< Il respiro degli angeli. Vita fragile e libera di Antonio Vivaldi di  Emanuela Fontana (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di IlRespiroDegliAngeli raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

All’inizio non mi aveva entusiasmato. Poi la ricostruzione quasi affettuosa di questo compositore misterioso mi ha affascinato e devo dire che ho scoperto molte cose che non conoscevo e neanche immaginavo di lui. Mi ha commosso profondamente la sua miseria materiale contrapposta al suo spirito indomito e il rapporto con la figlia

Paola Paganelli

* * *

 

Libro molto appassionante. Ti trasporta nella vita del grande compositore e te la fa amare.

Fabiana Semeraro

* * *

 

La narrazione è a volte lenta e faticosa, si sofferma su particolari poco interessanti, ma in generale la storia attrae per il contesto storico, per i protagonisti ben delineati, per i riferimenti musicali, che non possono lasciare indifferenti coloro che amano la musica.

Mariangela Colamaria

* * *

 

Coinvolgente, intenso.

Tiziana Ripa

* * *

 

Il libro è il racconto della vita romanzata del grande compositore Antonio Vivaldi da quando era bambino fino alla sua morte avvenuta nel 1741 a Vienna.Tanti sono i pregi di questo romanzo a cominciare dal verismo descrittivo della magica atmosfera settecentesca nelle tre città protagoniste della vita di Vivaldi:Venezia,Mantova,Vienna.Lo stile dell’autrice è morbido e lieve come una piuma,la stessa piuma che il piccolo Toni regalava alle persone che incontrava sul suo cammino. C’e un profondo lirismo nel descrivere il rimo incontro di Vivaldi con Anna Girò,sua allieva,famoso contralto che ha cantato tutte le opere del copositore veneziano e che ha avuto profondi sentimenti se non amore verso Vivaldi.Altro grosso merito dell’autrice è quello di far conoscere al lettore lo spirito libero del "prete rosso",come appellato per il colore dei capelli; e tutto questo con una scarsa documentazione sulle vicende terrene di A.Vivaldi.

Francesco Genovesi

* * *

 

Ancor prima di leggere i libri propendevo per questo. Dell’autore avevo già letto i libri ambientati a Firenze, la mia città, e conoscevo già il personaggio del capitano Arcieri, che è presente anche come amico del commissario Bordelli nei libri di Marco Vichi. Devo dire che averlo letto adesso, anziché al momento della pubblicazione, me l’ha fatto apprezzare ancora di più. Riflessioni e dialoghi sulla guerra (pag 124 e seg e pag 193 e seg) sono attualissimi e si potrebbero sentire in un talk show alla tv o leggere sul giornale di oggi riferiti all’Ucraina. Evidentemente le ragioni che muovono le guerre sono diverse ma gli effetti sono gli stessi. Tornando al libro, e alla scelta che dovettero fare tanti italiani in quel momento (fra parentesi è il compleanno della regina Elisabetta e tanti si chiedono come mai sia ancora così benvoluta, forse non sanno o non ricordano che la sua famiglia rimase sotto le bombe, mentre la nostra famiglia reale non solo scappò ma lasciò gli italiani allo sbando) io ho 75 anni finiti ed ho conosciuto diverse persone che mi hanno raccontato le loro esperienze. Mio padre no, non raccontava niente della guerra, solo che per fortuna non gli era toccato di uccidere e che, con una febbre altissima per essersi bagnato nelle acque gelide di un fiume, era stato portato in salvo a spalla da un commilitone durante la ritirata in Albania. Per una pleurite era stato ricoverato per mesi in un ospedale militare ad Ancona e non aveva dovuto fare “la scelta”. Ricordo che a me bambina, questi discorsi mi lasciavano perplessa, mi sembravano poco patriottici, perché sui libri di scuola c’erano ancora tanti racconti di eroismi, tipo libro Cuore, ma mio padre mi fece capire che negli eserciti di entrambe le parti ci sono tanti che non vorrebbero uccidere babbi di altri bambini, vanno alla guerra perché sono costretti, invece dovrebbero essere i capi di stato a mettersi d’accordo senza fare la guerra. Leonardo Gori oltre ad essere fedele cronista dei fatti storici, ci fa proprio entrare in quei fatti, capire come si dovevano sentire i protagonisti, e vedere anche i luoghi. E ci sembra anche di conoscere personalmente l’integerrimo capitano Arcieri con il suo carattere forte e leale, che cerca in tutti i modi di salvare la sua dignità, deluso e umiliato dal comportamento delle istituzioni

Carla Focardi

* * *

 

Parla di un periodo triste e faticoso della vita di Antonio Vivaldi musicista veneziano vissuto nel “700”. Il libro non mi è piaciuto, l’ho trovato prolisso, noioso con troppi specifici riferimenti musicali quasi da addetti ai lavori. La narrazione si svolge su più piani temporali ed è quindi faticosa da seguire, in più la descrizione della miseria e dell’affannosa ricerca di denaro da parte del compositore e le molte inutili divagazioni rendono la lettura poco scorrevole e piacevole

Fabiana Novembre

* * *

 

Interessante la rappresentazione del musicista tormentato dal bisogno di tradurre in musica le percezioni della realtà della sua sensibilità .
Singolare il rapporto col bambino sveglio e precoce,pronto a sfruttare ogni momento a proprio vantaggio,ma nel contempo attento ai bisogni dell’adulto.Bella la capacità descrittiva
della natura,,a volte un po spiazzante il salto di tempo e situazioni