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Un romanzo storico, corredato da ricerche sicuramente minuziose e dettagliate, ma che a mio parere appesantiscono la lettura.
Barbara Soloperto
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Claudia Rizzaro
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L’autore, come nel precedente libro, fa del racconto della sua famiglia, dei suoi avi, una occasione per raccontare un ambito storico. Questa volta siamo a cavallo della Rivoluzione francese e si racconta l’opulenza e la dissoluzione dell’ aristocrazia del Regno di Napoli. Famiglie dedite all’accumulo e al mantenimento delle proprietà più che a renderle produttive. Facile il rimando alla situazione attuale a quella difficoltà interseca che i governi hanno nel rimandare, procrastinare in eterno le riforme necessarie. L’enorme presenza di dati storici non me lo ha fatto piacere particolarmente. Per questo scelgo l’altro libro.
Sabrina Principi
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“il vitello rampante” è un romanzo storico e come tale generalmente non incontra il mio interesse, al contrario del sentire comune. Negli ultimi anni, infatti, il grande pubblico lo ha fatto tornare in auge con testi come “i leoni di Sicilia” di Stefania Auci. La sovrabbondanza di dati storici che caratterizza entrambi i testi è ciò che me li rende così poco piacevoli. Trovo che la eccedenza di dati infici la piacevolezza della lettura di una romanzo e, qualora la storia fosse anche poco importante, aiutino solo a riempire le pagine e ad evitare l’approfondimento psicologico che per me è fondamentale.
Antonella Proietto
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Romanzo storico dal tema interessante e per me quasi sconosciuto: il matrimonio contratto da consanguinei per mantenere inalterato il patrimonio. La prima parte mi ha appassionata ma continuando la lettura mi sono annoiata per i troppi documenti e riferimenti storici contenuti che allontanano dalla trama principale. Finale che fa riflettere: tutto ciò che era stato fatto per mantenere l’eredità terriera integra svanisce con il matrimonio dell’ultimo Vitulli . Nonostante ciò ho letto con piacere questo racconto.
Paola Parrella