso deve diventare una priorità. Libro bellissimo.
Cosetta Fossà
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Ne "Il potere segreto" la giornalista d’inchiesta Stefania Maurizi scrive con cognizione di causa sulla vicenda umana e giudiziaria di Julian Assange essendo stata una collaboratrice di Wikileaks ed essere riuscita ad instaurare un rapporto fiduciario con il suo sfuggente fondatore.
Andando oltre il personale giudizio sulla tempistica di pubblicazione o l’origine di alcuni documenti (ad esempio l’Emailgate che probabilmente costò la presidenza ad Hillary Clinton), si attende proprio in queste ore, siamo al 19 maggio 2022, la conferma o meno dell’estradizione di Assange negli Usa da parte della Home Secretary Priti Patel. Se venisse realmente estradato, verrà giudicato per 18 capi d’imputazione e rischia fino a 175 anni di carcere, ma questo non si ripercuoterà solo sulla vita dell’uomo e dei suoi cari, ma su giornalisti e possibili whistleblower che in giro per il mondo capiranno l’antifona: non si scherza con il governo americano. In democrazia non si uccidono i giornalisti scomodi, ma li si può silenziare annullandoli psicologicamente e privandoli della libertà per aver lavato in pubblico i panni delle guerre sporche in Afghanistan e Iraq. Se Assange uscirà di scena, la rete di Wikileaks non verrà annientata, anzi potrebbe uscirne più forte nella speranza che continuerà a dar voce ai Manning e agli Snowden che verranno.
Lavinia Gulí
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La mia preferenza relativa va al libro: Il potere segreto, di Stefania Maurizi, Chiarelettere, 2021, nelle parole di Ken Loach: È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia. (…) Grazie ad Assange e alla sua organizzazione, abbiamo conosciuto l’orrore di crimini di guerra come quelli documentati nel video Collateral Murder o quelli commessi dai contractor americani, per esempio a Nisour Square, a Baghdad, dove nel 2007 furono sterminati quattordici civili, tra cui due bambini, e altre diciassette persone furono ferite. Negli ultimi giorni del suo mandato presidenziale Trump ha graziato gli assassini di quel massacro, ma si è assicurato che Assange rimanesse in prigione. (…) Al cuore di questa storia c’è il prezzo terribile pagato da un uomo, trattato con estrema crudeltà per aver messo a nudo un potere che non risponde a nessuno, nascosto da un’apparenza di democrazia. Si tratta dunque di un esempio di giornalismo indipendente e coraggioso che narra la vicenda del fondatore di Wikileaks. Per oltre dieci anni l’autrice del libro ha lavorato attivamente, viaggiando in tre continenti ricorrendo alla legge per ottenere diritti e informazioni sul caso di Giulian Assange. Vittima, come dimostra abbondantemente nel libro, del potere segreto, ovvero il livello più alto del potere che non può e non deve subire attacchi che ne possono mettere in dubbio la supremazia. La colpa di Assange è quella di aver reso pubbliche informazioni più o meno segrete che dimostrano la colpevolezza della Cia, della Nsa, del Pentagono, ecc., il complesso industriale e militare, macchiatosi di gravi crimini nei confronti di cittadini inermi e inconsapevoli. Il libro è scritto molto bene e consente al lettore di avere contezza delle fonti ed ha il merito di tirare le fila spesso, in modo da cogliere il cuore di vicende intrecciate e complesse dipanatasi negli ultimi due decenni del nuovo secolo.
Guglielmo Corna (pseudonimo di Geremia Capano.
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Sapevo della vicenda Assange, ma averla letta e quindi conosciuta attraverso una ricerca dal vivo e così ricca di trame, particolari, e testimonianze mi è piaciuto.
Giuseppe magaletti
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Il potere segreto è un saggio di nicchia, almeno dal punto di vista dell’argomento: non amavo molto la tematica e dunque anche la lettura è diventata più faticosa.
Eleonora Nocita
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Il potere segreto non mi fatto solo arrabbiare mi ha creato sgomento, ancora più dopo il verdetto di questi giorni da parte della corte inglese e la scarsa reazione dei suoi collegi giornalisti di tutto il mondo. Se ci sarà l’estradizione e per lui l’ergastolo Il mondo si scorderà di lui. Incaraggio la lettura di questo libro e spero che sia distribuito nel maggiore numero di biblioteche.
Ornella Milanesi