< Incertezze di  Matteo Della Rovere (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di Incertezze raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Senza capo né coda! Le disavventure amorose e non del ventiquattrenne Sandro - in una Roma degli anni Settanta - sanno di falso ed inverosimile come una banconota da tre euro. Ci si incaponisce ad arrivare alla fine solo per la curiosità di dove l’autore esordiente voglia andare a parare. E quando nelle ultime pagine, per una contestualizzazione storica delle strambe vicende del tombeur de femmes Sandro, fa capolino la cronaca dell’uccisione
di Pasolini la tentazione di chiudere il libro è fortissima!

Calogero Messina

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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Ho letto questo libro in un pomeriggio. Scrittura scorrevole, ma immatura come il protagonista.
Un ragazzo di 24 anni, irrisolto,senza un progetto,un lavoro con dei genitori assenti,quasi inesistenti.
La sua vita trascorre tra birre,canne,chiacchiere con gli amici,rapporti intimi con donne non libere, ma impegnate in altre relazioni. Gli altri protagonisti del libro sono uomini maschilisti, le figure di donne sono compiacenti al primo uomo che le guarda. Come donna mi sono sentita offesa,e il  finale con il suo ’quasi suicidio’ non mi è dispiaciuto, spero in una sua prossima rinascita!!

Mambrini Donatella

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Il 3 novembre 1975 è la data con cui inizia Incertezze ed anche l’ultimo giorno di vicende raccontate dalla voce narrante, protagonista del romanzo, Sandro Rovelli, un giovane ventiquattrenne, velleitario ’musicista’. E’ il diario di quasi tre mesi della sua vita, di fatti in cui i personaggi agiscono ’hic et nunc’ , esempi di stereotipi, alcuni dei quali hanno un ruolo e un nome, Alessandra, Lucia, Laura, Enzo, Alessio,  altri solo comparse, i suoi genitori, i figli di una coppia amica, i genitori di un amico. E tutti contribuiscono a creare una società malata, senza speranza. La prosa è scolastica, la descrizione dei luoghi e dei personaggi schematica, sintattica, senza alcun tentativo di scavare, capire, cambiare! Il sesso e la droga vengono utilizzati secondo luoghi comuni e le poche volte che si accenna ad un sentimento lo si banalizza! La conclusione del romanzo, datata 7 novembre 2019, poteva tentare di redimere gli errori e invece li ha sottolineati. In conclusione ipotizzo che Matteo Della Rovere, alias Sandro Rovelli, abbia ritrovato questo testo scritto più di 40 anni fa, e lo abbia pubblicato per liberarsi di una zavorra ormai per lui inutile, senza alcun tentativo di renderla utile al lettore.

Ceccotti Maria Luigia

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Cronistoria puntuale di tre mesi di vita turbolenta, vissuta da un ragazzo ventiquattrenne di nome Sandro. Fin dalle prime pagine del romanzo siamo catapultati in un vortice di avvenimenti che poi scopriremo legati da una catena che sembra non possa essere spezzata. Nel suo letto, intriso di sangue a causa di una ferita di cui non sappiamo quale sia la causa, il protagonista ripercorre con lucidità il suo passato, indugiando sui suoi errori, le sue mancanze, i suoi sensi di colpa. In tutto ciò che ha vissuto, nelle amicizie, come nei rapporti d’amore - infatti - inesorabilmente ha cagionato del male a qualcuno, anche se inconsapevolmente. E’ dunque un bilancio duro, insopportabile, con il suo carico di eccessi e scelte dissennate. Le pagine scorrono in fretta, schematiche, senza particolari artifici, ma è proprio l’incertezza predominante nel racconto, a intrappolare paradossalmente il lettore che cerca di trovare una luce, un chiarimento, di ricomporre un puzzle le cui tessere mancanti affiorano soltanto nella parte conclusiva della narrazione. Nel finale le incertezze scompaiono: tutto trova una spiegazione. Perché è proprio nelle fragilità, nell’incertezza del vivere quotidiano che si cela in realtà la possibilità di cambiamento. 

