< Il sole senza ombra di  Alberto Garlini (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di IlSoleSenzaOmbra raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Il Sole senza ombra. È stato il primo libro che ho cominciato a leggere, inizialmente mi è sembrato interessante, poi il passare da un evento all’altro a tratti risulta un pò dispersivo. Determinati episodi sono discorsi lunghi , forse troppo che quasi ti viene voglia di saltare.

Jona Hoxha

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La storia di Elmo attraversa il tempo e noi con lei la riviviamo procedendo a saltelli nei meandri della memoria.
Elmo attraversa la luce e il buio, anzi li contiene: una luce brillante e un buio cieco.
La scrittura di Garlini è bella, il personaggio di Elmo esce dalle pagine: questo è  un testo decisamente potente.
Sarà " Perché c’era allegria, c’era sberleffo, c’era sentirsi vincitori anche se inginocchiati sotto i colpi del manganello, c’era la furia ironica del teatro dada, il medio alzato del punk, la trivialità della commedia all’italiana e il romanti-cismo tempestoso delle brughiere inglesi."
Vince sull’altro libro a man bassa.

Ida Mazzarella

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Non ho apprezzato l’argomento

Loretta Ghidelli

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In sottofondo una canzone di Guccini, colonna sonora imprescindibile. E poi sei lì, anche tu che pure non c’eri. Perché la Storia, quella maiuscola, che narra Alberto Garlini, parla di gente minuscola. Ma con sogni grandi. Di libertà, di violenza subita e commessa, di illustri morti ammazzati, di radio libere e televisione commerciale, di eroina, di un tutto che poteva avere solo ed esclusivamente una valenza politica.
Memoria collettiva di una stagione che ha segnato giovani e non di un’Italia cieca e sorda.
Ci racconta di amori sbagliati, rincorsi, perduti.
Ma soprattutto di amicizia. Quella che non puoi spiegare. Che contiene più odio che amore. Che non hai scelto, non hai costruito, non hai voluto. Che urla, basta! Che non ti voglio vedere mai più. Che mi hai tradito, deluso, ferito.
E a dirigere tutto la tematica che domina il romanzo: la comicità mascherata da libertà di parola. O viceversa. L’ironia che schiaffeggia le coscienze. Il sarcasmo che travolge l’ipocrisia.
Ma che in fondo viene propinata da un mito che esce massacrato dal racconto in prima persona del narratore/amico, perché umano e fallace. Illusione di grandezza.
Gli eroi son tutti giovani e belli.

Carla Negretti

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1) Il sole senza ombra
Bologna 1977, attraverso i protagonisti si respirano, con molto realismo, le contraddizioni sociopolitiche dell’Italia di allora. Le manifestazioni, i giovani, le forze dell’ordine. La nascita e lo smantellamento di Radio Alice

Michela Ravara

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Il sole senza ombra. Un romanzo denso e pieno di comicità e amara tristezza. Una storia rivista dell’Italia dalla fine degli anni 70 fino a quasi gli anni 90, raccontata attraverso la poliedrica figura di Elmo, comico dall’animo tormentato. Purtroppo ho letto il libro in fretta per arrivare in tempo alla fine, ma mi prenderò il tempo per rigustare con calma un romanzo che è talmente denso da farti credere che Elmo e Alberto, suo manager e amico, siano davvero esistiti.

Lucia Avidano

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Palermo “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Chi è Elmo X oltre che spregiudicato comico e uomo di spettacolo, nonché precursore dei tempi, chi è oltre essere stato Guglielmo Scandi, ragazzo sensibile, vittima e carnefice in amore, idealista puro ma anche astuto manipolatore, uomo mai sincero ma coerente col grande ideale di se stesso.
Intorno a questo enigma vivente, attraverso il racconto di Alberto Garlini, grande ex amico di Elmo X, rivivendo l’energia alternativa del cabaret ed il rock demenziale degli anni ’70, attraversiamo la storia recente dello spettacolo italiano, con riconoscibili e/o reinterpretati personaggi famosi che l’hanno caratterizzata.
Si spazia dal ’77, dall’ambiente alternativo e non conformista di “Radio Meraviglia” dai cui microfoni Alberto ed Elmo urlavano l’aspirazione alla libertà contrapposta a tutti i conformismi, alle rivolte soffocate dall’esercito, alle vacanze estive on the road determinate ed edoniste, per finire con il  conformismo degli anni ’80.
Il tutto nel racconto della satira e dello spettacolo, della contrapposizione e nello scambio di ruolo fra il re ed il giullare, nella rappresentazione della grande confusione delle parti che, in definitiva, è la fedele rappresentazione dell’attuale italica fragilità.
Il romanzo, con una prosa sempre limpida e coinvolgente, attraverso la comicità ed il grottesco, la malinconia e lo scandalo, costringe il lettore ad interrogarsi sulla sua storia e sui lati oscuri dell’attuale società.

