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"Il secondo libro" si presenta come una sorta di metalibro: uno scrittore non riesce a lavorare al suo secondo romanzo e nel frattempo si segna degli spunti di vario genere su un diario, che finirà per diventare esso stesso la nuova opera. Gli appunti sono un misto di memorie, bilanci giornalieri, lettere che scambia con una sua vicina di casa, vicende di cronaca nera (di cui è appassionato) e resoconti dei suoi disturbi mentali. È un uomo profondamente attratto dal degrado, rabbioso e affascinato dalla violenza. I personaggi sono la parte meglio riuscita dell’opera, credibili, interessanti e con una precisa personalità, ma purtroppo oltre a questo sembra mancare sostanza. Più che un secondo libro sembra l’abbozzo di qualcosa e poco più.
Letizia Paolini
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Ho letto il libro con il sottofondo di una playlist anni 80 a prevalenza Battiato e ho fatto bene. Ecco, lui scrive così. Mi ricorda uno stile che riconosco, un antiromanzo privo di trama costruito sugli sketch che illuminano una strada che si percorre senza conoscere la destinazione. Questo libro infila citazioni a cannocchiale: dal linguaggio mutuato della prima traduzione del Giovane Holden in italiano, al libro di John Barth scanzonato e ilare, fino all’inconcludenza di Tristam Shandy, paladino del genere, passando per tutta la cultura metropolitana degli anni novanta, senza il graffio di Tondelli, pur con misurata nonchalance. La poesia dell’elenco telefonico. Può succedere
Maria Antonia Grasso
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Romanzo scorrevole ma da la sensazione di non decollare mai.
Martina Calini
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Non è stato facile leggerlo perché troppi nomi e troppi elenchi in una Roma ricca di personaggi tragicomici. Su tutto aleggia lo spettro di John Fante. Ma non basta.
Chiara Dell’Acqua
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Il motto è la mancanza di idee per scrivere, la sindrome o il panico della pagina bianca. Il vuoto è ancora pieno di riferimenti letterari e immaginari. Tra Fante e Bukowski, presente forse solo per me, un breve ma ricco resoconto di una solitudine mascherata.
Renata Mele
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La mancanza di ispirazione per scrivere un secondo libro porta l’autore a scrivere un diario pieno di tutto quello che gli capita nella vita di tutti i giorni: ritagli di giornali , ricordi , vicine di casa, personaggi conosciuti e no si alternano nelle pagine del libro, é forse proprio per questo marasma di informazioni che si susseguono senza alcun nesso che il libro si lascia leggere e scivola via con simpatia.
Antonio Brina
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Ho fatto fatica ad immedesimarmi nel problema della pagina bianca da riempire del protagonista che, come dice il titolo, vorrebbe scrivere un secondo libro ma è a corto di ispirazione e la cerca peregrinando per le vie di Roma e ricordando episodi del passato.
Scritto in maniera scorrevole ma poco coinvolgente.
Liuba Del Carlo