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Un saggio, quello di Stefano Piri, che ha come contenuto non la storia del calcio in generale, ma la narrazione dettagliata di una partita che ai più suonerà certamente nota: Italia-Francia 2006. Non si tratta di una partita qualsiasi, ma di un “scontro” che ha fatto storia: per le modalità con cui è stata giocata la partita, per i protagonisti – soprattutto, per i protagonisti – e per gli indimenticabili rigori finali. Consiglio la lettura del saggio a tutti coloro che abbiano la voglia e il piacere di rivivere le emozioni di quella famosa notte e, ugualmente, a chi non c’era o era forse troppo piccolo. La lettura di queste pagine, scritte in modo chiaro e limpido, è un mezzo per venire a conoscenza di uno dei mondiali in cui l’Italia ha certamente dominato la storia del calcio.
Ottaviana Beatrice La Rosa
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Argomento molto interessante, ma troppo dettagliato in alcune parti nella descrizione degli eventi
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Personalmente l’ho trovato noioso, ma credo sia dovuto al fatto che a me del calcio non interessa nulla.
Enrico Monzini
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Da un singolo evento, pur eccezionale, avvenuto nella partita di calcio finale del Campionato del Mondo 2006, l’autore trae spunto per una minuziosa ricostruzione del mondo del calcio internazionale e nazionale e dei meccanismi istituzionali che lo governano nel bene e nel male. Mezzo secolo di storia analizzato attraverso la lente dello sport più popolare al mondo,
Paolo Mori
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L’ultima notte felice del titolo è quella del 9 luglio 2006, quando l’Italia batte ai rigori la Francia e vince il suo quarto mondiale di calcio. In effetti da quella data in avanti per l’Italia i mondiali di calcio sono diventati una sofferenza prolungata giunta fino a vedere le ultime due mancate qualificazioni. L’ultima notte felice è anche quella passata alla storia per la testata di Zidane a Materazzi con conseguente espulsione del giocatore francese e coda di polemiche mai sopite.
L’autore tratteggia nel libro l’evolversi del mondiale partendo dalla scelta della sede, assegnata a sorpresa alla Germania anziché al Sudafrica dato per favorito, e delineando il percorso fatto dalle due squadre per giungere alla finale. In particolare si concentra su alcuni personaggi, considerati rappresentativi per la storia della partita. Dalla parte francese Domenech e Zidane, tra gli italiani Lippi e Cannavaro e naturalmente Materazzi. Di questi ne tratteggia caratteri, ruolo e vicenda personale, evidenziando anche alcuni retroscena poco noti. Naturalmente nessuno di questi ha il physique du role dell’eroe, né Zidane, anche se è uno dei migliori giocatori dell’epoca, né Cannavaro e tantomeno Materazzi, arrivato al momento clou quasi per caso. E non dimentichiamoci che in Italia era appena scoppiato il caso Calciopoli, che vedrà poi la conclusione dopo la finale. Per cui giustamente l’autore vola basso, senza cercare di costruire attorno alla partita un’epica patriottica (la miglior partita disputata dall’Italia è stata quella vinta contro la Germania in semifinale). Anzi sostiene che la vittoria del mondiale ha nascosto i problemi del calcio italiano, offrendogli “una possibilità di redenzione sostanzialmente immeritata”, e che “l’assoluzione senza pentimento è una condanna alla dannazione”. Nel complesso il libro è scritto bene e di piacevole lettura. Molto interessante e originale il capitolo introduttivo, con la vicenda della statua che rappresenta lo scontro Zidane – Materazzi, così come il capitolo finale chiude bene il racconto con la scena di Gigi Riva che scende dal pullman dei festeggiamenti, par di capire in quanto non in sintonia con i molti che sono saliti sul carro dei vincitori dopo averli prima abbandonati.
Pierguido Fiorina