< Il viaggio di Mouktar. Storie di migrantiraccolte da un insegnante di di  Alessandro Tedesco (Meltemi)

Qui di seguito le recensioni di IlViaggioDiMouktar raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Hai presente Liam Neeson di Roberta Lepri

Rossella Spina

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Interessante il modo di raccontare le storie e le vite di chi è costretto a migrare, dal punto di vista di chi è testimone del loro primo approdo e delle difficoltà del dover re-imparare tutto e reinventarsi da zero.

Chiara Stella Mauriello

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Circolo dei lettori
di Matelica “Viola legge della libreria Kindustria”
coordinato da Francesca Chiappa
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Un’esperienza importante raccontata in maniera accurata, con trasporto e amore nei confronti del genere umano.
Questo libro ci parla dell’universalità del dolore umano. Tutte le persone che scappano dalla propria terra perché si vedono negare i propri diritti fondamentali e rimangono vittime di atti violenti che ledono loro stessi e i propri cari, sono tutti testimoni di uno stesso dolore, non importa da quale parte del mondo essi provengano.
Leggere le testimonianze di queste persone lo ritengo un atto di responsabilità che ci porta a riconoscere il dolore dell’altro e ci spinge ad essere persone migliori.

Consuelo De Amico

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Seppure anche in questo caso la scrittura è in prima persona, il romanzo (reportage narrativo?) invece ci permette di conoscere nei dettagli le dinamiche e i meccanismi degli Sprar e della prima accoglienza dei migranti, in cui l’esperienza personale è a servizio di un racconto empatico e credibile.

Francesca Chiappa

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Circolo dei lettori
di Pontedera "LaAV"
coordinato da Maia Rolli
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Dodici capitoli per saperne di più sulla politica dell’integrazione nel nostro paese, ma anche per conoscere le storie di chi ha abbandonato la propria terra per cercare salvezza. Alessandro Tedesco ci racconta la sua esperienza come insegnante di italiano L2, che vuol dire italiano come seconda lingua, fatta tra il 2015 e il 2019. Attraverso il suo racconto impariamo il significato di sigle come SPRAR, CAS, CPR, SAI e molte altre, che a voler essere onesti non semplificano affatto la comprensione né per noi né per gli immigrati. Sigle e politiche che cambiano di continuo senza un vero miglioramento del sistema di accoglienza. E le parole sono importanti, come diceva qualcuno e come ribadisce Tedesco nel suo libro. Per gli stranieri che vengono in Italia conoscere le parole, imparare la nostra lingua è fondamentale, perché l’integrazione passa proprio dalla lingua. Tedesco intermezza il racconto della sua esperienza con i racconti in prima persona degli immigrati a cui ha insegnato, e sono racconti incredibili, e ad essi affianca le foto dei protagonisti dando così loro una voce, un nome e un volto.

Maria Rolli

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Grandi lettori
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A metà tra il saggio e il racconto lungo, il libro è comunque ben scritto, non scontato, commovente senza essere melenso, pieno di umanità dolente, ferita ma anche assolutamente viva e ricca dentro.
Trasmette l’entusiasmo dell’Autore per un lavoro capitato forse un po’ per caso ma poi amato profondamente e scelto nei vari passaggi successivi.
Un libro ‘semplice’ per molti aspetti (piccole storie raccolte dai protagonisti, scrittura piana, ecc.) ma che apre su molte domande che richiedono risposte complesse, risposte difficili.
Un invito ad allargare lo sguardo, a tenere conto di quanto non si possa essere neutrali quando le difficoltà e gli orrori che riguardano alcuni sono di tutti noi perché il genere umano è uno solo.

Livia Tabanelli