< L’acqua del lago non è mai dolce di  Giulia Caminito (Bompiani)

Qui di seguito le recensioni di LAcquaDlLagoNonEMaiDolce raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Bellissimo romanzo che ti riporta agli anni dell’adolescenza, con le sue contraddizioni e le paure che li contraddistinguono. Una scrittura avvolgente che ti porta tra i sapori e gli odori come se lo stessi vivendo.

Mara Zanardi

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“L’acqua del lago non è mai dolce”, ma può essere profonda appena ti ci butti dentro. È lì però che si impara a nuotare davvero: del resto se non sai nuotare nel vasto ed impetuoso mare che è la vita allora sei messo male, perché la partenza è sempre al largo e l’arrivo, forse, in un porto sicuro è lontano; però lo devi raggiungere da solo, superando onde e correnti, perché solo in questo modo finisci di prendere schiaffi, solo in questo modo la vita la prendi a morsi. Per fortuna Colombo Antonia, dalle tempie strette, indurita e scavata dalle bordate della vita, è l’ancora dei suoi figli, il loro frangiflutti. Attraverso gli occhi della secondogenita, osserviamo lo srotolarsi della vita della madre, il cui filo, sfilacciato e liso, si intreccia con il suo ed è sempre ad un passo dallo spezzarsi; ma non accade, perché la tempra della donna è forgiata dagli eventi ed è forte, soprattutto quando la tempra avviene con una forte dose di sofferenza.
Senza di lei, la famiglia si atomizzerebbe e tutti i suoi componenti vagherebbero per l’universo, impazziti e senza meta. Invece con lei al centro, tutti girano ordinati come elettroni, nell’alveo di una scialba ed amorfa esistenza alcuni, frementi ed elettrizzati come girini, altri.
In questo romanzo dove le parole sembrano pietre scolpite e la sofferenza (e la sfiga) si tocca con mano, dove la realtà si costruisce pezzo dopo pezzo, pagina dopo pagina, i ragazzi di Antonia ci provano a prendere a morsi la vita. Ci riusciranno?

Beniamino Nargi

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Un libro duro, come è la vita di Gaia, la protagonista, che vive una adolescenza triste e rabbiosa tra la povertà della famiglia, le incomprensioni con la madre, l’emarginazione sociale fuori casa e anche a scuola.
L’unica risposta di Gaia è la rabbia che sfocia in violenza, sempre e comunque, anche quando deciderà di iscriversi all’Università: lo farà per vendicarsi di tutto quello che ha subito.
Non aspettatevi però il lieto fine. Semplicemente, il romanzo finisce e noi non sapremo mai se Gaia ce l’ha fatta a riscattarsi o meno.
Un libro che potrebbe piacere non tanto agli adulti quanto ai coetanei che condividono con Gaia le paure, le insicurezze, la voglia di ribellione, l’incapacità di capire i propri sentimenti.

Angela Costantini

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La storia è di quelle difficili da digerire, alla nostra protagonista sola, non capita e povera, capita di tutto. Ma non è quello che mi ha rallentato, bensì lo stile di scrittura che all’inizio mi ha catturato ma poi mi ha un pochino stancato.
L’acqua del lago non è mai dolce è un libro molto amaro. Gaia vorrebbe ribellarsi all’ingiustizia sociale, ai tradimenti di chi ama, alle brutture del mondo. Come tutti gli adolescenti vorrebbe cambiare l’ordine delle cose ma il modo che sceglierà non sarà mai quello corretto.

Alberto Ramia Perocchi

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Il libro ha uno stile di scrittura che permette di immedesimarsi perfettamente nel personaggio e di immaginare le scene descritte. È molto diretto e racconta in modo schietto e reale il periodo dell’adolescenza. Un libro sicuramente consigliato, soprattutto per chi vuole addentrarsi in una storia che parli di adolescenza, di estate, ma anche di problemi economici e sociali.

Eleonora Nocita

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Avevo già divorato questo titolo qualche mese fa, è stato un piacere riassaporarne alcune pagine, lo strascico di malinconia e di nostalgia mi ha accompagnata volentieri in queste giornate uggiose

Viviana Z