< I solitari. Scrittori appartati d’Italia di  Davide Bregola (Oligo)

Qui di seguito le recensioni di Isolitari raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Parto da una premessa necessaria: sono un’accanita amante di narrativa, amo leggere storie e conoscere personaggi e non provo simpatia per i saggi.
I solitari tuttavia, pur essendo un saggio su scrittori "appartati" che magari abbiamo anche creduto scomparsi, ha in sé un parte narrativa: quella relativa alle storie di Rocco Brindisi, Lara Cardella, Aldo Busi (cito i miei preferiti): persone - e personaggi nel nostro immaginario - di cui l’autore ha raccontato sprazzi di quotidianità. Abbiamo scoperto esseri umani più vicini a noi di quanto potessimo immaginare, ciascuno con le proprie difficoltà, le proprie sfide e le "cose di ogni giorno".

Giovanna Figliuolo

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Libro generalmente scorrevole nel linguaggio, ma forse in alcuni passaggi tende ad essere un po’ confusionario per i miei gusti.
Mi è sembrato comunque utile ed appropriato come introduzione agli autori magari poco noti (almeno a me) o non in attività da molto tempo; positivo anche il ricordare e suggerire i loro titoli fiore all’occhiello.
Interessante questa prospettiva non-biografica, ritratti anche divertenti tutto sommatoco. In conclusione, dal mio punto di vista, non lo suggerirei solo come riferimento originale da cui trarre spunto per conoscere gli autori raccontati ed avere nuove letture da intraprendere.
Tutto sommato scorrevole e piacevole da leggere, sembra una conversazione amichevole davanti a un caffè

Ede Myriam Fiato

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Quindici scatti rubati, quindici istantanee di vite vissute in sordina, lontane da salotti e talk show, firma copie e ribalte. Ci sono gli eremiti, gli incompresi e i pentiti.
Risultato della rubrica tenuta dall’autore sulle pagine culturali de “Il Giornale”, questa raccolta ha il pregio di riportare alla memoria o scoprire, per i non addetti ai lavori, alcuni grandi assenti del panorama letterario, che hanno fatto proprio di quest’assenza il loro talento. Essere mancanti e tuttavia presenti, indimenticati.
Per lo più attivi, ma che pubblicano poco. O, perlomeno, poco con le grandi case editrici. E naturalmente pagano il prezzo del quasi anonimato tra il grosso pubblico.
Davide Bregola riporta alla luce quattro scrittrici e undici scrittori italiani finiti chissà dove, come dice lui, proponendoceli spesso nella loro quotidianità o descrivendoli nella loro banalità, ma esaltandoli per le loro qualità letterarie.
Lui c’è, è presente, e spesso impariamo qualcosa più su di lui che sull’intervistato ma, questo gli va riconosciuto, ce li presenta, sicuramente, con grande com-passione.
È colto Bregola, informato, ha una biblioteca e una memoria vastissima e non manca di farcelo sapere. Se sente che l’amore e la dedizione verso la scrittura sono sinceri.
Come disse Fabrizio De Andrè nel presentare il suo “Anime salve” (che dall’etimologia delle due parole significa spiriti solitari), la solitudine può portare a straordinarie forme di libertà.

Carla Negretti

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Libro molto particolare. I solitari sono scrittori meno noti e meno conosciuti, ma se ne raccontano soltanto pochi aneddoti e nessuna menzione al loro modo di scrittura e al loro linguaggio. Quindi mi è sembrato molto autoreferenziale, un punto di vista dell’autore poco condivisibile.

Gloria Rubino

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Una idea originale che ci porta a stanare anche i piu’ solitari

Alessandra Allegritti

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L’autore ci presenta una raccolta di quindici brevi racconti che ci fanno conoscere undici scrittori e quattro scrittrici, che lui ha incontrato e conosciuto personalmente.
Questi scrittori sono accomunati da una caratteristica, sono "finiti chissà dove", come dice Bregola, scegliendo la solitudine.
In solitudine per motivi diversi. Chi per scelta dopo essere stata una vera icona, un vero fenomeno sociale, dai grandi successi di vendita è tornato alla solitudine.
Chi deve ancora emergere magari semplicemente perchè ha raccontato un genere lontano dal mercato editoriale.
Bregola li ha incontrati in modalità diverse e ce li presenta al di fuori delle quinte, nella loro semplicità, nella loro realtà, con i loro difetti, manie, virtù, aspetti caratteristici e distintivi nell’abbigliamento, nei gesti quotidiani di routine raccontandoci le sue emozioni ed impressioni.
Ci fa un’analisi critica dello stile, genere, trame dei loro testi sempre però tenendo presente il loro vissuto personale.
Questo saggio mi ha fatto scoprire un tipo di lettura diversa. inizialmente ero un pò destabilizzata. Personalmente non avrei mai scelto di leggere un saggio di questo genere. Ho sempre fatto le scelte in base ai miei interessi e cioè storia, arte, archeologia. E poi romanzi di qualsiasi genere.
una critica letteraria così minuta in un mondo di scrittori che hanno scelto un tipo di vita lontano dal pubblico mi è piaciuta molto. Mi ha invogliata ad approfondire alcuni temi e rileggere dei libri "di gioventù".
Non mi è mai piaciuto leggere scegliendo da classifiche dei più venduti, spesso sono rimasta delusa. Ora ho una marea di titoli di autori "solitari" tutti da scoprire.

Greselin Maria Teresa

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"I solitari". Il titolo spiega già tutto. Si parla di alcuni scrittori che hanno pubblicato negli anni 80’ - 90’ libri per case editrici anche importanti. Molti di loro hanno venduto migliaia di copie, vinto alcuni premi letterari, poi sono scomparsi. C"e chi ha abbandonato la scrittura dedicandosi ad altro, chi invece ha continuato a pubblicare rifuggendo però interviste, apparizioni televisive, social, nonostante il successo avuto. L’autore non ci dà una risposta sui motivi di questa latitanza, ma rievocando le opere e la personalità dei suddetti, lascia che sia il lettore ad immaginare una possibile causa. Scritto in modo leggero ma non banale. Traspare una vena di affetto e ammirazione per questi scrittori particolari, solitari, appartati, sotterranei.

Mara Cerbini

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Quindici ritratti di scrittori e scrittrici di successo che dopo la notorietà hanno preferito abbandonare i riflettori. L’autore li conosce tutti e ce li presenta in maniera interessante e divertente con aneddoti, tic, virtù e debolezze. Consigliato.

Paola Carbellano

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Questo testo non mi è piaciuto, sia per la ricerca spasmodica di questi scrittori poco inclini al dialogo sia per le loro storie che non mi hanno appassionato. Niente a che vedere con il libro della Patriarca, un’altra categoria.

Maurizio Rossi