< Italian Psyco di  Corrado De Rosa (MinimumFax)

Qui di seguito le recensioni di ItalianPsyco raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il secondo romanzo scritto da CORRADO DE ROSA dal titolo ITALIAN PSYCHO LA FOLLIA TRA CRIMINI, IDEOLOGIA E POLITICA, mi è risultato anch’esso stimolante per i temi trattati in modo esaustivo, ma l’ho ritenuto meno coinvolgente del primo romanzo. Nonostante ciò credo che rileggerò nuovamente tale libro, per comprendere al meglio le parole dell’autore e i temi da lui affrontati.

Serena Bruno

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Con la delicatezza della introduzione, in cui il contenuto di tutta l’opera si riassume nella figura del dottor Bracamarte e le sue vicende, Corrado De Rosa, nel suo lavoro Italian Psyco, conduce il lettore, prendendolo per mano, in un abisso fatto di provocazioni, interrogativi e necessarie riflessioni sulla sanità della natura criminale. Attraverso alcuni esempi, dal processo Brevik a quello di Pasolini, alle perizie psichiatriche degli attentatori di Piazza Fontana, emerge che la deviazione dal comportamento definito “normale”, di qualunque natura essa sia, se si tratti di un criminale o di un omosessuale, non ha nulla a che vedere col temperamento del folle. Tant’è che questi esempi citati, rifiutano di essere considerati malati e chiedono di essere giudicati in nome della verità. L’opera di De Rosa cerca dunque di smontare l’assioma secondo cui tutto ciò che è alieno o che sfugge alla nostra comprensione, è per forza folle. Attraverso una narrazione lucida, diretta, priva di commenti edulcoranti – e per questo appassionante – il lettore, con lo stesso fare improvviso con cui ci si ritrova sognando, è immerso nel bel mezzo di alcune delle più cupe vicende della storia. I salti temporali da un fatto all’altro, però, non creano vertigini o vuoti nello stomaco, ma solo smania di vedere quale sarà il prossimo salto, la prossima domanda.

Simona Sofia Sasso

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E’ un bel libro, che nella sua drammaticità svela alcune azioni del "potere" e di come la "pazzia" sia usata per depotenziare gli avversari. Troppo indiziario in alcuni momenti, ma fa riflettere

Cesare Gigli

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Essendo studentessa di psicologia non posso che essere particolarmente appassionata alla materia, e sono nello specifico sempre stata interessata al funzionamento della mente patologica e psicopatica. Un affondo come quello fatto da De Rosa sul tema, ambientato nel contesto attuale e nelle strade del nostro Paese, mi ha catturata dalla prima pagina.

Erica Zagato

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Lo psichiatra Corrado De Rosa in "Italian Psyco" restituisce, da una visuale molto particolare, la vita di alcuni celebri personaggi della storia contemporanea, nel momento processuale in cui è stata chiamata in causa la malattia mentale come pretesto giustificatorio per i comportamenti di cui erano imputati (ad esempio con Pietro Valpreda, Mehmet Ali Agca e altri). Sicuramente interessante e non scontato, con un importante utilizzo di fonti secondarie.

Giuseppe Parisotto

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Il saggio di De Rosa sgombra il campo da uno dei più pericolosi qualunquismi che affliggono le cronache e anche le riflessioni dei lettori avveduti. La malattia mentale, argomento di per sé scivoloso e di difficile etichettatura, é stata strumentalizzata e continua a esserlo in molteplici situazioni , come accuratamente documentato nel testo, dal caso Moro alla radicalizzata Sergio, passando attraverso le compiacenti sentenze a favore di mafiosi. De Rosa affronta il tema in modo sistematico, spiegando chiaramente che comportamenti aggressivi e fuori norma non sono automaticamente indice di disturbo mentale, quando non sono costruiti ad arte.

Il desiderio di distanziarsi dall’incomprensibile fa il resto: l’impulso che ci spinge a pensare: "Io non sarei mai "quello, il pazzo" forse è lo stesso che ci fa sentire al sicuro se leggiamo i gialli di Agatha Christie dove il crimine "é" ma accuratamente pettinato dietro cespugli di rose e incontri in pub sonnolenti.

L’autore si destreggia nella materia con precisione , dando al testo l’impronta della narrazione romanzesca, il che ne fa una lettura gradevole e al tempo stesso fonte di utili commenti. La bibliografia é ricca di spunti per approfondimenti. Senza dubbio il migliore trai due testi proposti.

