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Cuore è un libro che avevo letto da ragazzo e che ho provato a rileggere a mia figlia, alcuni anni fa, trovandolo purtroppo irrimediabilmente invecchiato. E allora mi è piaciuta molto questa rilettura, nella quale l’autore evidenzia gli effetti del libro sulla cultura italiana, sul dibattito pubblico, sulle percezioni addirittura che gli Italiani hanno di sé. In questo senso, Marcello Fois ci fa vedere come questo libro sia stato produttivo di effetti duraturi sull’Italia e sugli Italiani. In questo senso, credo che il saggio sia riuscito a veicolare un messaggio e insegnarmi qualche cosa che non conoscevo o che conoscevo solo in parte.
Pietro Pieroni
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Ben scritto, ricco di approfondimenti e collegamenti interessanti, dopo averlo terminato mi ha lasciato un pò perplesso, la domanda è: non erano cose che sapevamo già? Cuore, come la Nutella, non a caso una delle cose per cui vale la pena vivere, è la nostra sostanza più dura e morbida allo stesso tempo, si sentiva la necessità di scrivere un saggio, ulteriore, a celebrarlo? Anche no.
Alessandro Musco
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Cuore è un libro che moltissimi hanno letto e, come me, amato. Questo è un viaggio nel libro ed intorno al libro che ci fa capire meglio il suo valore e la sua importanza
Carini Gianluca
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È un testo emotivamente coinvolgente, soprattutto per un maestrino elementare che si è ritrovato a leggere su un argomento che lo ha sempre appassionato: la critica al "CUORE". Belle analisi dei protagonisti, ottimo excursus fra i maestri letterari e il loro modo di insegnare. Non mi ha fatto rivalutare il libro "Cuore", ma mi ha conquistato e lo preferisco. Trasmette più umanità; l’altro è meno coinvolgente.
MARCO MORETTI.
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Nel saggio intitolato "L’invenzione degli italiani, Dove ci porta Cuore" Fois descrive i personaggi narrati da Edmondo De Amicis nel libro "Cuore", uno dei romanzi più tradotti di sempre. L’autore sottolinea l’importanza dell’istruzione, intesa come pilastro della società civile.
Silvana Ciuonzo
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L’invenzione degli italiani è un libro molto interessante perché fornisce un quadro utilissimo alla comprensione della genesi e dello sviluppo della letteratura italiana, in stretto rapporto con la vita sociale delle persone. La credibilità è assoluta, e confermata da un’analisi puntuale dei testi e da esempi concreti. La scrittura infine è molto chiara, entusiasta e coinvolgente. Grazie all’autore.
Claudio Della Pietà
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Un libro che permette al lettore di guardarsi dentro e ricercare le proprie radici. Cuore, pubblicato nel 1886, costituisce uno dei capolavori della letteratura italiana e ad oggi viene quasi del tutto ingiustamente ignorato, e insieme a lui molti altri testi. L’autore, attraverso delle pagine scorrevolissime e piacevolissime, vuole ricordarci che un’idea di nazione nacque in primis grazie all’impulso di poeti e romanzieri, donne e uomini, i quali e le quali con poesie, romanzi e riflessioni seppero “inventare gli italiani”.
Valentina Carlucci
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Saggio molto interessante: secondo l’autore dietro la scrittura di Cuore c’è un preciso intento del socialista De Amicis che vuole "fare gli italiani" creando un’utopistica propensione al bene (a volte financo masochistica) da cui è discende la impropria connotazione di "italiani brava gente".
alberto castori
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Nel libro Cuore, De Amicis ha inventato gli italiani, ha espresso le possibili coordinate di un popolo nel caos di differenze apparentemente irreconciliabile, che abita un Paese dove i Franti – i codardi che se la prendono con i piú deboli – diventano ministri; un Paese in cui per emergere sembra sia necessario mostrare il proprio lato peggiore, spietato, senza cuore. Queste pagine ci ricordano invece che la fondamentale importanza del racconto pedagogico deamicisiano è stata quella di raccontarci come popolo unito perché solidale.
Marco Bichicchi
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Interessante tutta la teoria sul tema degli "italiani brava gente"... Mi trovo d’accordo con la teoria dell’autore e la faccio mia
Si legge con piacere, la scrittura scorre facilmente
silvia garaffoni
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Mi è piaciuto molto!
Sandro lodi
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Il libro Cuore non mi piace, non mi è mai piaciuto. Forse sarà per questo che non ho gradito quello di Fois, di cui è quasi un resoconto. Non condivido inoltre la visione dell’autore sul libro di De Amicis, che ho trovato sempre piuttosto bigotto e irritante.
Elena Cicalini
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Come già detto ho letto per mio conto il libro di Fois, la cui scrittura piana e scorrevole mi coinvolge molto.
L’interpretazione dell’autore del libro Cuore si rispecchia totalmente nella mia esperienza di lettrice nelle varie età :
Ho letto recentemente il libro di Fois incuriosita dalla mia esperienza co Cuore di De Amicis : amato alle scuole inferiori perchè tutto riconduce al mio mondo di bene e male , giusto e sbagliato ecc., destestato nella giovinezza perchè portatore di valori meschini di piccola borghesia ( e salvando il solo Franti con Umberto Eco ), apprezzato nell’età adulta per il valore fondamentale dato all’istruzione e come dice Fois un nuovo modello di cittadino.
