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non ho mai letto un saggio. ma non credo che questo si possa definire un saggio. scrittura elementare, banale, quasi pedestre. assolutamente da non leggere ( almeno per un lettore leggermente attento alla scrittura) ti mortifica.
daniela segreti
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Giorgia Meloni, la Romanina, così come la appella Umberto Bossi, burlandola, la sa lunga e la sa pure raccontare. Più una autofiction semioagiografica che il profilo di una statista. Parla al suo popolo con il vocabolario della combattente, fra vacanze a Coccia di Morto e spesa al mercato rionale, in una miscellanea di citazioni che va da Tolkien a Plutarco passando per Oriana Fallaci. “Telefonami fra vent’ anni”, cantava Lucio Dalla. Solo allora sapremo che ne è stato di “Io sono Giorgia”.
Rosario Cuomo
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Mi dispiace ma entrambi non sono di mio gradimento. Pertanto, questa volta, non riesco a portare a termine la consegna.
Agnese Fuligni
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La scrittura per slogan, si addice alla descrizione di questo libro. Probabilmente concepito per un pubblico sempre più formato dai canali trasmissivi di rapido consumo - i capitoli hanno titolazioni minimali con effetto appunto assertivo - ha il suo punto di massima concentrazione nei momenti dell’infanzia e dell’adolescenza, quelli in cui si è costruito il fulcro della personalità politica della biografa e la sua scalata politica fino agli scranni parlamentari e governativi. Se l’intento dell’autobiografia era quello di "romanzare" l’ascesa politica della protagonista , l’obiettivo è raggiunto ma tutto appare già sentito e già visto e, forse, sarebbe stato meglio aspettare accortamente anni più maturi per tracciare un bilancio politico.
Alessandra Teresa Traversa