Elisabetta Nucifora

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Interessante,molto realistico ti fa pensare ti fa capire cose che spesso pensi e neanche vuoi credere ma lo sai che tutto e soprattutto la mente che traduce il pensiero in azione può essere strumentalizzata,usata a nostro vantaggio e/o svantaggio. Pensare che insieme al cuore comanda la nostra vita è terribile pensare di usare la nostra psiche per "aggiustare" la nostra vita. Mi è molto piaciuto

Maria Sgro

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Chi effettivamente può essere considerato un pazzo? I criminali, terroristi, che abbiamo conosciuto nell’ultimo secolo, sono pazzi o semplicemente il loro contorto modo di vedere la realtà è gfrutto di una loro normalità pienamente cosciente?
Analizzando questo tema, Corrado De Rosa ci porta in luoghi e. contesto differenti, analizzando temi davvero molto interessanti con un criticismo quasi surreale visto in argomenti del genere.

Lucia Savatteri

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La lettura è avvincente, scorrevole e immediata. Si viaggia nel tempo, tra un omicidio e una strage, un attentato e un sequestro, si analizzano i casi facendo riferimento ad atti giudiziari, sentenze, testimonianze, verbali, che si susseguono come in un romanzo giallo. I racconti storici, politici e diagnostici cadenzano la narrazione. Le domande sono molteplici, molte chiaramente senza risposta, ma invitano a riflettere o almeno a soffermarsi su alcuni temi: come deliberare la differenza tra follia, violenza, impunità e altre possibili patologie, come diagnosticare realmente un disturbo mentale e dare dignità al paziente.

Roberta Ciccarelli

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La storia italiana raccontata attraverso alcune patologie psichiatriche o comunque ritenute tali all’epoca dei fatti (per esempio l’omosessualità del capitolo su Pasolini non è più ritenuta una malattia mentale, per fortuna). Libro molto interessante sia per concezione che per esposizione: si segue volentieri e pone interrogativi su come possa essere difficile stabilire cosa di preciso sia la malattia mentale e come qualcuno possa decidere di usarla come scusa per compiere crimini.

Elena Cicalini

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Il libro è di facile lettura ed è scorrevole.

Pamela Pecis

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Un libro ben scritto, con un ritmo serrato e che ha il pregio di approfondire molti casi di nera del nostro paese. De Rosa oltre ad essere uno psichiatra, ha il merito di di rendere le sue tesi appassionanti, con frequenti flashback nel passato della sua materia, appassionando il lettore con una scrittura degna da maestro del thriller. La follia, o la presunta tale, è la vera protagonista di questo saggio e di come camorristi, mafiosi e terroristi si siano trincerati dietro la malattia mentale per non pagare il prezzo dei loro crimini.

Maria Gabriella Giacinto

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Una nuova visione di chi veramente comanda e cioè gli psichiatri che decidono, anche per parte dei giudici, chi è condannabile e chi no

Annamaria Ciarrocca

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Il primo libro verte sulla malattia mentale e riporta esempi concreti della storia più recente su come questo tema sia stato sfruttato all’interno delle aule di tribunale sia da parte della difesa che degli imputati stessi per manipolarne le sentenze.
La psichiatria è una branca della medicina che non può dimostrare le sue tesi con una base scientifica e questo le ha consentito di essere modellata e adattata ad ogni situazione che lo richiedeva. Questa sua malleabilità l’ha resa un arma a doppio taglio ai fini del raggiungimento della giustizia. Vengono riportati fatti di cronaca nera dalla strage di Piazza Fontana al rapimento di Aldo Moro in cui il problema psichiatrico è stato sfruttato dai soggetti coinvolti per divincolarsi da ogni qual si voglia responsabilità. Talvolta invece è stato utilizzato per ripulire l’immagine di personaggi importanti di cui non si voleva infangare il nome, come nel caso di Pier Paolo Pasolini.
Un libro decisamente interessante che intreccia fatti di cronaca in grado di farti riflettere sul confine labile tra anomalia e anormalità.

Silvia Moreschi

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Un bel tomo corredato da ricca bibliografia in cui lo psichiatra De Rosa cerca di "restituire un tassello di dignità...a chi soffre davvero di un disturbo mentale" analizzando i rapporti tra criminalità e malattia, individuando finti malati e consulenti discutibili, auspicando che venga rinforzato il sistema di attribuzione degli incarichi peritali per far sì che la follia non possa essere nè una scappatoia per i colpevoli nè un "ansiolitico sociale" . Dr Rosa arriva a queste considerazioni attraverso la ricostruzione dettagliata e leggibilissima di casi tra i più disparati, da Ali Agca a Valpreda, da Pasolini a Moro, dalla camorra ad Angelo Izzo, da Bernardo Provenzano a Giusva Fioravanti etc.

