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Questo libro pregevole, non solo raccoglie le testimonianze di alcuni dei più grandi scrittori contemporanei, ma ha il pregio di aprire tante finestre sulla cultura americana, forte della sua varietà, che ne nasconde anche profonde contraddizioni.
Ne traspare un amore viscerale per la letteratura che negli anni è riuscita a intercettare i cambiamenti politici e sociali.
Un testo che sicuramente fa prendere coscienza della complessità della realtà che ci circonda e di come le nostre voci possano averne una grande influenza.
Consigliato.
Francesca Pellegrino
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Lo stile fluido di Enrico Rotelli ci immerge nel mondo di un’intera generazione di scrittori statunitensi, quelli nati intorno agli anni ’60, costruendo attraverso il dialogo diretto con gli stessi e l’intreccio con le loro voci dirette, un racconto corale a 360 gradi che consente di comprendere un intero mondo: quello dell’enorme esperimento che è l’America.
Francesca Mastrogiacomo
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“L’America è un esperimento” è una collezione di interviste ad autori contemporanei statunitensi, sottolineando la loro idea di “sogno americano”, o meglio, del suo fallimento. Il libro mi ha permesso di conoscere autori americani che non conoscevo e la loro storia. Il libro mi è piaciuto. La formula dell’intervista per tutto il libro però non mi entusiasma
Eleonora Bottelli
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Ne “L’America è un esperimento” sono raccolte 13 interviste ad altrettanti scrittori d’oltreoceano, dal 2015 al 2020. Ne esce un racconto puntuale degli Stati Uniti tra promesse non mantenute, scantonamenti e prospettive inesplorate.
Autori famosissimi, Pulitzer e autori che qui in Italia sono meno noti: ognuno con la propria visione dell’America, della società e del proprio lavoro. Ma soprattutto, tutti rimandano ad altri autori: ne leggi uno e ne scopri altri mille. “L’America è un esperimento” è una parabola di crescita personale per l’autore e disgregazione collettiva per gli Stati Uniti per come gli interpellati li ricostruiscono. Il testo di Rotelli è un prezioso carotaggio delle stratificazioni di quel terreno fertile e tellurico che sono gli Stati Uniti tra il termine della presidenza di Obama e la presidenza di Trump. Questa raccolta tesse un racconto sulla ricerca dell’identità, delle lotte, le ipocrisie e le paure di una comunità, affrontato ora con umorismo, ora con amarezza, ma sempre con lucidità. Edito da La Nave di Teseo, la dedica del libro va a una delle intellettuali più devote alla letteratura americana, Fernanda Pivano.
Federica Rizzo
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Il libro contiene ventitré dialoghi/interviste pubblicati quasi tutti sulla Lettura del Corriere della Sera, dal 2015 al 2020. La forma del dialogo efficace nel descrivere l’autore nella situazione specifica del momento in cui avviene l’intervista, mentre poco approfondisce e posiziona l’opera complessiva.
La lista degli autori è molto eterogenea; include i vecchi Erica Yong, Lawrence Ferlinghetti, gli affermati per es. Bret Easton Ellis, Jay Mcinerney, Michael Chabon, Jeffrey Eugenides, e poi moltissimo giovani, uomini e donne, di cui si nota la recente immigrazione da più parti oltre oceano. Il panorama nord-americano è talmente ampio che non è pensabile una sufficiente copertura, si nota l’assenza di J. Egan, J. Didion, Jonathan Frenzen.
Le proposte di giovani e di emigrati, che talvolta usano l’americano come second language rendono il volume interessante e vale la pena di leggerlo.
Gianfranco Casaglia