< L’anatra sposa di  Marta Ceroni (Bompiani)

Qui di seguito le recensioni di LAnatraSposa raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Questo romanzo è innanzitutto uno scorcio nella natura in quel di Ghiarole, paesino in provincia di Reggio Emilia.
Il linguaggio realistico e lo stile confidenziale mi hanno trascinata in un quadro allo stesso tempo lirico, vivido e ricco di sfumature: personaggi ben caratterizzati, di cui ho fatto conoscenza partecipando alle chiacchiere all’osteria di Dora, chiacchiere immancabili anche alla parrocchia, tra le poco apprezzate orazioni di Don Cagna e le laboriose suore, i silenzi di Ermanno, "quello delle suore", il tutto fare della comunità, timido e riservato, capro espiatorio del misfatto al centro di questa storia ossia la gravidanza della dolce, bellissima ed esuberante Nevia, che nonostante il suo ritardo mentale inconsapevolmente avverte il proprio diventar donna. Ma questo è soprattutto un romanzo di formazione che riguarda la sorella di Nevia: Alda, la ragazza mascolina e selvaggia del villaggio, che se inizialmente sarà mossa con superficialità da un capriccio per l’oggetto del proprio desiderio, l’anatra sposa di Nazareno, il pastore spaccone; invece nel corso della storia il suo personaggio, apparentemente spensierato ed arido, vedrà un’evoluzione interessante - ma non solo del suo, infatti anche la madre, burbera diffidente e alcolista si riaprirà al mondo ed alla vita.
Scrittrice che sembra tutt’altro che esordiente in questo romanzo bucolico in cui la natura non fa solo da sfondo ma è parte integrante della storia.

Claudia Marcela Tagliaferri

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"L’anatra sposa" mi è risultato di più difficile approccio forse a causa di una eccessiva brevità dei capitoli (o forse sarebbe meglio dire paragrafi) che costringono i numerosissimi personaggi del romanzo a non venire mai fuori del tutto e quindi a lasciare in sospeso troppe situazioni (il personaggio Fanti partito per chissà dove, ma poi subito fatto morire).
Romanzo quindi decisamente vasto come assortimento di personaggi, nonostante la limitatezza dell’ambientazione, il paragone impietoso col Don Camillo di Guareschi è dietro l’angolo e a mio modesto parere non basta spostare cronologicamente di 20 anni una storia per renderla naturalemte originale,

Gianluca Mischi

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Il libro inizia in modo lento, ma particolareggiando molto bene il paese in cui è ambientata la storia. Meno dettagliati i suoi abitanti, di cui non vengono approfondite le personalità, almeno fin verso metà libro, da cui inizia una sorta di rinascita dell’intero paese e la crescita personale della protagonista. La storia diventa a quel punto più interessante e la lettura più scorrevole, ma la trama risulta comunque nel complesso poco avvincente e non trova un punto di arrivo soddisfacente: ti fa pensare di aver letto solo una porzione di una storia molto più ampia.

Mirella Bianchi