Franca Nicolais

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Un libro certamente difficile, che mostra vari episodi criminali e come forse si debba sospendere il giudizio quando si giudica la sanità mentale di una persona, argomento su cui lascio commentare gli psichiatri, non un libro per il lettore comune, non un libro per me.

Chiara Marcucci

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Libro disarmante e per certi versi sconvolgente. Potere e follia. Protezioni, favori, uno scenario avvincente.

Alessandro Minello

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La malattia mentale sembra essere relativa a condizioni politiche e sociali dell’Italia in questo saggio che ho trovato ben scritto e costruito. Fruibile anche per un largo pubblico non usa paroloni e non rende noiosi o morbosi temi difficili come la follia e la malattia mentale. Il titolo tende ad essere fuorviante rispetto all’identità della missione intrinseca definita nella prefazione.

Gloria Rubino

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È tutto lì, nell’introduzione. A partire dall’omaggio al romanzo di Machado De Assis, ‘L’Alienista’, rilettura surreale di una pretesa irraggiungibile: segnare il confine tra follia e normalità. La presunzione di comprendere ogni comportamento umano etichettandolo come folle tanto più si allontana dalla ‘normalità’. La follia funziona da ‘ansiolitico sociale’. Pensiamo al gesto assurdo, brutale, efferato di Alessia Pifferi dell’estate appena trascorsa: un comportamento disumano, frutto di una mente disturbata e la spiegazione rasserena, ci tranquillizza.
Tuttavia, il cortocircuito più pericoloso, dichiara De Rosa, si realizza quando ‘questa smania diagnostica si incrocia con il crimine’. Da sempre proviamo ad indagare l’origine del male, ci chiediamo: i criminali sono cattivi o malati? Pazzo, instabile, confuso, disturbato, le due figure che l’autore introduce per spiegare la disambiguazione linguistica sono speculari: Pinochet, che riesce a sospendere il processo grazie alla presunta diagnosi di annebbiamento mentale; Anders Breivik, che durante l’inquisitoria esige una linea difensiva che si fonda sulla sua completa responsabilità. Da questo assunto De Rosa si muove per indagare il controverso rapporto tra follia e potere nella storia recente italiana tracciando tre direttrici: la strumentalizzazione delle patologie per plasmare l’opinione pubblica, la manipolazione di aspetti psichiatrici per favorire strategie di potere e, infine, l’utilizzo (ben noto) della malattia per evitare processi e condanne. L’approccio a temi così complessi è molto interessante perché l’autore riesce a dare voce alle vicende umane. Casi che conosciamo bene, raccontati sotto una luce diversa, obliqua, ci spiazzano. Una lettura disorientante che mina le poche certezze che pensavamo di avere.
Pasolini e la figura lombrosiana di Semerari; il sequestro Moro e il comitato di esperti della mente; Provenzano e il paradosso della proroga del regime 41 bis; la morte annunciata di Diana Blefari; Fatima az-Zahra e il confine incerto tra fanatismo religioso e delirio mistico.
‘Ci sono pagine della storia italiana che sanno di teatro dell’assurdo e che si sono confrontate troppe volte con l’ambiguità della psichiatria’. Proprio in questi giorni in sala propongono l’ultima bellissima opera di Amelio. Riscrivere queste pagine, cercare di fare chiarezza, in definitiva, come la tavola di Rorschach in copertina, che, contrariamente al suo intento, nello specifico ha un’accezione incontestabile.

Riccardo Lanferdini

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Vedi libro 2

Federico Corubolo

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Il libro parla di come, molte volte, il concetto di "follia" è stato utilizzato per "giustificare" i comportamenti violenti. Attraverso il riferimento a fatti realmente accaduti, viene spiegato come molti processi siano stati manipolati attribuendo l’infermità mentale a criminali ben lucidi di mente. Molto interessante, abbastanza scorrevole. Raccapricciante nei fatti che racconta ma, effettivamente, è un discorso obiettivo su fatti che abbiamo visto accadere. 

Cinzia B.

