< Invisibili al lavoro. Gli operai dal clic ai tempi della Gig Economy di  Giacomo Prati (Guerini)

Qui di seguito le recensioni di InvisibiliAlLavoro raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Invisibili al lavoro e’ un’analisi molto accurata del mondo del lavoro nell’era della gig economy. I contratti a tempi ridottissimi, la digitalizzazione delle mansioni e la mancanza di diritti stanno rendendo ancora piu diffuso il fenomeno della precarizzazione e stanno rendendo questi lavoratori invisibili.

Paola Gallo

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Il libro affronta il tema delle nuove frontiere del lavoro in seguito ai cambiamenti sociali degli ultimi decenni. Si pone in modo chiaro e risponde alle domande che spesso i giovani italiani si pongono in riferimento al mondo della gig economy e a tutto ciò che ruota intorno ad essa nella nostra società. Guarda da vicino tutte le difficoltà e le necessità di chi vive il nuovo precariato, ponendo l’accento sulla realtà e la concretezza di fenomeni sempre più attuali.

Serena Corsale

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Dalla lettura di questo saggio ho imparato tantissimo sulla realtà della “gig economy”, un mondo per me sinora quasi sconosciuto. Forse a causa della mia non più verde età, non ero a conoscenza di quanto si siano affermate forme di organizzazione del lavoro lontanissime da regole e tutele che sono proprie del lavoro tradizionale. Queste nuove tipologie, basate sulle piattaforme digitali e sui piccoli ingaggi, tolti ingannevoli aspetti positivi, in realtà compromettono fortemente sia la qualità del singolo lavoratore che i fondamentali di una convivenza civile, in quanto generano un numero sempre crescente di lavoratori precari e assolutamente invisibili, come anticipato nel titolo. La preoccupazione indotta dalla puntuale analisi del fenomeno fatta dall’autore, viene fortunatamente mitigata da proposte concrete che possano ridurne i danni e introdurre regole di sostenibilità e trasparenza.

Rosa Tripaldi

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ll testo, lineare e buon strutturato, offre una riflessione approfondita sulle forme capillari delle "nuove economie" improntate sulla velocità e sulla estrema flessibilità al cambiamento, svelando alcune criticità mascherate da grandi opportunità lavorative.

CM

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Il libro “Invisibili al lavoro” di Giacomo Prati (Guerini e associati) è un ottimo libro di sociologia del lavoro che illustra molto bene (alla pari di certi capitoli del Capitale di Carl Marx) le dinamiche del lavoro odierno. Leggendolo, ci si rende conto che se un tempo c’era il padronato, adesso c’è la dittatura delle piattaforme. Apparentemente il lavoro alla spina, o “a chiamata”, o lavoretto, sembrerebbe più libero. Invece no: risponde a un algoritmo che monitora – se sei, per esempio, un fattorino o (in italiano, ah ah) un rider – i tuoi tempi di consegna, il tuo rapporto con la clientela, ecc. E poi questi grandi datori di lavoro che utilizzano tal tipo di impieghi spesso non pagano tutte le tasse che dovrebbero (o perché sono allocati in altri Paesi o perché non sono dei veri e propri datori di lavoro, nascosti appunto, come appaiono, nelle piattaforme), per cui è molto difficile inquadrare questi lavoratori “a ingaggio” che danno vita alla “gig economy”. Gig è contrazione di engagement, e veniva usato per i musicisti che erano ingaggiati quando c’era da fare un concerto jazz, nel secolo scorso. A pensarci, c’erano già lavori così: gli attori, per esempio, aspettano un ingaggio. Ma oggi basta lo smartphone e con l’app apposita, ecco che il lavoratore viene ingaggiato, come autista, come fattorino, dalla più bassa alla più alta qualifica. Per esempio, ho visto personalmente uno studio veterinario che si avvale dell’apporto dell’ecografista che arriva con il suo pc attrezzato per la bisogna, ogni volta che se ne presenta la necessità. Prati nell’ultimo capitolo esamina anche, dopo aver elencato tutti gli svantaggi di un’economia di questo genere, i rimedi, che vanno dal salario minimo garantito alle cooperative. Una lettura davvero istruttiva e che fa meditare. Molto difficile scegliere…

Mariateresa Gabriele

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Tratta della quarta rivoluzione industriale o cosiddetta rivoluzione digitale e come dice nell’introduzione l’autore citando Cristadoro(2019) tratta “Il progresso tecnologico di oggi rispetto a quello delle precedenti rivoluzioni industriali aratterizzato da
1. l’iperconnettività, data dalla diffusione capillare delle reti;
2. lo sviluppo dell’intelligenza artificiale
3. l’aumento esponenziale dei dati che cambia il modo di analizzare fenomeni, produrre oggetti, offrire servizi, tanto da far paragonare i dati a un «nuovo petrolio .
Nella prima parte con dovizia di citazioni di studiosi e di ricerche in materia introduce il lettore sugli effetti della digitalizzazione sul mercato del lavoro e sui Rischi ormai palesi che presenta
Il tema principale è il legame tra l’innovazione tecnologica e il calo dell’occupazione, a causa della progressiva sostituzione del lavoro umano con quello automatizzato.
I lavori a rischio di computerizzazione, automatizzazione e robotizzazione sono infatti in aumento nei prossimi anni come disse già Tremolada, nel 2017.
Presenta infine buone prassi per coniugare la rivoluzione digitale senza perdere di vista i diritti dei lavoratori.
E’ un libro che consiglio a coloro che vogliono saperne di più in materia senza essere esperti

Loredana Gamberoni

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Analisi intelligente della gig economy, non la conoscevo. Molto tecnica

Maurizio Bertolini

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Libro caduto a puntino perché mi sto affacciando adesso al mondo del lavoro. Sapevo delle problematiche connesse a tutta una serie di occupazioni, ma non immaginavo tutte quelle descritte in questi saggio. Davvero illuminanti i dati riportati e davvero triste lo scenario che alcune classi lavorative devono affrontare.

Eleonora Iurlaro, 29 anni

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Ben scritto, con un apparato bibliografico degno di nota e su una tematica interessante e di sempre più attualità. Notevole.

Giuseppe Parisotto