Salvatore Balsamo

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Un romanzo che si potrebbe definire “storico”, uno sguardo che spazia dalla bologna degli anni ’70 agli anni ’90 ,attraverso la lente di una amicizia. Le trasformazioni di un ventennio attraverso le tragedie e le trasformazioni politiche, sociali e personali, narrate con stile particolarissimo e coinvolgente.

Pietro Giammellaro

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Gruppo di Lettura del torneo di Robinson
di Civitanova Marche “Scriptorama”
coordinato da Luca Pantanetti
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Racconto di un’amicizia che attraversa la storia d’Italia dagli anni Settanta al Duemila. Alberto, voce narrante, racconta la sua storia che si intreccia con le vicende del suo amico Elmo. Elmo è un comico, geniale e innovatore,  manipolatore, una personalità complessa a tratti oscura, che Alberto subisce, invidia, ama e detesta, e soprattutto tenta di descrivere attraverso il racconto delle esperienze professionali e personali che riguardano entrambi. Ma Elmo rimane sempre sfuocato, sfuggente, non si coglie mai il limite tra la realtà e la finzione che crea attorno a sé. Una narrazione molto maschile nei toni, nell’approccio alla vita, alle relazioni. Apprezzabile il contrasto tra la descrizione puntuale e colta della comicità e la cupezza dell’atmosfera; i rari momenti di serenità descritti riportano sempre ad una tristezza malinconica; le stesse frequenti descrizioni degli spettacoli di Elmo non tentano di strappare un sorriso, ma danno conto dell’oscurità delle situazioni, dei vissuti dei protagonisti.

Francesca Bartolucci

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Il romanzo narra della tumultuosa storia d’amicizia tra due ragazzi: Alberto (la voce narrante) e Guglielmo, in arte Elmo X. È proprio la personalità di quest’ultimo che viene scandagliata e che emerge dal racconto che Alberto fa dei numerosissimi episodi di vita vissuti insieme, tra fascinazione e rancore, attrazione e rabbia. Perché è così che oscillano i sentimenti di Alberto nei confronti di Elmo, che fino all’ultimo rimane un personaggio enigmatico, le cui parole (da bravo comico) mescolano sapientemente verità e finzione.
Interessante per il lettore risulta essere l’ambientazione: la Bologna degli anni ’70, la contestazione giovanile, il sequestro Moro con un continuo alternarsi di piani temporali tra passato e presente.

Andreina Carnuccio

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Il libro racconta una  pagina di storia di ci non ero a conoscenza. I protagonisti sono interessanti anche se in qualche passaggio sembrano quasi irreali per il loro comportamento. Elmo x è un personaggio di cui non si comprende (fino alla fine) se la sua storia sia vera o inventata ma alla fine poco importa, fa parte del libro. Ciò che proprio non ho tollerato è l’uso esagerato della volgarità e della sessualità che, a mio avviso, non sempre sono necessarie. Certe “immagini” sembrano un di più se non addirittura inutili, non aiuta la comprensione dei personaggi e disturbano la lettura.
Anche la lunghezza del libro è esagerata, certi giri di parole o particolari descrittivi sono inutili e stancano la lettura.

