< Il sangue e il colore del mare. di  Vanni Ronsisvalle (LaNaveDiTeseo)

Qui di seguito le recensioni di IlSangueEIlColoreDelMare raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Vanni Ronsisvalle suscita l’interesse del lettore sin dalle prime pagine, iniziando lo sguardo di questo all’apparizione crescente dei personaggi con una brevissima descrizione degli stessi.
Il sangue e il colore del mare dà adito al XVI secolo e ad uno dei suoi avvenimenti più rilevanti: la battaglia di Lepanto, scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571 e che vide due delle più grandi potenze dell’epoca schierate contro: l’impero Ottomano e la Lega Santa.
Quello stesso progetto di supremazia cristiana, tanto agognato da Carlo V e condotto da quel suo “bastardo con tre denti sin dalla nascita”, viene delineato dall’autore il quale ci meraviglia tanto con una scrittura incisiva, spumeggiante e priva di mezzi termini quanto con una narrazione che all’occorrenza estrae un personaggio che viene sviscerato nel corso della descrizione degli avvenimenti.
Senz’altro di ottima compagnia per coloro che vogliono arricchirsi di saggistica storica con un pizzico di ironia colorata.

Aurora Maglione

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Gradevole e scorrevole, fornisce indicazioni del periodo storico con fantasia e aneddoti divertenti.

Chiara Vigone

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Difficile, per quanto mi riguarda, recensire il libro di Vanni Ronsivalle.
Lettura non facile:non sempre possibile collegare gli avvenimenti narrati; si ha l’impressione che questi non siano narrati con un’esposizione ordinata.
Ho avuto l’impressione che sia un romanzo per il quale non basti una sola lettura, ma necessiti di una più accurata rilettura, magari con un pò più di tempo a disposizione. Sempre che susciti una certa curiosità!

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Un racconto tra il serio e il faceto di vicende che avvicinano molto personaggi storici altissimi, come Carlo V, alla realtà di tutti i giorni e di tutti noi. Colorato, divertente, realistico. I libri de "La nave di Teseo" non sono mai banali!

Chiara Barzizza

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Un feuilleton para storico, lievemente pruriginoso, decisamente pasticciato. Storicamente non ha basi, letterariamente non incontra completamente il mio gusto.

Stefania Coco Scalisi

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Nell’approcciarmi a questo testo mi sono subito resa conto che non risponde alle caratteristiche di un saggio ma sarebbe più opportuno venisse collocato nella categoria del romanzo storico.
La lettura è risultata fin dalle primissime pagine molto faticosa e rallentata dallo stile narrativo, a mio avviso, eccessivamente ampolloso, ridondante a talvolta ripetitivo. L’utilizzo di periodi estremamente lunghi e ricchi di incisi dissuade il lettore dal continuare la lettura. Un vero peccato, in quanto il periodo storico scelto e la trama del romanzo sarebbero stati piuttosto interessanti.

E.P.

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Libro complicato.Bello, ma complicato. Complicato non da leggere, ma da digerire. Visto che l’autore non disdegna un certo tipo di linguaggio mi permetto di dire che questo libro non l’ha scritto, bensì lo ha vomitato. Aveva davvero necessità di buttare in mare un turbinio di pensieri, fatti e situazioni. Tanti personaggi, tanta storia, tanti dettagli che come galere in mare aperto seguono una rotta precisa ma con ondeggiamenti continui. Una lettura divertente e intrigante con giusta suspense e poco pudore.

Alessio Pietrolungo

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Leggendo "Il sangue e il colore del mare" di Vanni Ronsisvalle è stato facile immergersi negli odori, nei colori e anche nei suoni dell’epoca storica che fa da sfondo alle vicende dei personaggi storici narrati,
primo fra tutti l’imperatore Carlo V, suo figlio Giovanni d’Austria e tantissimi altri. La citazione ad inizio libro di Patrick Brydone sull’importanza e allo stesso tempo la difficoltà dello scrittore e di impadronirsi dell’immaginazione del lettore sembra un obiettivo quantomeno raggiunto dall’autore.
Le scene e le storie si susseguono con un ritmo vorticoso e leggere è stato un inebriarsi di colori e sensazioni che solo la vista delle tele dei grandi pittori del 500’ e 600’ riescono a trasmettere. Infine leggendo mi sono chiesta dove si collocasse veramente l’io narrante perchè dai fugaci rimandi alla nostra contemporaneità mi sono immaginata il narratore come un documentarista e a volte invece come un cronista dell’epoca che narra fatti da poco accaduti.

Elena Trambusti