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L. Bonfanti, L’enigma del neurone giovane
Bonfanti studia la plasticità del cervello dal 1990. E’ dunque una voce autorevole che in questo breve e denso saggio spiega i tre fattori fondamentali che presiedono alle variazioni dell’architettura del cervello nel corso della vita umana: plasticità sinaptica, che prosegue per tutta la vita; neurogenesi, che è propria dell’età giovanile; neuroni immaturi, tipici dell’età adulta. Benché l’enigma del neurone giovane non possa dirsi risolto, come alcuni entusiasti delle cellule staminali sostengono, Bonfanti, ripercorrendo le ricerche scientifiche dagli anni Sessanta ad oggi, comprese le proprie, conclude con un moderato ottimismo sulla possibilità di contrastare deterioramenti come quello della demenza senile e dell’Alzheimer.
Tuttavia il saggio è irto di dettagli tecnici e di storia della scienza che pregiudicano la resa divulgativa, malgrado l’accorgimento di proporre la materia secondo una troppo ripetuta metafora di un thriller e impacciate tecniche di flashback e suspense, se non fuori luogo, comunque inefficaci.
Carlo Marchesi
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Argomento più tecnico e specifico, ma trattato in modo abbastanza facile ed alla portata anche di persone non competenti.
Non si trattava di un argomento che conoscevo.
Fabrizia Capodacqua
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L’argomento è sicuramente interessante, ma di non facile comprensione per chi non abbia un minimo di familiarità con la materia. Apprezzabile l’impegno dell’autore per conciliare il rigore scientifico con la comunicazione a profani comunque curiosi e desiderosi di conoscere.
Germana Grazioli
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La narrazione è scorrevole ed è interessante come viene trattato l’argomento dei "neuroni giovani", vengono sollevati dubbi e esplicate diverse tesi dei vari scienziati che si sono succeduti nel tempo.
L’argomento però non mi ha attratto più di tanto.
Valentina Tomidei
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un libro chiaro di divulgazione da cui traspare la passione dell’autore per la materia e gli argomenti trattati
Antonio Marchizza
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L’autrice affronta l’argomento dell’AI con un volume abbastanza ponderoso che è in parte un riassunto storico, in parte un’autobiografia e in parte un tentativo di divulgazione tecnica. Di fatto risulta non essere in modo soddisfacente nessuna di queste cose. Il libro appare chiaramente scritto per compensare, a causa della pandemia di covid, la impossibilità di partecipare a convegni, seminari, conferenze e lezioni con tutto ciò che comportano in termini di viaggi, contatti, amicizie e introiti economici.
Alla fine del libro il lettore sa poco di come funziona l’AI, sa abbastanza delle cose che consente di fare e sa molto della vita privata dell’autrice compresi i suoi tacchi a spillo e il suo gatto.
Roberto D’Urso
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l’argomento è accattivante, attuale, coinvolgente, ed ho imparato nuove cose.non mi è piaciuto il tono della scrittura, abbastanza chiara e comprensibile, ma spesso ridondante, alcune frasi, oltre a ripetersi pare vogliano essere simpatiche e coinvolgenti, ma a me risultano antipatiche, mi dell’autore l’idea di una persona saccente ed arrogante che non mi piace.
Patelli Roberta
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Un saggio per approfondire come il nostro cervello è formato, quali siano le interazioni che lo plasmano e come mantenerlo giovane il più a lungo possibile, è qualcosa di davvero possibile?
Lucia Savatteri
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Breve, ben scritto, chiaro e ironico. Qualità che non appartengono sempre alla scienza e che, in un saggio rivolto al vasto pubblico, si apprezzano ancora di più. La scienza non è infallibile, ormai lo sappiamo, avere fede in essa è un controsenso, ma l’invito è quello di documentarsi, essere critici, porsi e porre domande a chi può dare risposte più chiare, se non certe. Anche in questo campo ci sono degli enigmi: avranno una risposta? Forse non sempre.
Roberta Ciccarelli