< L’estate della gioia e del terrore di  Beppe Giuliano Monighini (Ultra)

Qui di seguito le recensioni di LEstateDellaGioiaEDelTerrore raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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I giorni delle Olimpiadi di Monaco del 1972 in una descrizione ricca di particolari e aneddoti davvero interessanti capaci di avvincere anche chi, come la sottoscritta, non è una grande appassionata di avvenimenti sportivi.

Maria Crevaroli

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complicato orientarsi tra sport ed atleti, scrittura pessima soprattutto nella prima parte del libro, un pò si salva nel proseguo, ho trovato fastidiosissimi e inutili "i tra parentesi" sic ecc.

Maria Antonietta Sanna

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Ho trovato estremamente interessante il punto di vista da cui è stata raccontata la tragedia dei giochi di Monaco. Venire a conoscenza di tutti i personaggi coinvolti in diverse maniere ti fa sentire più vicino a loro di quanto non credevo possibile. Ho apprezzato molto il modo in cui l’autore ti racconta in breve della vita di tutti questi grandi atleti.

Giuliana Minniti

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Il saggio “L’estate della gioia e del terrore” é un racconto giornaliero il cui oggetto d’interesse é la preparazione delle Olimpiadi di Monaco del 1972 note per l’attentato terroristico contro la delegazione israeliana. La gioia e la serenità con le quali era stata concepita l’Olimpiade si scontrano con l’uccisione di atleti e allenatori israeliani. Una contraddizione che si riflette nella stessa città di Monaco centro della gioia e al contempo del terrore. Accurato, storico ed emozionante merita un’attenta lettura.

Gessica Scollo

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Poco scorrevole a tratti noioso

Sara Presti

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E’ il racconto dell’autore, all’epoca adolescente, dell’ olimpiade di Monaco del ’72. L’autore mescola ricordi d’infanzia a eventi sportivi di rilievo con le cronache di valenti giornalisti sportivi che ne impressero un ricordo indelebile per le generazioni future. Lo sport è una metafora, soprattutto per i dilettanti che vivono l’avventura olimpionica come esperienza di vita, con i suoi riti, le sue sfide, oltre le necessarie capacità tecniche.
Lo stile è frammentario, non sempre scorrevole, a tratti noioso per le eccessive descrizioni e digressioni su familiari e contesti sociali. La parte più emozionante è quella relativa all’atto terroristico con la narrazione dei fatti e delle persone che ne rimasero coinvolti. E’ sicuramente un buon libro, ma un po’ arido e troppo denso di approfondimenti giornalistici per avvincerti.

Rosanna D’Urso