Paola Michelangeli

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Un tragico evento apre questo libro che ci porta a ripercorrere il rapporto tra Alberto ed Elmo, amici di gioventù che poi negli anni si sono allontanati.
Insieme ai protagonisti si rivive anche la storia dell’Italia degli anni ’70-’80, le vicende personali si fondono con i fatti pubblici in una Bologna in pieno fermento politico.
Quando Alberto ritrova Elmo, riconosce nuovamente la sua complessa personalità, fatta di voli pindarici, dove riesce ad elevarsi in alto, fino alle vette dei monti ed allo stesso tempo a sprofondare in sconcertanti abissi.
"Elmo, il ragazzo ipersensibile che era capace di fregarti con amore e di farsi fregare con amore, il ragazzo puro come una colomba e astuto come una serpe".

Chiara Monina

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Romanzo interessante, molto ben costruito.
Ci racconta di una Italia recente, siamo nella Bologna anni 70 con i suoi tumulti interni, ma si vuole raccontare anche di come, a mano a mano, sia andato a modificarsi tutto il sistema delle televisioni commerciali dagli anni 70 in poi.
Il protagonista è Alberto, un talent scout,ma prima di tutto è amico di Elmo, un comico sovversivo molto amato ma anche molto odiato.
Alberto, viene a conoscenza della morte del suo amico, tramite la tv...
Il suo entourage dichiarerà subito il fatto come accidentale.....
Alberto, sconvolto mette in dubbio questa dichiarazione....e se fosse stato un suicidio? Attraverso il ricordo cerchera di immergerci in quel periodo, snocciolando a mano a mano aneddoti, fatti veramente accaduti, i contrasti che potevano esserci , la loro voglia di gridare libertà nei confronti di tutti i conformismi, le rivolte in strada contro l’esercito... fino ad arrivare agli anni 90.
Lo definirei un libro dolce -amaro...si è riusciti ad unire con maestria cronaca ed ironia, appunto, velata di amaro.

Flavia Cappelli

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Confesso di averlo letto con molta difficoltà. Non è affatto il mio genere, né per stile né contenuti. L’ho indicato come preferenza perché mi è sembrato oggettivamente il romanzo migliore tra i due, essendo dotato di una voce originale e autentica, molte idee da comunicare e una indiscutibile maestria nella scrittura.
Volendo muovere una critica potrei azzardare che lo stile, sì raffinato, sì artistico, appesantisce la lettura con eccessive e costanti descrizioni e metafore. Forse sarebbe più adatto a un romanzo più breve e con una trama più avvincente; l’ho trovato in molti casi eccessivamente astratto e ha ostacolato la mia lettura, già azzoppata dai temi politici che faticavo molto a capire e mi impedivano di affezionarmi ai personaggi.

Simone Giuggioloni

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Racconta, con dettagli di un “mondo possibile” e molto realistico, una certa Italia che, presa dal bisogno di essere parte della “grande storia”, non si accorge della vita di molti giovani come Elmo, che non trovano più punti di riferimento cui ispirarsi per scrivere la propria personale storia.
Il titolo di questo romanzo “Il sole senza ombra” sembra mettere in risalto la contraddizione tra la vita reale e quella che possiamo immaginare, la vita senza ombre, la vita che scorre in maniera ideale. Una vita possibile solamente nella nostra immaginazione.
Quella raccontata invece è reale, forse immaginata. Elmo è un ragazzo che vive nell’Italia degli anni 70. Il ricordo della sua vita forse non durerebbe “nemmeno il tempo di una stretta di mano”, ma Elmo cerca di aggrapparsi alle storie di altre persone facendole diventare la sua storia. In questo tragico tentativo di inventare nuove sceneggiature, denso di risate – è un comico di professione – Elmo resterà privo di tutte le storie inventate. Perderà anche la sua, quella che non scriverà mai, quella che non avrà avuto il coraggio di scrivere.

