< L’esatta sequenza dei gesti di  Fabio Geda (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di LEsattaSequenza raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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I diversi punti d’accesso alle stesse vicende, forniti dai vari personaggi che animano il racconto, permettono di vivere a 360° la vicenda. Questa immersione permette di vivere la complessità dell’emozioni dei personaggi e restituisce aprendo uno sguardo su una realtà a noi vicina ma molto spesso ignorata.

Aurora Passon

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ottima trama, bel ritmo di scrittura, mi è piaciuta la precisa descrizione dei personaggi, asciutta mai banale, l’autore riesce a creare sempre una bella tensione narrativa.

alessandro spinello

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Storia delicata,triste ma allo stesso tempo offre uno spiraglio di luce per il futuro. Adulti che incapaci di assolvere il compito difficile di genitori,affogano nell’alcool o nella fuga camuffata dall’intento di voler costruire un futuro per sé e per i propri figli. Adulti che vivono il proprio lavoro di educatori sfiorando il bornout e quindi fuggono o immergendosi completamente anche mettendo a rischio la propria vita sentimentale e familiare. E poi loro, Marta e Corrado i veri adulti che privati della spensieratezza propria dell’infanzia e adolescenza, cercano punti di riferimento a cui aggrapparsi. La narrazione crea anche tensione ed empatia.

Lucia Crapuzzi

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Un libro onesto, nel contenuto e nello stile, che racconta una storia verosimile e offre una riflessione (che si percepisce concreta) da parte dell’autore sulla complessità dell’accompagnare la crescita di altri esseri umani ed in fondo anche la propria. Mi ha fatto pensare.

Marina Rossi

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Con una scrittura asciutta e scorrevole sono affrontate tematiche delicate di vite al margine, sospese tra un passato difficile e un futuro incerto, dilaniate dalla sofferenza del quotidiano.

M. F.

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Lettura piacevole e scorrevole. Trama scontata ma appassionante.

Francesca Colli

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Pontedera “LaAV”
coordinato da Maria Rolli
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L’esatta sequenza dei gesti di Fabio Geda è già un film. Ogni pagina è movimento, è possibile vedere i personaggi e quello che li circonda come se li avessimo davanti ai nostri occhi. Il montaggio è perfetto, i dialoghi impeccabili, la scrittura contemporanea scorre come l’acqua di un fiume. La storia è una storiaccia, ma è la vita, racconta di incidenti che segnano le persone, di fragilità che ci allontanano dalla giusta via e dai noi stessi, e di qualcuno, che pur fragile, si fa forza e aiuta gli altri offrendogli una mano a superare gli ostacoli e dice “ci penso io”, che poi è in fondo quello di cui ognuno di noi avrebbe bisogno. Una storia di famiglie sgretolate, di ragazzi che crescono nonostante tutto, scagliando segnali verso il mondo come aeroplani di carta, di assistenti sociali e di educatori “tritatutto per i residui emotivi dei ragazzi” che cercano di incastrare i pezzi al posto giusto, come a Tetris.
«Quand’ero piccola mio padre faceva un gioco con me e i miei fratelli. Ci diceva di prendere un ramoscello e di provare a spezzarlo. Noi lo spezzavamo. Poi diceva di radunare un certo numero di ramoscelli, di tenerli tutti insieme e di provare a spezzarli. E noi, naturalmente, non ci riuscivamo. Allora lui rideva e diceva: “Vedete? Quella è la famiglia...”»

Maria Rolli

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Rapallo “Amici del libro”
coordinato da Mariabianca Barberis
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Non è un libro che appassioni. E’ faticoso da leggere perché procede come un copione teatrale, dove le battute si rincorrono senza tregua fino alla fine. Fra tante parole si consumano per tanti personaggi drammatiche esistenze, per altri si costruiscono, si maturano vite. Non emergono in modo evidente sentimenti, emozioni, né l’importanza degli affetti.

Teresa Ruggiano

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Circolo dei lettori
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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Il tema affrontato da Geda è tra i più complessi : la famiglia e tutte le sue complicazioni.
Mariano si suicida perché ha fallito nella vita e nel matrimonio. Il suo gesto "libera" sua moglie Margherita e contribuisce alla distruzione definitiva del matrimonio di Roberto (i due sono amanti) che abbandona i tre figli in balia di una moglie e madre perennemente ubriaca. Al tutto si intreccia la storia si Ascanio e Elisa che gestiscono una comunità per ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà.
Spesso però togliere i figli ai genitori non è la soluzione migliore. Dividere i fratelli ancora meno. A volte vivere in una famiglia disastrata è meglio che sentirsi soli. E se due ragazzi decidono di scappare e affrontare la vita senza l’ appoggio della comunità, significa che anche la comunità ha in parte fallito.
Come ho già sottolineato, il tema è molto interessante e sempre di grande attualità. Purtroppo viene trattato dall’autore con troppa fretta e superficialità. L’analisi approssimativa dei personaggi e una scrittura scialba e non incisiva contribuiscono non poco a uno scarso coinvolgimento del lettore. Peccato!

Crsitina Patuzzi

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E’ lo sguardo degli  educatori che si occupano principalmente di ragazzi difficili che provengono da famiglie complicate. Delusioni e piccole felicità restituiscono loro l’ amore che gli manca

Giuseppina Santoro