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Libro che non conoscevo. Ho avuto il piacere di leggerlo in questo periodo e mi ha permesso di aprire spunti di riflessione su questo argomento.
Stefano Della Melina
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Non avevo mai letto l’autore e da subito mi sono preoccupato di non essere all’altezza. Invece la sua scrittura, si impegnativa ma allo stesso tempo scorrevole, mi ha catturato subito. Le tematiche attualissime, sempre, mi hanno portato ad un viaggio in cui alcuni miei pensieri hanno trovato conferme, alcune incognite sono state svelate, molti dubbi ancora irrisolti, ma chi ha la bacchetta magica si faccia avanti! Un libro da consultare, assieme ad altri, che troverà posto nella mia biblioteca.
Claudio Oscar Moschini
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La sovraesposizione mediatica, che in qualche misura coinvolge la maggior parte di noi, è alla base dell’apparente contraddizione del titolo: intimo è ciò che pertiene alla sfera strettamente privata dell’individuo e non può dunque divenire oggetto di esternazione diffusiva. Ma quanto c’è di davvero autentico e quanto invece di costruito e plasmato secondo una sorta di ideale di sé in ciò che di noi esponiamo sui social?
Quanto è speso al fine di capitalizzarne autostima e ritorno d’immagine? Perché non esitiamo a sottoporci a un processo così irrazionale, ignorando e trascurando la macchina degli algoritmi che a tutto sovrintende e a cui finiamo per darci in pasto? A queste ed altre domande Bordoni cerca le risposte, rintracciandole nella crisi della modernità, nel processo di disinidividuazione e sgretolamento sociale che non ha spento tuttavia il bisogno di comunità, in un’epoca storica che ha visto il disfacimento di tutti i valori di aggregazione che cementavano il passato, dalla fine dell’appartenenza politica alla crisi dei legami familiari tradizionali, dal disfarsi della memoria storica all’assenza di progettazione per il futuro, che ci obbligano a vivere in un eterno presente, dove viene meno persino la consapevolezza dell’avvicendamento generazionale.
Proprio questo mondo individualistico, ma anche destrutturato, ci spinge in balia di un’emotività disorientata, alla ricerca di certezze e conferme nel finto specchio dei social, dove dimensione pubblica e privata divengono indistinguibili, confondendosi in un groviglio di realtà e finzione. Ma sarà davvero questo il modo di recuperare un’identità, divenuta sempre più liquida e disgregata?
Elisabetta Bellan
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Evidenzia in modo chiarissimo e centrato come la società ormai viene regolata dalle emozioni più che dalla ragione. Ai rapporti reali si sostituiscono quelli virtuali e l’apparire più che l’essere diventa la regola per il successo. La rete diventa il luogo del confronto e dell’affermazione del pensiero dominate del singolo in base all’approvazione misurata dai likes o dai followers. Mi mostro quindi esisto e pertanto influenzo. In definitiva si precipita in una realtà dove le competenze rischiano di annullarsi e si annullano e trionfa invece l’ignoranza. Si determina così il primato dell’incompetenza e "all’umiltà dei sapienti si sostituisce la presunzione della conoscenza da parte degli ignoranti.
Mario Festa
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Questo saggio esplora in profondità il disagio dei nostri tempi e fornisce una chiave di lettura del presente critica, intelligente e non banale.
Senza menzionare l’ottimo stile dell’autore.
Diana Zacchello
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Saggio veramente interessante, a mio parere merita una lettura più attenta e diluita. Un libro che sicuramente contribuisce alla comprensione della società e dei comportamenti propri e altrui.
maria silvana negri
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Per iniziare il mio parere di lettore di questo volume, mi viene facile dire quello che questo testo non è. Non è una lettura per tutti, non è sicuramente una ‘lettura estiva’, ma soprattutto non è un libro da ‘una botta e via’. Al contrario, tanto il pensiero espresso è denso di contenuto, che richiede una lettura intermittente, intervallata da momenti di riflessione e maturazione attiva di quanto appreso. Dopo le prime poche pagine, a fronte delle già numerose citazioni, sono andato a vedere la ricchissima bibliografia a fine volume. Mi interessava capire quale terreno, in termini di lettura, avessi in comune con l’Autore. A parte 1984 Orwell, l’unico libro che avevo già letto tra quelli listati è stato, bellissimo e terribile, Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy . Il fatto che abbia molto amato quel libro mi ha ben predisposto alla lettura di questo e verso chi l’ha scritto.