Roberto Armiento

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Un lungo romanzo che percorre le vicende degli anni di piombo fino a tempi più recenti, attraverso la vita e l’amicizia di Alberto, assistente universitario a Bologna ed Elmo, un giovanissimo talento comico.
Intorno a loro tutta una galassia di personaggi, tutti che in qualche modo ruotano acriticamente attorno a questo capriccioso e crudele ragazzetto come pianeti intorno al sole.  Il ragazzo cresce, diventa molto famoso ma non perde niente del suo egoismo, anzi, con la sua astrusa filosofia della comicità amplifica la sua indifferenza e spesso crudeltà verso gli altri, che calpesta senza ritegno. Poi, un bel giorno, come un monaco tibetano, si da fuoco, e l’amico Alberto, che accorre come sempre alla bisogna, dubita che sia solo la sua immagine a bruciare e che non esista un corpo : c’è un uomo dietro la maschera o è la maschera la sola realtà?
Sesso sfrenato, alcol, eroina a fiumi, espropri proletari, poetesse pazze, interminabili monologhi ( comici?), filosofia della comicità delle stand-up comedies americane, che in effetti non sono in grado di valutare per mia ignoranza.

Patrizia Lucarini

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Il romanzo viene redatto alla prima persona, ciò comporta l’intento del protagonista di ricordare e il tema della memoria diventa centrale. Noi lettori ci troviamo a leggere le pagine di una Bologna degli anni delle spinte giovani degli anni 80: le lotte politiche giovanili, le rivendicazioni operaie e l’eroina che dilaga in modo inarrestabile tra i giovani. Il protagonista è un speaker di una radio libera; quest’ultimo fattore indica proprio l’intento dell’autore di voler raccontare dati eventi, mentre l’autore s’avvale della scrittura, il protagonista utilizza la propria voce. A seguito di un incidente e del cessato rapporto artistico con il suo amico Elmo il cui mestiere è il comico, Alberto inizia a raccontare gli eventi del suo passato. Sebbene indubbiamente il romanzo affronta temi scontati e ribaditi svariate volte dal mondo letterario, come per esempio le amicizie e la nostalgia del tempo passato, l’autore porta alla luce un altro evento storico della storia italiana: l’omicidio di Aldo Moro. Quest’ultimo altro non indica l’affermarsi di una politica corrotta e degradata dello Stato Italiano.

Lorenza Manoni

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Alberto    Garlini    Il sole senza ombra    Mondadori
Il libro è stato candiadato alla prima tornata del Premio Strega 22 da Caterina Bonvicini
La storia è ambientata negli anni Settanta e Ottanta, ma il libro in realtà parla di oggi, di quella violenza che si scatena puntualmente sui social, della volgarità del dibattito politico attuale, e  fa riflettere il lettore su fino a che punto è lecita la libertà di parola.
Sicilia, siamo nel 1989 e Alberto è  in vacanza a Taormina quando vede  in tivù Elmo X, il più sovversivo comico della storia italiana, ardere in un rogo sulla spiaggia di Riccione. Si tratta di un incidente o di un tentato suicidio, come sussurrano le malelingue e i tanti detrattori che Elmo si è guadagnato con i suoi caustici monologhi sui vizi del Paese? E così comincia il racconto in prima persona di Alberto che di  Elmo è stato amico e manager degli esordi, fino all’inspiegabile licenziamento quando erano all’apice del successo. E attraverso varie vicissitudini il racconto diventa la cronaca dettagliata di un periodo complesso e difficile fatto di movimenti studenteschi, lotte politiche e radio libere.
Elmo risulta essere un eroe negativo , zingaro sempre in fuga da una città all’altra, in una continua tournée, a imitare voci e gesti confondendosi con lo stesso pubblico che faceva ridere.

Lorella Quintabà

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Milano 2 “Lettori Temerari”
coordinato da Patrizia Ferragina
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Alla fine ho scelto il libro più breve, per abbreviare la sofferenza ad eventuali futuri lettori.

Eugenia Biguzzi

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La vicenda si svolge in circa 20 anni (1977-1989), adombrando eventi ed ambienti diversi: i moti studenteschi, il sequestro Moro, Tangentopoli, la caduta del Muro, ecc.... Sono lo sfondo su cui si delinea la parabola di un personaggio paradossale, Elmo, la contraddizione fatta persona! Elmo persegue la libertà (?), la rivoluzione(?), usando come arma eversiva la risata, strumento, secondo lui, trasformativo per eccellenza (“...se la violenza fa ridere, non è più violenza.»). Però, per tutta la durata della vicenda, non fa che lasciare dietro di sé dolore, lutti, ferite, fino alla propria autodistruzione. Naturalmente, in tutto ciò, non si genera nemmeno una risata! Ho dato il mio voto positivo al libro perché i temi sfiorati sono molti (troppi, direi!) e complessi. Però non esiste uno sviluppo convincente nemmeno di alcuni di essi: sono stati tutti buttati là, in un grande calderone dove si mischia di tutto: ogni volta che si affonda il mestolo si pesca qualcosa ( sicuramente un po’di merda e di culi, ingredienti che, più o meno programmaticamente, abbondano....).  Mi viene il dubbio che l’intento dell’autore sia ancora quello di “épater le bourgeois”.....mah!

