< L’inizio di ogni cosa di  Luca Ammirati (Sperling)

Qui di seguito le recensioni di LInizioDiOgniCosa raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Si legge d’un fiato. È scorrevole oltre ogni modo, scrittura semplice e piacevole ma altrettanto semplice e lineare la storia. Forse troppo, e scivola via.

Alessio Pietrolungo

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Ben scritto. Trama interessante.

Paolo Dan

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Libro scorrevole, di facile lettura.
Anche quando crediamo che tutto scorra per il verso giusto... Basta una scintilla per mettere in dubbio tutto.
Una storia di scelte... E la vita di un paesino fuori dal mondo che ti incuriosisce sempre più.

Maura Gentilucci

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Sono riuscita a terminare questa lettura nell’arco della prima settimana, presa soprattutto dallo slancio iniziale di questo libro. La potrei definire una lettura in salita perché sebbene la prima parte mi sia risultata scorrevole e abbia destato curiosità, il corpo e il finale del libro mi hanno parecchio annoiata.

I temi trattati sono temi comuni, ma questo non va visto necessariamente come un difetto, ciò che critico è la banalità nella trama, ho notato lo sforzo dì voler trattare l’evoluzione interiore del protagonista grazie ai giorni trascorsi a Bussana Vecchia, ma io l’ho trovato poco convincente.

È un libro da leggere come passatempo, ma che non mi ha lasciato punti su cui riflettere o piacevoli pensieri, motivo per cui, a malincuore, non mi sentirei dì consigliarlo.

Marinella Pagano

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Tommaso è un uomo che porta su di sé le cicatrici dell’insicurezza, dell’abbandono. Quando era bambino la madre se n’è andata senza una spiegazione, senza un saluto. Monica, il grande amore dell’università, lo lascia nonostante le promesse di eterno amore, di progetti futuri insieme, ora sta con Irene, sta bene con lei ma teme che anche lei lo possa lasciare, teme che possa avere una relazione con un collega: sono avvocati, parlano la stessa lingua mentre lui è un professore di liceo. Una situazione che lo sta bruciando dentro, lo sta distruggendo. Non vuole che ciò succeda, ma la gelosia gli avvelena le giornate, e, teme, anche il rapporto con Irene.
Meglio una passeggiata tra le bancarelle, la prima in cui si ferma è quella di libri usati, ne apre uno, ne legge l’incipit e passa al successivo. Ha sempre avuto una passione per le prime righe di un romanzo, da tempo li trascrive su una Moleskine arancio.
L’inizio è potenza, è possibilità, è tutto ciò che può ancora succedere. Fermarsi in quel punto, non andare oltre, cambiare a ogni inizio è non rischiare, non sapere mai che cosa può esserci dopo e perdersi tutto il viaggio.
Tommaso si ferma alcune bancarelle dopo, attirato dai quadri che ritraggono un soggetto femminile: un soggetto che pare uguale alla madre. La firma sono due ali di gabbiano, pseudonimo del pittore che vive a Bussana Vecchia, un piccolo paese in provincia di Imperia.
Un altro incontro lo attende in quel mercato, Monica, il grande amore dei tempi dell’università lo saluta e chiacchiera con lui, gli racconta di essersi separata dal marito e gli propone di vedersi per un caffè. Irene, invece, è avara di telefonate...
Tommaso è pieno di negatività, di dubbi, l’ansia che il passato si possa ripresentare ancora lo rendono inquieto e pronto a esplodere.
Un Gabbiano si posa sulla sua macchina; questo è l’incipit di un viaggio che porterà Tommaso a Bussana Vecchia, piccolo paese di artisti, fuori dalle logiche di città, a entrare all’osteria delle Belle Arti di Amos a chiedere con insistenza l’indirizzo di Gabbiano.
Il vecchio pittore è irascibile, non permette a nessuno di avvicinarsi, ma è dolce con Elia il nipote di 5 anni. Tommaso e il bambino sono entrambi orfani, per l’uomo è come volgere lo sguardo al passato, una sofferenza che vede riflessa negli occhi di Elia. Il presente alleggerisce il peso del passato e forse questa volta Tommaso non si fermerà all’incipit.

Lucia Gandolfi

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Una vita tranquilla, senza sbalzi, può forse sembrare confortante, può sembrare un nido, ma a volte occorre passare attraverso le macerie create da un terremoto e osservare come si è capaci di ricostruire. Questo è successo a Bussana Vecchia, dove le rovine fisiche sono state ripopolate dall’energia dell’arte, questo succede al protagonista di questo libro, Tommaso.
Bella scrittura, bella storia, bella scelta stilistica.

Luisa Musto

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Romanzo ligure che in qualche modo ci riporta alle atmosfere dell’inarrivabile Biamonti dove la narrazione è molto diversa, più dialogata e digitale. Tommaso è quel nostro amico, o forse siamo noi stessi, mai risolto, sempre alla ricerca di qualcosa, ansioso e dubbioso. È l’uomo contemporaneo. Un certo tipo d’uomo certamente. Tommaso è un incipit, quelli dei romanzi che ama e che compaiono a esergo di ogni capitolo, quelli che appunta sulla sua Moleskine perché gli inizi sono belli. E anche qui lo sentiamo vicino, ripensando ai tanti taccuini riempiti di appunti, frasi, citazioni. Tommaso ha un amico, Gino, lo spacciatore di libri usati. Ulteriore tassello per avvicinare personaggio e lettore.
Tommaso entra in crisi per un gesto, quello che la sua compagna Irene scambia con un collega, probabilmente una sciocchezza, da quel momento una serie di eventi, la scoperta di un quadro in un mercatino, incontrare Monica per caso, ripensare al passato, alle cose sospese. E ancora questo personaggio ci è vicino, nelle porte che volutamente lasciamo aperte anche se ci fanno soffrire, anche se è sbagliato, se è immorale. Una strana ricerca porta Tommaso a Bussana Vecchia, uno dei borghi più affascinanti della Liguria di Ponente, dove, alla ricerca di Gabbiano, incontra nuove storie, amori e dolori che si attorcigliano con il suo presente e i suoi dubbi. "L’inizio di ogni cosa" è una fotografia, uno scatto di un momento di una vita, con le sue domande e le sorprese che ne possono derivare, una vita come tante altre che entra in quella del lettore senza sapere da dove viene e dove andrà, tra un amore presente uno passato, e la parola fine che qualche volta va anche appuntata. Si legge con piacere questo lavoro di Luca Ammirati, giovane scrittore sanremese che ha saputo creare personaggi molto reali in una storia tanto comune quanto esemplare.

Flavia Fiocchi