< Il gioco d’azzardo patologico. Perdersi e perdere tutto di  Serena Corio, Alessio Giampà, Simona Paciotti (LAsinoDOro)

Qui di seguito le recensioni di IlgiocoDAzzaroPatologico raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il gioco d’azzardo patologico
Perdersi e perdere tutto
La lettura di questo romanzo è stata pressoché stimolante, in quanto mi ha permesso di conoscere e di approfondire la questione del gioco d’azzardo, partendo da un importante romanzo: "il giocatore", scritto da Fëdor Dostoevskij, autore che stimo e amo immensamente, tant’è che grazie a codesto autore è nata la mia passione per i classici.
L’ho preferito al secondo sia per lo stile di scrittura chiaro e semplice, che per la tematica, per me nuova, affrontata in maniera esaustiva. Con questo romanzo sono entrata a pieno negli argomenti trattati anche mediante l’ausilio di casi clinici indispensabili per la comprensione di un dato tema. Ho apprezzato in particolar modo gli ultimi due capitoli: il penultimo per l’attenzione prestata al periodo dell’adolescenza, periodo che anche io sto affrontando, mentre l’ultimo per il ricorso alla cinematografia e ad altri titoli di romanzi; da questo ultimo capitolo infatti sono venuta a conoscenza, di alcuni titoli di film e libri che sicuramente andrò a leggere e/o vedere per comprendere con maggiore efficacia ciò di cui tratta il suddetto romanzo. Mi posso ritenere, perciò, soddisfatta del romanzo che mi è stato assegnato, il quale ha arricchito il mio bagaglio culturale.

Serena Bruno

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Il gioco d’azzardo patologico, analizza, secondo una prospettiva diacronica, il fenomeno del gioco d’azzardo, nelle sue classificazioni topologiche e diversificazioni storico-sociali, e soprattutto nel suo passaggio dalla dimensione sociale e gratificante, a quella del Pathological Gamblin. Il Gap, inteso come disturbo psichico – a sé stante – è non solo associato ad altre problematiche psichiatriche, ma è anche correlato ad altre forme di dipendenza, come l’abuso di alcol o droghe. Intento degli autori è di rivolgere le indagini e le riflessioni presenti in questo saggio, a un pubblico giovanile , maggiormente incline (non universalmente) al potere attrattivo della dimensione aleatoria del gioco d’azzardo, in cui caso, fortuna e rischio sono elementi costitutivi. Il pericolo dell’adolescente è quello di trovarsi a colmare la mancanza di interazioni e l’incapacità relazionale, con la realtà solitaria e straniante in cui inesorabilmente viene calato chiunque passi al livello patologico del gioco d’azzardo. È un buon manuale per chi avesse bisogno di comprendere meglio il fenomeno del GAP. Tuttavia, riesce a coinvolgere solo se si è interessati all’argomento.

Simona Sofia Sasso

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Non l’ho trovato interessante e comunque il mio gradimento è andato al primo òibro

Vincenzo Carlini

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Libro interessante. Domina l’aspetto psicologico. interessante il richiamo al senso del gioco. tuttavia l’insieme risulta troppo lineare ed è assente l’analisi sociologica. Prevale la componente individuale a quella collettiva quando oramai è evidente quanto il fenomeno sia diventato sociale.

Marco Gotta