Olga Varalli

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Sono una lettrice accanita, nulla mi spaventa nei libri e spazio tra autori e generi diversissimi tra loro, sempre con il rispetto e l’attenzione che meritano, ma questa volta leggere è stato oltremodo faticoso (a causa di un senso di insofferenza difficile da superare!) in alcuni passaggi anche straziante; senza timore di essere eccessiva, la voglia di interrompere la lettura è stata tanta! La disperazione di tutti i personaggi è il filo conduttore, tormento, dolore e presagi di morte corrono per tutto il romanzo; è la storia di un’amicizia “tossica” tra il narratore Alberto e il protagonista, ambientata a Bologna tra gli anni Settanta e il ventennio successivo. Elmo, figura dominante, vive e muore all’insegna dell’eccesso: eccessivo in tutto, molesto per quelli che lo amano, nel contempo attraente e respingente, volgare ironico e divertente, ma costantemente permeato di tragicità. Nemmeno la scrittura mi ha entusiasmato, l’aggettivo che mi sovviene è sgradevole, mi spiace ammetterlo perché mi capita raramente ma l’unica cosa che desideravo era arrivare alla fine e quando è successo mi sono sentita sollevata.

Mariapia Salfati

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Esagerato. Eccessivo, c’è troppo di tutto: personaggi sballati, situazioni improbabili, paradossi e contraddizioni. Non so, forse negli anni di piombo per farsi ascoltare si doveva usare “quel” linguaggio, infarcito di parolacce, troppe, discorsi slegati e riferimenti a “necessità estetiche” che l’autore vuol far passare come umorismo, e musica che dovrebbe esprimere pensieri di lotta. Ebbene a me sembra abbia ottenuto il risultato contrario di aver sminuito il contenuto politico e le giuste aspettative di quel movimento. Non è certo un libro di facile lettura, l’umorismo che cercavo non l’ho trovato, ma ho trovato un sarcasmo triste e persino fastidioso.

Gabriella Buizza

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Il sole senza ombra ha location e ambientazioni spettacolari. Fa immergere subito chi legge in una atmosfera da secolo scorso e anche il linguaggio autoriale ha picchi di vera piacevolezza, peccato che la trama è talmente inflazionata e resa pesante da uno stile superato che al terzo capitolo i lettori sono già annoiati a morte, e a metà libro sono tentati di abbandonare per non riaprirlo mai più. Purtroppo i grandi editori italiani continuano a farsi incantare dai curricula di alcuni autori, ma i lettori sono più sgamati e più "sul pezzo" e puniscono con le scarse vendite. Come è giusto che sia!

Antonia Del Sambro

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Il libro racconta, tramite la voce di Alberto, suo agente, la vita di Elmo, comico di fama nazionale, assurto alla fama dalla fine degli anni ’70 fino agli anni ‘90 per vari spettacoli comici e satirici dove integrava politica, religione, sesso proposti con stile innovativo, linguaggio mordace, infarciti da parolacce e volgarità, che volevano rifarsi alla start-up comedy. La storia avrebbe anche potuto essere un libro storico perché ripercorre (non in modo puntuale, peraltro) vari episodi cruciali vissuti dall’Italia ma purtroppo è raccontata in modo caotico, pesante, logorroico, immersa in un ambiente sempre oscuro, dove droga, alcol e volgarità non mancano mai. La lettura mi è risultata pesante e a volte disturbante. Non sono mai riuscita a trovare gli spunti della comicità che forse sono contenuti nel libro. L’autore a volte nomina Lenny Bruce, famoso comico statunitense: tanti anni fa ho visto il film di Bob Fosse, “Lenny”, con Dustin Hoffman. Bruce era un genio, il protagonista del libro, così come dipinto, è solo un’ombra che scappava dai suoi fantasmi. Un libro che avrebbe avuto bisogno di parecchie sforbiciate perché spesso ridondante.

