< L’amore che devi di  Sara Maria Serafini (Morellini)

Qui di seguito le recensioni di LAmoreCheDevi raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Ho divorato il libro in una giornata!
È quel tipo di romanzo che ti fa sentire qualsiasi emozione provi la protagonista.
La debolezza davanti ad un amore viscerale e l’infelicità palpabile davanti a qualcosa/qualcuno a cui dovresti essere fedele.
È una scrittura forte anche nei personaggi secondari che nonostante la loro marginalità contribuiscono alla stesura della storia.
A tratti odi quasi Violante per le scelte masochiste ma alla fine non puoi fare altro che sentirti partecipe del finale.
Assolutamente consigliato!

samantha

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"L’amore che devi" è un romanzo scritto da Sara Maria Serafini. Il romanzo vede come protagonista Violante, donna realizzata con un lavoro, un marito e due figli ma che sente la mancanza di qualcuno nella sua vita. Più precisamente, di Riccardo, il suo ex fidanzato.
"L’amore che devi" è un romanzo che parla di necessità: necessità di trovare l’amore vero, la necessità di ritrovarsi. È un libro pieno di flashback che arricchiscono ulteriormente l’intreccio principale, il quale risulta molto interessante. Il romanzo dà, infatti, dei buoni spunti di riflessione sul rapporto che la maggior parte delle persone ha con i ricordi, con l’amore e con le relazioni intraprese. La considero una lettura gradevole.

Annapia Fiore

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Circolo dei lettori
di Roma 6 “Barbara Cosentino”
coordinato da Cecilia Gabrielli
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Nonostante l’entusiastica recensione della Fiorello, non l’ho trovato affatto interessante. Indecisa tra un amore di gioventù che è riapparso nella sua vita e le sue certezze si trascina per oltre cento pagine e non trova le parole.
Io ne ho trovata una sola: noia

Luisa Scorciarini Coppola

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“L’amore che devi” è un racconto che, a mio avviso, descrive in modo molto superficiale la vita incompiuta di una giovane donna (Violante), rimasta ferma a metà strada tra il ricordo e il rimpianto del primo amore e l’insoddisfazione della vita attuale di donna sposata madre di due figli.
Sia la protagonista che gli altri personaggi (questi ultimi tutti descritti in modo piuttosto superficiale) sono raccontati con un linguaggio che a me è apparso banale; l’immagine di Violante è piuttosto stereotipata.
Ma io non sono una critica letteraria e non sono tecnicamente preparata per esprimere un giudizio così negativo.

Simonetta Rosa

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Un libro che ti prende dal primo momento e si fa leggere facendoti immedesimare nella vicenda. Un libro sull’importanza delle scelte, sui ricordi e su quanto a volte questi possano stravolgere la realtà. La protagonista si trova a scegliere fra Riccardo, suo amore di gioventù, incontrato dopo tanti anni, e l’amore tranquillo del marito. Nel suo cammino sarà supportata da due amici veri che la aiuteranno a capire molto di quello che lei stessa desidera  nel profondo dell’anima, al di là dei ricordi e dei rimpianti che inevitabilmente ogni scelta porta con sé.

Angela De Chirico

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Una storia che inizia "al tempo di...", in stile "Un giorno", per me vince sempre.

f

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Una storia purtroppo sentita più volte: due adulti che scelgono un amore infelice perché non riescono ad affrontare il loro amore vero, accontentandosi di una vita mediocre per senso di responsabilità.
Un libro ben scritto, con i personaggi affrontari in maniera esaustiva. Personalmente non ho sentito mia la trama perché ritengo l’amore, come tutti gli aspetti della vita, una questione di scelte, e mi dispiaccio di leggere ancora storie che narrano questa triste storia di adulti che, solo perché adulti, si sentono obbligati a vivere una vita che non è la loro. Trovo il messaggio del libro, un po’ vecchio stampo, veicolando un’immagine della donna succube che vorrei non leggere più di questi tempi. Non che non esista la donna succube, ma nel 2022 mi piacerebbe leggere di donne che hanno “due biglie così” e non si fanno mettere i piedi in testa dal primo uomo che le fa sentire desiderate e poi le abbandona deliberatamente.
In questo libro l’uomo non è solo una figura dominante socialmente, ma è anche una scelta obbligata per questa donna, che non riesce a immaginare una vita senza queste figure paternali e di controllo.
Non sono d’accordo con l’idea veicolata dal testo, perché la trovo particolarmente retrograda e triste.

Adele De Pasquale