< Inseguendo un raggio di luce. Alla scoperta della relatività di  Amedeo Balbi (Rizzoli)

Qui di seguito le recensioni di InseguendoUnRaggioDiLuce raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Senza altro piu immediato vista l grande capacità divulgativa dello scrittore.E ’ capace di coinvolgere anche il lettore con meno conoscenze scientifiche usando anche situazioni es.i film di successo per arrivare al nocciolo della questione semplificando anche concetti senza altro non facili da comprendere di primo acchito.

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Ho apprezzato la capacità di spiegare i concetti poco intuitivi della relatività con semplici grafici.

Alberto Faustino

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Leggere "ascoltare il cosmo" è come accendere un faro nello spazio e sorprendersi per la vivacità delle pulsazioni e onde di ogni tipo che raggiungono la terra, mentre noi viviamo ignari nella nostra bolla. Linguaggio accessibile, un affascinante "aquilone".

Isabella Lombardi,abito a Verona

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Ne ho letto circa metà, ma ne ho riconosciuto presto la prosa piacevole ed efficace. Non avevo ancora letto nulla di Balbi: ho apprezzato la sua scelta di evitare l’uso di formule, che allontanerebbero più della metà dei lettori. Mi sembra un ottimo divulgatore scientifico. Forse la mia opinione è di parte, perché in realtà sono quasi un’addetta ai lavori: sono laureata in fisica e ho insegnato nella scuola secondaria ...
Il fato ha voluto che uno dei libri che sono stata incaricata di leggere trattasse un argomento che mi ha sempre appassionato. Mi gusterò con più calma il resto del libro.

STEFANIA FILIPPINI

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Libro all’altezza delle aspettative, ritorno alla mia formazione (per niente scientifica) per descrivere come ho affrontato questa lettura. Provare a spiegare con parole semplici la Teoria della Relatività non è cosa semplice. Questo libro ha stuzzicato la mia voglia di mettermi alla prova, ma ahimè, la mia poca conoscenza delle materie scientifiche è stata un grosso limite in alcuni punti. Quindi la non scelta di questo testo è da imputare più alle mie difficolta che ad altro.

Arianna Barbarossa

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Il libro tratta di un argomento che va un po’ al di là di quello che rispecchia i miei gusti personali e ammetto che in alcune parti ho faticato nel proseguire la lettura. Il testo è comunque scritto correttamente e con un linguaggio adeguato e chiaro.

Sara Girelli

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Per quanto a Inseguendo un raggio di luce mi sento di partire dal fatto che qui, contrariamente al secondo saggio, Balbi certo ci aiuta usando un linguaggio scorrevole ed in gran parte a-tecnico: questo consente, perlomeno, di provare ad avvicinarsi al tema centrale che è la rivoluzione portata dalla teoria della relatività di un assai geniale dipendente dell’ufficio brevetti di Berna, Nobel per la fisica nel 1921.
Apprendo che Einstein ha “corso dietro alla luce”, immaginando situazioni anche difficili o impossibili da realizzare in concreto, per poi esprimerne le conseguenze concettuali. In soldoni, “l’esperimento mentale” del genio Albert ha superato l’empirica, la teoria galileiana e quella newtoniana (in realtà sul superamento della gravità newtoniana sono ancora scioccata perché pensavo fosse ancora sostenibile: ci torno su a breve).
Con i concetti base per cui la velocità della luce è la stessa in ogni sistema e che le leggi della fisica devono potersi applicare in ogni sistema (inerziale e non), si arriva alla formulazione di altri fondamenti quali lo spaziotempo [ossia, se ho compreso giusto, che c’è quadrimensionalità portata dallo spazio con lunghezza (1), larghezza (2) e profondità (3) e dal tempo (4) e non soltanto tridimensionalità], che la gravità non è una forza (Newton) ma la manifestazione della geometria dello spaziotempo, che le onde gravitazionali sono increspature dello spaziotempo e che due gemelli invecchiano diversamente se uno rimane sulla terra (sistema inerziale), e l’altro viaggia verso Alpha Centauri e poi ritorna giù.
Questi ideali, sicuramente per me sola, nonostante l’uso del linguaggio scorrevole e la lodevole forma esplicativa e divulgativa anche con schemi, rimangono troppo difficili da mentalizzare e replicare.
Interessante l’inframezzatura del testo con paragrafi dedicati alla scienza, alla sua divulgazione (ad es. è più volte citato Stephen Hawking), alla fantascienza e ad “esperimenti mentali” che però, come detto, non hanno semplificato poi più di tanto la mia assimilazione.
I buchi neri, comunque, non sono aspirapolveri che inglobano tutto ciò passa loro vicino e sul Millennium Falcon, in giro per lo spazio, Han Solo e Chewbecca sono incollati al pavimento perché c’è un modo per replicare la gravità terrestre su una nave spaziale: il sistema rotante accelerato usato anche in 2001 Odissea nello spazio.
Solo per questo va apprezzato il grande sforzo di semplificazione dello scrittore.

Claudia Paolini