Marialuisa Albizzati

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Il secondo Il Sole senza ombra di Alberto Garlini, l’ho scelto solo perché un po’ meno noioso almeno all’inizio ma poi ci prende gusto e un po’ più dinamico. Tutto qui, altro non c’è da dire. E penso di averci già dedicato troppo tempo rispetto a quello che meritano. Poi ognuno è libero di scrivere cosa, come e quanto vuole, però poi farli entrare nei concorsi letterari, beh qui ci sono delle responsabilità enormi.

Pierangelo Vernizzi

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“Il potere succede nel momento in cui entra nei sogni a occhi aperti, nei convincimenti improvvisi nelle paure” p.10. Da qui ho cominciato a capire poco di tutta la vicenda e me ne sono sentita anche un po’ respinta. Tipo: “Il resto lo detestavo, anche se non c’era nulla da detestare, e non ero nemmeno sicuro di detestare qualcosa” pagina successiva. La lettura, per me, è stata lenta e difficile. I salti di tempo non chiari: il capitolo porta la data di anni prima e poi ci sono degli incisi sul presente. Ho fatto fatica e non sempre ne è valsa la pena. Anche la storia respingente: senz’altro non il mio genere. Ho scelto il libro per i dialoghi; nella “La lista delle cose semplici” erano irritanti.

Cinzia Morselli

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Violenza, droga, stupro, malattia, tragedie, sentimenti talmente distorti da diventare ipocriti e banali, il tutto presentato in modo che dovrebbe risultare ironico e che invece ho vissuto con insofferenza, disagio e noia. Come afferma l’autore,”non è un romanzo per pedanti che vengono volutamente depistati, ma per persone che si lasciano andare che preferiscono scivolare”. Sicuramente sarò pedante, ma il comico della mia giovinezza era di ben altro spessore e levatura, così come i gruppi rock italiani con le loro ardite sperimentazioni musicali. Forse lo scrittore era troppo giovane negli anni che descrive nel suo romanzo e ha quindi preferito attingere al mondo americano. Anche l’episodio Moro, che nell’intento dell’autore dovrebbe rivelare il lato “rispettosamente comico”, mi ha suscitato solo una profonda tristezza.

Marina Landi

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Il romanzo di Garlini ha come luogo di partenza la Bologna del DAMS degli anni Settanta, dove si agitano tensioni e speranze di una generazione che presto dovrà misurarsi con una realtà ben diversa da quella prefigurata. La storia, articolata su diversi piani temporali, si sviluppa poi fino al 2000, tratteggiando così uno spaccato della società italiana di quel periodo. L’io narrante Alberto, ex studente, impresario nel mondo dello spettacolo, su questo sfondo racconta la storia della travagliata amicizia con Elmo X, il comico intorno al quale è costruita tutta la narrazione, un personaggio che non vuole certo conquistare il lettore ma anzi, procurare fastidio e irritazione. E ci riesce benissimo. Il risultato, a mio parere, è un testo farraginoso, in cui si mescolano storie e personaggi e continui rimandi temporali, ormai pare imprescindibili, senza che l’intreccio riesca realmente ad appassionare. Ho apprezzato invece come sono stati delineati i ruoli femminili.

Annamaria Barletta

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La voce narrante del romanzo "Il sole senza ombra" è un agente teatrale che racconta la vita dell’amico attore comico  Elmo X. Leggere il libro è stato molto faticoso per me perché si dilunga per oltre 400 pagine con situazioni spesso ripetitive che si concludono con l’autodistruzione di diversi personaggi. Non ho mai colto negli spezzoni di pièces teatrali riportati la comicità che ha come scopo il denudare il potere e scatenare la risata che aggiusta il mondo. Una noia indicibile mi ha sopraffatta durante la sequele ininterrotte di volgarità e scorrettezze tra amici. Mi intristiscono per diverso tempo le narrazioni come questa senza speranza o forse senza senso.