Cinzia Silvagni

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Grandi lettori
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Della Rovere riesce a incapsulare emotivamente il lettore e a condurlo con una buona scrittura nei suoi luoghi e nei suoi contesti dell’anima. Scrittura asciutta, narrazione buona. Si ha l’impressione che possa fare meglio ma convince.


Giovanni Francesco Piccinno

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Circolo dei lettori
di Macerata “Bottega del Libro”
Coordinato da Alessandra Vita
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Il romanzo ha una struttura pensata e realizzata bene; lo si legge con interesse e partecipazione dall’inizio alla fine. L’incipit è tagliente e i brevi capitoli che ricostruiscono diacronicamente l’antefatto scorrono con la velocità di un giallo. Ci troviamo a Roma, nel 1975, nei mesi precedenti l’omicidio di Pasolini e il protagonista, Sandro Rovelli, un giovane senza progetti né ideali, si incasina sempre di più tradendo gli amici e se stesso. Il ragazzo si muove tra il machismo di periferia e lo sperimentalismo fricchettone; i personaggi sono ben resi anche se a volte si ha l’impressione del déjà vu. Lo stile è minimalista, quasi arido, in linea con il personaggio (Sandro vuole fare il musicista ma si rifiuta di studiare la musica, per dire). I punti di forza del romanzo sono comunque il ritmo e la struttura: si arriva al climax con una bella spinta e tante questioni aperte. Forse più debole è il finale aperto che lascia non pochi dubbi al lettore e più che con un epilogo si chiude con un KO tecnico. Tuttavia se si è in cerca di un thriller con un rassicurante finale chiuso che sciolga tutti i nodi o di un romanzo di formazione dal finale moraleggiante, si capisce già dal titolo che questo libro non è il libro giusto.   

Francesco Manciola

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La storia racconta la vita di Sandro, con un linguaggio fluente e semplice. Il giovane vive sospeso tra i suoi pensieri e le vicende che lo riguardano. Tutti gli episodi narrati sono decritti nel dettaglio creando pagina dopo pagina curiosità. Sono così intensi che sembra difficile che possano essere successi in così breve tempo. I dubbi su cosa fare e su quello gli succede sono sullo sfondo e protagonista indiscussa del romanzo è l’incertezza di cosa fare e come andrà.
Si parte dal litigio con Alessandra la sua fidanzata, poi il suo approccio sensuale con la moglie di una amica per passare alla conquista di una impiegata per aiutare un amico ad acquistare la casa dei sogni con uno sconto sostanzioso. Non si capisce se a muovere Sandro sia la sua inerzia e apatia o se stando tra le nuvole si lasci trascinare dagli eventi e dai suggerimenti degli altri che incontra.
Si sente ai margini senza essere protagonista né partecipare al confronto con gli altri per un servizio all’umanità.
Chiede sempre consiglio a tutti, è indeciso ma ad un certo punto capisce che deve decidere e accettare le conseguenze della sua scelta e non ripensarci continuamente. E’ sempre assillato dal dover fare la cosa giusta.
Gli eventi prendono piede e il ragazzo ne è trascinato senza decidere. Rimane ogni volta nel limbo mettendo la testa sotto la sabbia. Passa dai dubbi o alla negazione non facendosi domande.
Si intrecciano la relazione con una donna più grande Lucia e la passione con Sabrina la moglie di un amico. Ma ad un certo punto quando viene scoperto non sa prendersi le sue responsabilità e scappa da tutto e tutti.
La storia si conclude con un ipotizzato tentativo di farla finita che però è nascosto da un dubbio nei ricordi. È stato così o qualcuno lo ha aggredito?
Il romanzo svela pochi misteri creandone ancora uno. Sembra quasi un racconto autobiografico che mette in luce come la vita passata abbia portato ansie e turbamenti ancora presenti. Sandro va via da Roma e taglia con tutto volendo non indagare troppo sul fatto se quello che è successo è vero o frutto di fantasia. Penso che ognuno possa su questa traccia costruirsi la sua storia e rimanere nel fascino del mistero e del perché.

Patrizia Politano