In questo testo l’Autore descrive come la pandemia abbia dato uno stimolo decisivo a un rovesciamento e primato della concezione del sé rispetto ai legami di appartenenza dell’individuo all’interno della comunità e società di riferimento, aiutato in questo dalle possibilità offerte dalla tecnologia. In altre parole la pandemia ci ha tutti costretti ad un allontanamento, a porre una separazione tra noi e gli altri, e il lavoro da remoto, la parte smart, è stato reso possibile dalle moderne infrastrutture di rete. L’Autore sottolinea che l’individualizzazione era comunque un processo partito da lontano e provocato dalla incapacità dello Stato a far funzionare il proprio apparato. Ho trovato particolarmente ispirato come l’Autore descrive la crescita di populismi e sovranismi a cui abbiamo purtroppo assistito in questi ultimi anni.
In sostanza, un saggio molto ben scritto, acuto, colto e ci guida nella comprensione di come il mondo si è evoluto (in molti casi involuto) quando spesso, per superficialità o mancanza di sensibilità, abbiamo giudicato questi cambiamenti ‘naturali’ e ‘ineluttabili’.
Roberto Viale
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Intimità pubblica descrive la società attuale a partire dalla tendenza imperante, in primis tramite i social, a rendere pubblica la propria vita privata. Saggio di respiro accademico per l’ampiezza degli autori citati e per lo sforzo di defininire i termini utilizzati, a partire dall’interessante distinzione tra il concetti di comunità e quello di società. Tuttavia nel corso della lettura si ha sempre più l’impressione che l’autore, Carlo Bordoni, si limiti a descrivere e a elencare quanto abbiamo tutti sotto gli occhi (individualismo, perdita del privato, populismi, sovranismi...), piuttosto che fornire un punto di vista in grado di farceli comprendere meglio e darne una lettura unitaria e innovativa.
Luigi Verducci
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Una ricostruzione precisa del tempo presente dilatato, tanto da nascondere passato e futuro
Guido Strino
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Argomentazioni valide e ben organizzate, complessivamente piacevole
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Perché mai lasciamo che la nostra intimità diventi di dominio pubblico? Questo è in sintesi l’input da cui parte l’autore in questo attualissimo saggio per analizzare la desocializzazione che stiamo vivendo.
Un vero e proprio paradosso: cerchiamo i social, per affermare la nostra individualità. In realtà, oggi si sta radicalizzando un processo nato con la modernità liquida e che la pandemia da Covid-19 ha contribuito solo ad accelerare.
Piera Vivolo
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Lettura coinvolgente
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Un’analisi accurata e pungente dei meccanismi e dei cambiamenti sociali che ci hanno portato alla sovraesposizione della vita privata e all’omologazione generazionale.
Ludovica Verde
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Sinceramente non sono riuscita ad andare avanti nella lettura poiché noioso e ripetivo.
Annamaria Ciarrocca
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Il libro affronta un tema rilevante per la società contemporanea, sotto vari punti di vista. La scrittura è adatta anche a lettori non già informati sull’argomento, in quanto il linguaggio scelto non appare troppo tecnico.
Elena Corradini
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Ho trovato il testo estremamente noioso forse perché la tematica non mi interessava.
Cinesi Roberta
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A mio parere molto difficile la lettura di questo saggio senza avere delle nozioni pregresse. Molto interessante ed originale la tematica affrontata, ma il saggio mi sembra molto di nicchia e non lo consiglierei a tutti come lettura.
Gloria Rubino
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Fotografia del mondo di oggi dove è importante apparire, e rendere pubblico ogni attimo di vita privata
Valeria Pittaluga
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Libro bellissimo fin dal titolo.
Dovrebbe diventare un libro di testo perché stimola alla riflessione.
Francesca Salvarezza
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L’ossimoro contenuto nel titolo "L’Intimità Pubblica" guida ottimamente il lettore verso le tesi sostenute dall’autore e lo illumina su un fenomeno , diciamo la verità, non nuovissimo, ma che oggi é talmente pervasivo da non suscitare più neanche la curiosità dell’analisi.
