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Una narrazione autobiografica che cerca di farsi universale: la storia che fa da sfondo alla vita dell’autore, dall’infanzia all’età adulta, è la nostra storia. Dagli anni di piombo al boom delle reti commerciali negli anni ‘80 e ‘90, attraverso simboli di quegli anni (Moro, Maradona, Berlusconi), fino alla contemporaneità e alle sue contraddizioni, acuite da una tecnologia onnipresente e liquida.
Claudia Bernini
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Per motivi anche anagrafici, mi sono immedesimata molto nel protagonista.
Il racconto suona autentico, ed è coinvolgente e ironico.
La scrittura è semplice, ma accurata.
Penso che lo farei leggere ad un amico.
daniela iori
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I "sopravvalutati" sono gli ultimi quarant’anni di storia italiana, narrati attraverso racconti in prima persona. Viene descritta una società che, dietro il benessere economico, nasconde una profonda crisi di valori: la politica non sembra più in grado di dare risposte, nella scuola non c’è comunicazione tra insegnanti e studenti (è emblematico, a questo proposito, il secondo racconto), nel lavoro non contano le reali competenze ma l’immagine che ognuno offre di sé (gli abiti firmati, il corpo atletico), e persino un atto altruistico come quello di donare il sangue si risolve in una recita in cui ognuno (sia il donatore, sia il personale ospedaliero) interpreta il proprio ruolo. Il periodo che va dagli anni Ottanta ai giorni nostri viene quindi visto come un’epoca che, a ben guardare, è tutt’altro che dorata, in un saggio sotto forma di racconti. Si tratta di un espediente narrativo originale, e lo stile è ironico e spiritoso; la voce narrante potrebbe essere quella di ognuno d noi. Tuttavia, forse proprio per la forma espressiva scelta, la descrizione della nostra storia recente non risulta abbastanza approfondita.
Benedetta Alessandra Bertolino
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Mi sembra che il titolo non sia corretto. Ho letto con piacere le brevi storie e ho pensato alle pagine di un diario, al racconto di momenti autobiografici contestualizzati nella Storia con la S maiuscola: i ricordi personali si inquadrano in una cornice più grande che tutto contiene. E gli anni ’80 sono sopravvalutati? Forse, ma sono la cornice di chi ha scritto il libro e non può uscirne.
Alessandra Barone