Paola Caterina Celani

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Elmo dalla battuta mordace, Elmo ‘sempre mobile, sempre zingaro, da una città all’altra in una continua tournée, a imitare voci e gesti’. Per anni, decenni, le donne, gli amici, i compagni, dai giorni terribili del Movimento bolognese, ai giorni di Moro…Diversi livelli di realtà s’intrecciano tra loro. Uso le parole dell’autore, per commentare la mia lettura, io ‘ non mi sono lasciata andare, e non ho scivolato’.

Bernadetta Pazielli

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Libro onesto e veritiero, racconta un’epoca buia della nostra storia patria: Kossiga (con la K), Soccorso Rosso, le prime radio libere, droga, Valium, whisky, l’omicidio Moro, tradimenti pubblici e privati. E poi gli anni ’80, la Nazionale che vince i mondiali, la Tatcher, Reagan e le amicizie che si fanno e si disfano, persone che appaiono come meteore e poi più. C’è molto, forse troppo, in questo romanzo testosteronico e - sebbene abbia apprezzato l’intento - è troppo scoperta la voglia di spiegare quegli anni, a tratti il linguaggio si fa didattico. E ho trovato la scrittura un po’ tagliata con l’accetta. Insomma, alla fine è un no.

Barbara Monteverdi

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Non è semplice recensire questo romanzo, che ho escluso dalla mia scelta. L’idea è buona: una vicenda personale (il rapporto di amore/odio fra Alberto, talent scout e agente, e Elmo X, attore, improvvisatore, "artista" a tutto tondo) che si intreccia con le vicende storico-sociali italiane a partire dagli Anni ’70, fino ai ’90. Cosa non va, a mio avviso, in questo romanzo? L’idea, ripeto, è buona, accattivante: si è presi dalle vicende di questi due protagonisti, spesso sopra le righe, a volte molto (troppo) volgari e noncuranti di chi gli sta intorno (Elmo), a volte molto (troppo) defilati, quasi a non volersi sporcare le mani con un contesto che piace, sì, ma fino a un certo punto (Alberto). Si è catturati dallo sfondo storico: la ricostruzione degli Anni ’70, Radio Meraviglia, Bologna, le manifestazioni, gli espropri proletari, sesso, droga, musica ecc., com’eravamo liberi, com’eravamo depressi e via dicendo. Incuriosiscono i personaggi di contorno, le donne in particolare: alcune assertive e dominanti (Betta e il suo fantastico "repulisti" dell’appartamento di Elmo), altre schiacciate e vittime (Rossella) di una società e di uomini (uno su tutti, Elmo, che le tratta secondo i peggiori stereotipi maschilisti, riconducibili all’usa-e-getta) che non sono stati in grado di includerle e valorizzarle. C’è un MA grande, a mio avviso. E si concretizza nel rammarico per un’occasione sprecata. Garlini sfodera il suo ambizioso progetto di ricostruzione di un periodo cruciale per la nostra storia. Ma lo fa perdendosi in una narrazione che risulta sfilacciata, a volte prolissa (i monologhi teatrali di Elmo sono francamente troppi e troppo lunghi), a volte discutibile dal punto di vista della pura scrittura. È difficile valutare il romanzo di Garlini. Mi limito, come già detto, ad escluderlo dalla mia scelta.

Nicoletta Romanelli

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“Il Sole senza ombra” è un romanzo ambientato negli anni ’70, vissuti e ricordati dai protagonisti; stagione di passioni giovanili che io stessa ho condiviso con molti miei coetanei, mi sono quindi avvicinata alla lettura con la speranza di imbattermi, anche solo in parte, in atmosfere e tematiche di allora. Ho invece trovato un libro estremamente prolisso, denso di inutili particolari, aggettivi e similitudini, con personaggi e situazioni che si perdono fra le pagine. Non il genio di Andrea Pazienza, né la folle atmosfera degli anni settanta, come promette l’editore in una presentazione, nessuna nota comica, e soprattutto nessuna concessione alla tecnica del Show, don’t tell, ma solo un infinito e sgradevole sproloquio fine a sé stesso.

Patrizia Ferragina