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Tema interessante e ben scritto: una riflessione sull’utilizzo strumentale della malattia mentale e della psichiatria da parte del potere, a vari livelli.
Molto classica la formula utilizzata: si parte da una tesi, che viene confermata attraverso il racconto di specifici episodi della Storia d’Italia nei quali il ricorso all’infermità mentale è stato utilizzato o per screditare il "nemico" o per invocare la clemenza della corte. Il problema principale di questo tipo di saggi - ed anche di questo - è che la qualità delle storie non è sempre allo stesso livello.

angela sirago

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Italian Psycho è quello che definirei un libro magistrale.
Argomento, ritmo, struttura, fluidità dei passaggi, focus sui grandi eventi storici nella storia che hanno come protagonista secondaria (ma solo apparentemente) la malattia mentale, fino ad arrivare ai fatti di “cosa nostra”, con il Maxiprocesso a Tommaso Buscetta, gli anni di piombo, i clan mafiosi, le stragi, sono così abilmente integrati e interconnessi, da fare di Italian Psycho un trattato indimenticabile.
L’excursus nella storia è ammirevole, così come ammirevole è la grazia determinata del linguaggio.
Parlare di malattia mentale con un tono super partes e insieme dissacrante, denota non solo una straordinaria abilità, ma un coinvolgimento profondo dell’autore che, sebbene con grande lucidità, affronta le pagine più “malate” della storia italiana con una punta di grande amarezza.

Ilaria Vitali

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Il saggio di Corrado De Rosa “Italian Psycho”, percorre attraverso l’analisi di alcuni casi esemplari, lo spettro dei vari ruoli che la salute mentale gioca e ha giocato nella storia italiana recente, tra criminalità e politica.
Il libro riesce con grande equilibrio a evitare i toni sensazionalistici che pure alcuni dei personaggi trattati hanno ispirato, per illustrare i meccanismi della giustizia e della politica (a volte non meno misteriosi di quelli della mente).
L’obiettivo del libro è quello di fare conoscere la realtà delle mille sfumature che vengono normalmente raggruppate sotto la scorciatoia della “follia”: dai ben documentati abusi nei tribunali all’inadeguatezza della struttura di supporto per chi ne avrebbe bisogno.
A un livello superiore, il libro sollecita anche questioni più sofisticate, come quella della definizione stessa di “sanità mentale” di fronte a crimini e azioni disumane.
In questo saggio non si trovano risposte - come è giusto che sia, data la complessità del tema - ma un invito a all’attenzione, al non voltarsi dall’altra parte non appena si sente o legge la parola “follia”.

Nicola Scodellaro

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Un saggio estremamente interessante che si legge come un romanzo. Una scrittura imminente. Peculiare l’utilizzo di frasi molto brevi che inchiodano il lettore con entusiasmo e trasporto.
Una disamina approfondita ma mai pedante su varie vicende giudiziarie che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese. Vicende che svelano l’orrore della strumentalizzazione della salute mentale.
Un libro che andava scritto e che va letto.
Davvero bello.

Ilaria Liccardo

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Libro sulla manipolazione delle menti in situazioni al limite: dalle guerre internazionali ai processi nazionali come la psichiatria può modificare la realtà. Testo originale per argomento, molto interessante e dallo stile scorrevole.

Maria Simionato

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Coinvolgente ed interessante.
Permette anche a chi non è del settore di riflettere sull’impatto che lo studio della salute/malattia mentale ha in ambito giuridico.
La lettura procede agevolmente nonostante la tematica sia impegnativa.

Silvia Iesari

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I criminali sono cattivi o malati? E in particolare, la malattia psichiatrica e il disagio psicologico è reale o si tratta di finzione per respingere le proprie colpe in funzione dei vantaggi che ne derivano? L’uso e l’abuso della follia in questi casi si basa sull’arbitrarieta’ nella valutazione della capacità di intendere e di volere che da luogo a perizie contrastanti, legate a fenomeni di corruzione e no.
Accusare poi qualcuno di essere matto si ha gioco facile visto che tutti abbiamo almeno uno scheletro nell’armadio: è un’ arma potente per delegittimare ideologie scomode o atteggiamenti non omologati.
In generale trattare ambiguamente i disturbi psichiatrici contribuisce a togliere dignità e ad aumentare i pregiudizi verso chi soffre davvero di un disturbo mentale.

