< Il testamento del capitano Grandi di  Marco Dalla Torre (Ares)

Qui di seguito le recensioni di IlTestamentoDelCapitanoGrandi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un lavoro molto importante, anche scomodo, quando parla dei cappellani militari e delle vittime dei partigiani. Ricordare questi eroi “minori” è fondamentale per tenere alti valori che oggi appaiono dimenticati. È stata questa una ricerca significativa con un unico neo: i ritratti possono rischiare l’effetto “santino”.



Emma Cerpelloni

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Troppo didascalica la prima parte, probabilmente utile agli studiosi e interessante per gli appassionati di armamenti e strategie di guerra. Dal titolo ci si attederebbe una specie di "diario di guerra"/testimonianza del Grandi, la cui figura invece emerge appena e col contagocce dalle sue poche lettere pervenute. Apprendiamo molto di piu’ su di lui dalle testimonianze scritte dei colleghi e/o/subordinati. Toccante e commovente la narrazione dei suoi ultimi momenti di vita, cosi’ come quella della tragedia di tanti soldati italiani nella campagna di Russia (o di Ucraina, come si sottolinea all’inizio del libro).

Sabrina Grattoni

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Ho scoperto la storia di un uomo che non conoscevo, ho trovato pagine, lettere e testimonianze che mi hanno fatta riflettere sull’orrore della guerra (oggi così attuale). Ho amato particolarmente questo libro perché attraverso la storia del Capitano Grandi si possono immaginare le storie di altri giovani soldati, mandati lontano a combattere e nelle loro storie passate ritrovare tragicamente le storie maledette delle guerre che ci affliggono anche oggi.
Consigliatissimo.

Arianna Barbarossa

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Scrittura di stampo giornalistico che riesce a far rivivere l’atmosfera e le emozioni narrate. Anche se a volte cade nella retorica, la lettura si mantiene comunque piacevole.

Massimo Bortolotti

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Esegetico a dir poco, anche se in fondo lo sono molte biografie.

Gabriele Caselli

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Un tentativo interessante, di innestare un profilo di un personaggio non molto noto (almeno con il suo nome) in una storia assai nota, se non popolare. La storia del tenente Grandi, morto durante la ritirata delle truppe italiane dal Don durante la Seconda Guerra Mondiale, ricordato per aver intonato “Il testamento del capitano”, famosa canzone alpina, mentre stava morendo, al fine di rincuorare i suoi sottoposti. Purtroppo, un tentativo non pienamente riuscito. Nel senso che, fors’anche per pochi documenti direttamente riferiti al personaggio, l’autore non riesce a darci un profilo di Giuseppe Grandi. Inoltre, il libro si basa troppo sugli scritti di Nuto Revelli, alpino e partigiano, che insieme a Grandi era in quegli anni in Russia. E sul libro di Corti, quello che fa nascere la “leggenda” di Grandi. Alla fine, rimane un interessante, e poliedrico, panorama in particolare degli avvenimenti sul Don dal settembre ’42 al febbraio ’43. Ma se questo era l’intento, fuorviante risulta il titolo, anche e soprattutto nel sottotitolo che recita “Vita breve di una «leggenda» degli Alpini”. L’uso, inoltre, di tante citazioni, pur encomiabile, alla fine fa risultare il libro una “compilation” (come direbbe un musicista), ma senza una sua proprio fisionomia.

Giovanni Leonori