Per curiosità aggiungo che studentesse e studenti delle classi quinte avevano come compito delle vacanze la lettura o rilettura di Cuore proprio per affrontare nel nuovo anno scolastico la lettura dell’Invenzione degli italiani nell’ambito dei progetti di lettura proposti dalla nostra biblioteca e per l’incontro con gli autori.
Bianca Lecca
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Esposizione dotta e pienamente convinta delle proprie opinioni, forse un po’ troppo. Ben descritto il paternalismo nazional-popolare di De Amicis: socialista e monarchico, con le naturali contraddizioni di ingenuo progressista. Convincente la descrizione di De Amicis con l’impegno pedagogico di creare l’immagine del bravo italiano. In realtà poi non tanto buono e nemmeno buonista. Come presumibilmente vale per tutti i popoli, anche se a quello italiano manca il nazionalismo che disperatamente qualcuno vuole imporci. Ricche e azzeccate le citazioni a proposito. Buone le pagine sulla figura del maestro con qualche riserva sulle rappresentazioni televisive avulse dalla realtà. Comunque Cuore più che un romanzo utopico lo vedo un romanzo pedagogico teso a conservare lo status quo, senza essere troppo cattivi: ognuno deve stare al posto suo e non disturbare il manovratore. Alcune considerazioni finali mi sembrano avulse dal romanzo e solo idee dell’autore.
Fabio Frigeri, 69 anni, insegnante in pensione di
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Molto interessante e vicino ai miei interessi
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Marcello Fois ripercorre i tratti salienti del testo deamicisiano e riconduce all’autore di Cuore il mito degli "italiani brava gente". Ad eccezione di qualche capitolo, molto bello "La parola maestro", la narrazione di Fois appare piuttosto noiosa e spesso forzata nelle sue argomentazioni.
Giancarlo Coccia
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L’italiano ha sempre una mente vivace peccato che ha poca memoria e, non sempre valorizza ciò che crea.
Gemma Bontempelli
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Libro abbastanza scorrevole, il titolo e la quarta di copertina a mio parere non gli rendono giustizia, è molto più interessante e sfaccettato di quanto prospettato. Ho trovato che il tema della creazione di una coscienza e di una responsabilità di gruppo sia oltremodo attuale e che questo libro sia in un qualche modo necessario. È stato complesso scegliere tra i due titoli, ho propeso per la seconda proposta perché purtroppo credo che questi temi siano più efficacemente diffusi con altri mezzi di comunicazione.
Elisa Uccellatori
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‘L’invenzione degli italiani’ di Marcello Fois propone la teoria secondo cui il libro ‘Cuore’ di Edmondo De Amicis abbia contribuito in modo decisivo a plasmare l’idea che gli italiani hanno di loro stessi, che si può riassumere nel famoso ‘italiani brava gente’.
Questo non perché l’opera di De Amicis contenga indottrinamenti, ma perché presenta una scuola ideale in cui l’istruzione è importante e le differenze di classe sociale ed economiche scompaiono perché sono tutti uguali agli occhi del maestro.
Non è però De Amicis a dipingere gli italiani come ‘naturalmente buoni’, ma scrive in maniera ideale di come dovrebbe essere l’italiano, e non di come sia realmente.
Fois distingue quindi tra l’essere ‘buoni’, cioè le persone sicure del proprio operato che non lo mettono mai in discussione, ed essere ‘buonisti’, cioè coloro che invece si fanno domande sulle proprie azioni, non si sentono al di sopra della possibilità di sbagliare e sviluppano la propria etica con senso critico.
Vengono inoltre presentati interessanti paralleli con altri romanzi, film, spettacoli televisivi e alcuni elementi che hanno forgiato la cultura italiana di massa in cui si possono rintracciare le influenze di ‘Cuore’, non ultimi alcuni richiami alla situazione politica attuale, spesso in senso critico.
Il libro è convincente riesce nell’intento di sostenere la teoria però, dopo un inizio brillante e anche divertente, passa a una analisi molto precisa e densa, a tratti di livello accademico e ricca di informazioni.
Se devo trovare un difetto - se di difetto si può parlare - è che questo libro chiede di essere studiato e non semplicemente letto, e che esige un certo impegno per seguirne appieno lo sviluppo.
Nicola Scodellaro
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Il mio maestro alle Elementari vietò a mia madre di leggermi “Cuore” perché lo riteneva diseducativo
Ancora oggi lo ringrazio per la preziosa indicazione
Ho apprezzato molto lo spirito di questo libro in quanto sta fornendo tante valide motivazioni per quel divieto
Non potendo votare entrambi i libri, a malincuore scelgo il secondo titolo
Lucio Cannavale
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"L’invenzione degli italiani" rilegge il libro "Cuore", ed altri dello stesso periodo e tipologia, alla luce di ciò che siamo diventati ora, noi italiani, evidenziando tutti i consigli e gli artifici letterari che hanno creato un libro fondamentale per il sistema scolastico di quegli anni, utilissimo ad istillare un senso di appartenenza ad un’Italia fatta da poco e ancora incerta sulla sua vocazione. Mi è sembrato un pò pesante nella lettura e ricco di rimpianti per quello era stato suggerito e sarebbe potuto essere, ma si è perso per strada. Povero invece di esempi attuali che facciano vedere dove gli italiani hanno creato buone cose insieme, e ce ne sono tante! Non mi è piaciuto perchè mi lascia triste, la stessa tristezza e cupezza che mi creavano le storie di "Cuore" da piccola.
Laura Sabbadin