< Io che ho visto i delfini rosa di  Biagio Proietti (Oltre)

Qui di seguito le recensioni di IoCheHoVistoIDelfiniRosa raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

Un romanzo ben strutturato: è come un puzzle in cui ogni tessera si unisce armoniosamente con le altre. I personaggi sono descritti con delicatezza, soprattutto nelle loro fragilità.
Peccato ci siano molti refusi ed errori ortografici.
Peccato per quel Riccardo (e non Roberto) Bolle a pag. 216.
Non voglio essere petulante, ma una rilettura attenta del testo avrebbe certamente evitato i troppi refusi.

Antonella Pagnoncelli

* * *

 

Avvincente. Qualche ingenuità nella narrazione (il commissario di polizia che si improvvisa senzatetto nella capitale?), titolo non particolarmente accattivante. Affascinante la figura del personaggio di Socrate.

Costanza Danovi

* * *

 

Nel groviglio di vite e di ombre della Roma abitata dai clochard si articola la trama di “Io che ho visto i delfini rosa”. È in questo contesto che si incontrano i personaggi più interessanti, persone forgiate dalla vita, a volte rese crudeli dalla stessa. L’autore parla in maniera consapevole e veritiera della Roma sommersa, lasciando trasparire la verità e, dove serve, la brutalità e la crudeltà di questa condizione. Il personaggio interessante, quello che ha dato una marcia in più alla trama è stato sicuramente Socrate, senzatetto da più di trent’anni, figura misteriosa (soprattutto nella prima parte del romanzo, ma, in maniera diversa, anche successivamente).
Socrate è un personaggio raffinato, elegante, che appartiene alla sua condizione eppure non sembra farne veramente parte, lui che ha visto i delfini rosa, poco prima di virare e cambiare vita. Molte scelte dell’uomo rimangono adombrate, proprio come succede con la trama principale, che lascia al lettore lo spazio per un’ interpretazione personale. Il resto dei personaggi è ben delineato, hanno contorni netti ed è facile immaginarseli alle prese con il loro lavoro. Un elemento meno entusiasmante all’interno del libro, però, è la presenza di numerosi errori di battitura che rendono la sua fruizione meno piacevole e lineare.

* * *

 

Questa non è solo la storia di un omicidio, di più omicidi in realtà, è la storia di famiglie diverse fra loro, di non famiglie che, anche non essendolo, di sicuro sono simili al "profumo di una famiglia".

Madri e figli, non madri e non figli.

Padri e figli, non padri e non figli.

Genitori che proteggono i figli, nello stesso modo in cui lo fanno anche i non genitori, disposti a essere disponibili nel momento del bisogno.

I senzatetto, gli invisibili, anche loro generalmente indifferenti agli sguardi dei passanti che affrettano il passo per superarli e dimenticarli, a volte sono famiglia.

Si nota che la penna è di uno scrittore di sceneggiati, storia ben realizzata in una Roma noir molto credibile.




Emanuela Francesca Di Filippo

* * *

 

Sembra che il libro non abbia avuto editing e correzione di bozze dati i refusi e il ritmo da rivedere. Peccato.

Viviana Calabria

* * *

 

E’ un libro piacevole, di facile lettura, di pura evasione.La scrittura l’ho trovata "cinematografica", mentre leggevo mi immaginavo le scene come se le vedessi. L’intreccio è interessante perchè mette insieme realtà molto diverse e abbastanza credibili.
Un appunto che faccio è che quasi tutti i personaggi sono "fisicamente bellissimi" e sempre disposti ad ascoltare i suggerimenti degli altri, forse è un po troppo.

Rosa Maria Alfano

* * *

 

Io che ho visto i delfini rosa è un giallo dall’intreccio coinvolgente ma lo stile e la lingua in alcuni momenti sono un po’ zoppicanti.

Erika Pilar Pancella