Essere sempre sotto gli occhi di tutti in un contesto virtuale e liquido (Bauman docet), essere parte di una "comunità" e/o di una "società "secondo le accezioni spiegate dall’autore, sentirsi falsamente liberi, non individuare i rischi di tale condizione...ma non era già successo? Anche Luigi XIV era stato un sovrano "trasparente" in vita e in morte, pur non essendo Versailles un reggia virtuale. Il risultato , però, non era stato molto dissimile, visto che nessun cortigiano avrebbe mai osato essere non conformista rispetto ai modelli imposti dalla corte.
Ammettiamolo: oggi forse é peggio: il testo ci mostra la frantumazione del sé scambiato per libertà, del "Like" scambiato per amicizia, degli orizzonti temporali artificialmente dilatati, dell’ "uno vale uno" mentre invece forse vale zero... Abbiamo ancora tempo per riflettere, chi lo sa. Di certo, il testo di Bordoni ci dà una mano.
Elisabetta Nucifora
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Estremamente interessante. Troppo accademico, a mio parere, per una serena lettura da parte di una lettrice curiosa. Il confronto con Sergio Leone, ahimè, lo affossa.
Sara Di Paolo
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L’autore Carlo Bordoni ripercorre analiticamente i fondamentali cambiamenti avvenuti di recente nella nostra società: la scomparsa della comunità, la dissoluzione della sfera privata a favore di una esibizione (rectius vendita) di ciò che un tempo era riservato e intimo, la dimensione individuale e non più collettiva della società, la connotazione liquida dei nuclei familiari e delle relazioni in genere.
Il passaggio successivo che il saggista affronta è il legame tra questi cambiamenti e i movimenti populisti e sovranisti che recentemente si stanno affermando in Europa, culla della democrazia liberale.
Il testo è ricco di riflessioni e spunti di approfondimento, filosofici e storici.
Caterina Durante
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Argomento sicuramente interessante ma l’autore si è dilungato troppo. Da considerare più come testo di studio che lettura di piacere nonostante gli argomenti siano attuati. Offre spunti di riflessione ma lo avrei gradito, in alcuni punti, più sintetico
Vanna Girotto
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"L’intimità pubblica - Alla ricerca della comunità perduta" di Carlo Bordoni raccoglie una serie di riflessioni sulla fine del postmoderno e sul fenomeno di dis-individuazione che caratterizza la società del nostro tempo. Lo stile è denso, ma non inutilmente astruso, gli argomenti sono rilevanti e le posizioni espresse sempre stimolanti anche quando non le condivido fino in fondo. Certe pagine sono decisamente sconfortanti (penso ad esempio a tutto il capitolo sul pensiero breve), ma sono purtroppo realistiche. Mi ha fatto piacere leggere questo libro, anche se mi ha fatto sentire come un dinosauro alla fine del cretaceo.
Alessandro Mossa
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Racconto di una storia istriana, un tentativo di emancipazione dalle tentazioni identitarie che non convince e non coinvolge.
Gabriella Tiralongo
Gabriella Tiralongo, nata ad Avola, (Siracusa)
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Testo per specialisti e non per un pubblico più ampio. Mi spiace esordire con questa affermazione, ma non sono stato in grado di apprezzare questa lettura. Pur apprezzandone lo stile, non ho i mezzi per poter giudicare completamente il contenuto. Non se ne abbia a male l’autore, ma sono convinto che nel suo campo di studi sia un testo interessante e completo.
Alessio Giavazzi
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Il concetto ossimorico di intimità pubblica viene esplicato dal Prof. Carlo Bordoni come caratteristica della società liquida nella quale viviamo (il Professore ha scritto con Zygmunt Bauman Stato di Crisi nel 2015). Lo sforzo di essere riconosciuti e l’ansia che tutto sia passeggero, in un eterno presente che non pone le basi su niente e l’incapacità di guardare al domani.
Mancava solo:“Dove andremo a finire, signora mia.”
Un saggio come esercizio di stile, dettagliato e molto accurato.
Teresa Catenaro
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Chiarastella Zonghi