< Il secondo principio di  Marco Malvaldi (IlMulino)

Qui di seguito le recensioni di IlSecondoPrincipio raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Abbastanza scorrevole, di piacevole lettura

ROMANO BARALDI

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È possibile rendere la fisica "divertente"? Sì. È possibile scrivere un libro sul secondo principio della termodinamica con ironia e fare in modo che si legga con piacere? Sì e Malvaldi ci riesce perfettamente.

Agata Badiali

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Molto interessante e ben strutturato nella ricostruzione storica

Pietro Burini

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Spiegare difficili concetti di fisica cercando di utilizzare un linguaggio semplice alla portata di tutti: questo libro ci riesce e cerca di trasferire questi concetti in una riflessione più ampia sul presente e sulle sfide che questo ci impone.

Michela Bozzano

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Un’opera di comunicazione scientifica in cui l’autore sfida il presente, sfida chi fluttua in una dimensione ridotta del proprio spazio, ostacolato dal concetto di gerarchia.
Ogni dimensione, ogni ingranaggio mette in moto la vita e crea ordine nell’entropia.

Serena Votano

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Il libro risulta fresco nonostante ripercorre la storia e molte teorie di fisica.
Lo scrittore ha avuto la capacità di alleggerire formule e dimostrazioni che altrimenti sarebbero difficilmente masticabili per la maggior parte delle persone.
Il libro riporta i temi di un noioso manuale scientifico in una comoda lettura di narrativa.
La narrazione è molto scorrevole, e simpatica visto il rapporto diretto e confidenziale che il narratore sembra voler instaurare con il lettore.
Mi è piaciuto questo suo stile che aiuta a non perdersi d’animo tra questioni permalose di formule matematiche.

Domiziana Peretti

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Un saggio che spiega il principio cardine della scienza moderna. Un buon libro e ben scritto nella sua apparente difficoltà nel spiegare questo principio.

Pamela Pecis

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Purtroppo non l’ho digerito, la fisica (che certamente é fondamentale) non mi ha mai appassionato.

Gabriele Sorrenti

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Lettura decisamente fuori dal comune, almeno per chi come me con chimica, matematica, meccanica, va d’accordo più o meno che con zanzare e mosche. Avendolo letto con interesse, confesso che qualche passaggio l’ho bypassato, significa che il Marco ha sciorinato la sua scienza con un linguaggio che anche i testoni in materia trovano accattivante. Il testo ti invita a proseguire la lettura, non per sapere chi è l’assassino ma per capire perché calore e lavoro possono avere funzioni tanto diverse dall’immaginario comune. Ma rimane comunque un testo scientifico complesso, intellegibile per quanto riguarda la storia, l’evoluzione della termodinamica, molto meno se non per niente quando si avventura in formule e dimostrazioni. Certamente il tentativo, riuscito per quanto possibile, di un bravo divulgatore scientifico di rendere accessibili argomenti diversamente riservati a pochi eletti.

Andrea Marcuz