Maria Cacciavillani

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I precedenti libri dello psichiatra Corrado De Rosa, “Medici della camorra” (2011) e “Mafia da legare” (2013) avevano come filo conduttore l’utilizzo strumentale della malattia mentale e dei benefici di giustizia da parte della criminalità organizzata; in questo nuovo saggio si allarga il campo d’indagine sull’ “utilizzo creativo” delle perizie psichiatriche.
Non solo crimine organizzato, terrorismo ed eversione, ma anche Cesare Lombroso, il criminologo equilibrista Aldo Semerari (“Mente nera” è un volume del dott.De Rosa del 2014), Pasolini, le diagnosi su Aldo Moro durante la prigionia, Angelo Izzo e Ali Agca, Italian Psyco è un saggio sulla permeabilità della psichiatria e sui rapporti con il potere e la politica. Diagnosi irrealistiche (se non addirittura false) oppure considerare la diversità come perversione che quindi consente di delegittimare qualsiasi dichiarazione.
Il volume, nonostante l’argomento, è godibilissimo (come tutti i libri di De Rosa), un’opera divulgativa sul tema, tecnico e narrativo, senza cadere in tecnicismi. Sempre molto interessante la bibliografia.

Teresa Catenaro

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Modo di essere o malattia? Comportamento o patologia? Ovvero, dove inizia il problema psichiatrico? A livello cerebrale c’è ancora moltissimo da scandagliare. Con questa premessa l’autore esamina importanti processi che hanno tenuto a lungo le prime pagine dei giornali. Una rilettura, quindi, della storia, con un taglio particolare, di grandissimo interesse. Che mette a fuoco i limiti delle perizie psichiatriche.

Laura Pavese

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Italian Psyco: il titolo alla british non brilla. Tuttavia, la riflessione sul rapporto ambivalente follia-malattia-orrore è affascinante e approfondita, ricca di riferimenti storici e stralci processuali autentici. De rosa si apprezza per uno stile snello e incalzante, pragmatico. L’astrazione fa spazio ad un percorso "a macchie" di alcuni celebri casi giudiziari noti per una certa ambiguità di fondo, tra vizi di mente, veri o presunti, e lucidissima abilità criminale. 

CM

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Benché si tratti di un saggio, frutto di un lavoro di ricerca e studio, ha la scorribbilitá del racconto, del romanzo.
Trattandosi di personaggi noti, che si conoscono  attraverso la cronaca delle loro vicende, scritta a caldo e che non da spazio per gli approfondimenti delle personalità, é automatico il riferimento al proprio ricordo e il desiderio di scoprire di più.
Un saggio trascinante come un romanzo.

Chiarastella Zonghi

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Corrado De Rosa segue i casi giudiziari più significativi della storia italiana per spiegare come la malattia mentale sia stata usata per proteggere i politici o per ottenere benefici di giustizia e relegare ad un gesto dettato dalla follia le pagine più nere della cronaca italiana. La scienza può essere manipolata allo scopo di deresponsabilizzare i colpevoli di reati drammatici ed atroci e tranquillizzare l’opinione pubblica

Paola Todeschini

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Partendo dal paradosso dello psichiatra Bacamarte che in Brasile internò tutta la città in manicomio per un motivo e per il suo contrario, l’autore critica la pretesa di giudicare comportamenti e crimini con diagnosi psichiatriche spesso di comodo. Vengono presentati casi di psichiatri asserviti al potere o conniventi con la mafia. Un saggio interessante, scritto in modo chiaro e accattivante.

paola confalonieri

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Il saggio dimostra come l’uso distorto delle perizie psichiatriche di parte abbia condizionato la storia di alcuni famosi casi giudiziari. Ricco di riferimenti documentali e scientifici, dotato di uno sguardo ampio, non limitato alle sole vicende italiane, è condotto con uno stile oggettivo e accattivante, e coinvolge il lettore nell’indagine sulla definizione fra normalità e eccezionalità dei comportamenti umani e sulle conseguenze che essa implica a livello giudiziario, politico e sociale.

Fabrizio Papi

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Triste e avvilente la lettura di questo libro, dal quale si viene a sapere quanto sono state sfruttate "a fin di male" caratteristiche di personalità umana per ottenere risultati utili a violenti, assassini, colpevoli di efferatezze.
Alla fine ti lascia un senso di angoscia.

Antonella Arbia

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Il libro di Corrado De Rosa è stata una lettura davvero stimolante: un viaggio tra varie vicende della storia recente tramite cui poter ragionare su volontà e follia, normalità e anormalità. Ho letto Italian Psycho quasi tutto d’un fiato. Non solo per le intriganti vicende che vi sono narrate, ma anche per il modo di raccontarle che mi ha fatto percepire il testo come un piacevole mescolarsi di narrazione e saggio.

Serena Angelucci

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Pur apprezzando lo stile preciso e la narrazione fluida, ho abbandonato presto la lettura per via dell’argomento per me respingente.

Grazia Teresella Berva