< Il sipario sui sogni di  Flaminia Nucci (Robin)

Qui di seguito le recensioni di IlSiparioSuiSogni raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Il sipario sui sogni
Il Movimento dei Liberi Sognatori è un’associazione illecita che aiuta le persone infelici a trovare la pace e la serenità in un’altra dimensione, che si manifesta nei sogni e che si raggiunge rinunciando alla vita reale. Il Movimento condiziona e manipola l’inconscio e l’attività onirica di persone infelici e li indirizza verso psicoanalisti che vengono, a loro volta, avvisati attraverso i sogni. Questi psicoanalisti dovrebbero aiutare i pazienti a loro indirizzati a compiere una scelta consapevole.
La vicenda è assurda e poco credibile, una specie di fantascienza, genere che non amo.
La storia procede lentamente, con descrizioni e considerazioni superflue e inserimenti di brani tratti da altri libri. Naturalmente ci sono varie descrizioni di sogni e di sedute psicoanalitiche e il tutto risulta complessivamente piuttosto noioso.

Luisa Martinelli

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Libro scorrevole incentrato su una commistione tra realtà e onirico che incuriosisce.
Analizza la storia di quattro pazienti di Frida che vorrebbero vivere nei sogni piuttosto che nella realtà.

Marica T. Rocca

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Scrivi di ciò che conosci, uno dei precetti più abusati, ma senza dubbio più utili a coloro che si avvicinano alla nobile (ma selettiva!) arte della scrittura. Un consiglio ben introiettato da Flaminia Nucci, psicoanalista ‘per passione, attitudine e vocazione’. Ne ‘Il sipario sui sogni’, ultimo di una trilogia, l’autrice partendo dalla psicologia junghiana, sua materia d’elezione, si spinge oltre, addentrandosi nel territorio oscuro e ancora inesplorato della ‘scienza olografica’, azzardando una radice comune.
All’inizio della sua carriera, Jung si persuase che i sogni, i segni, le fantasie e le allucinazioni dei suoi pazienti contenessero spesso simboli e idee che non si potevano interamente spiegare come prodotti della loro storia personale. Fu così che, ipotizzando l’esistenza di archetipi condivisi, il luminare della psicoterapia moderna introdusse il concetto di ‘inconscio collettivo’, un contenitore psichico universale accessibile a tutti gli esseri umani. Al pari di ciò, il paradigma olografico presuppone l’universo come una sorta di ologramma gigante: il nostro mondo è frutto di immagini provenienti da realtà parallele.
L’idea alla base del libro è senza dubbio creativa e brillante. Supposto che tutto ciò che ci circonda sia frutto di una proiezione (vi viene in mente qualche visione cinematografica?) quale livello di realtà vivremmo, avendo la possibilità di abitarlo sotto forma di sogno?
Peccato che alla fine il complesso apparato teorico si riduca alla mera evasione dalla realtà. Vivere le vite degli altri, non è forse quello che ci proponiamo di fare con la letteratura?
Ciò che, invece, si perdona meno durante la lettura, è la difficoltà nel gestire diversi registri stilistici; partendo da un racconto che si può definire fanta-psicologico si passa al giallo, il poliziesco sino alla più tradizionale narrazione sentimentale. Uno stile diretto, ingenuo, alle volte forse persino didascalico, che rende l’esposizione molto leggibile nonostante la trama densa (troppo) di irruzioni e sorprese.

Riccardo Lanferdini