< Il Theridion triste di  Maria Elena Cialente (TabulaFati)

Qui di seguito le recensioni di IlTheridionTriste raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Il Theridion triste si apre ai suoi lettori con tredici racconti i cui protagonisti, come rivela la sua autrice Maria Elena Cialente, sono stati “fantasmi che si son fatti avanti nell’ ingorgo del quotidiano”, intimandola di “lasciarli esistere”, di lasciarli effettivamente vivere per noi. E difatti, ciascuno di essi, grazie alla mano della propria creatrice, sicuri della propria entità e del proprio valore, affascinano il lettore nelle pagine di una scrittura ricca di solenne emotività. Si rincorre la propria solitudine alla ricerca di una risposta, che la riguarda, nel dolore dell’altro, «perché la vita è spendere e spendersi», sì, come afferma sicura Marina, ma la solitudine porta a donare e a donarsi. Ad essa, si affianca la malinconia che, privandoci di una via d’uscita e conducendosi verso il dolore e il disinganno cinico, finisce per intrappolarci irrimediabilmente in essa, così come l’incauta formica finisce per intrappolare se stessa nella bava del suo predatore, il Theridion triste. La stessa malinconia potrebbe essere equilibrata dalla memoria, e dunque dal ricordo e ancora, la dolcezza, con cui ci si pone all’accoglienza dell’altro, la cura che deriva da questo, la salvezza dal “bisogno dissennato di riscatto”, dalla «chimera che la vita fosse sempre al di là delle condizioni effettive»: la solennità della scrittura ci fa capire pienamente il peso che deriva dalla propria esistenza ma ci permette di intuire la necessaria duttilità da possedere contro le avversità.

Aurora Maglione

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Tredici racconti ricolmi di ricorsi storici dove caldeggiano temi come l’umanesimo quale matrice fondante.
Umanesimo che si scontra con la triste realtà di chi crede e resta deluso, ma che cerca sempre uno spiraglio di luce in un mondo che va alla deriva.
Lettura interessante

Gaetano Mamone

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La raccolta si presenta come un interessante viaggio all’interno di storie che si scoprono essere vicende reali di persone conosciute dall’autrice. Ad accomunare i racconti è la struttura: il protagonista, che racconta la sua storia in prima o in terza persona, è impegnato in un’occupazione più o meno quotidiana. Prendendo le mosse da questa attività, ha inizio un flusso di coscienza. È all’interno di questo flusso che il o la protagonista ci rivela il punto focale della sua vita: un incontro, un problema di salute, una battaglia a cui si è preso parte anni or sono. Ad accomunare i personaggi, oltre alla struttura, è una vita sentimentale non particolarmente felice o fortunata. Il tutto è espresso da una scrittura attenta, a tratti ricercata. Il lessico è selezionato con attenzione, e questa ricercatezza si riflette anche nei dialoghi, che talvolta risultano poco realistici.

Luca Vetrano

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interessante prospettiva per introspezione del lettore

Sara Posla

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Una scrittura forzatamente pomposa. I racconti sono sciapi e poco avvincenti.

Un tripudio di banalità condite con aggettivi spesso superflui e casuali.

Nel tentativo di stupire annoia.

"L’autunno aveva aperto le sue cupe cataratte!" (UhGesù!)

Serena Coppola

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Idea buona ma racconti troppo corti e a parer mio poco coinvolgenti.

Alessandra Palmulli