< L’invulnerabile altrove di  Maurizio Torchio (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di LInvulnerabileAltrove raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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L’invulnerabile altrove di Maurizio Torchio è un romanzo sorprendente che spiazza il lettore. Parla dell’incontro casuale tra Anna, donna del passato, e una donna senza nome. Il tutto accade come nell’innamoramento quando ci si ritrova, senza un perché, con una parte della nostra testa abitata da un’altra.
Parlando le due donne si conoscono e familiarizzano al punto da scambiarsi l’amante. Uno dei tanti fatti narrati in cui vivono un’identità doppia a livello verbale, visivo, addirittura tattile (“qualcuno sta usando le mie mani per accarezzarlo…”). Decidono anche di registrare quell’incontro usando una telecamera. Vogliono “riprodurre” lo sdoppiamento che la donna sta vivendo per renderlo oggettivo, credibile. La donna senza nome infatti finirà col dire: “Adesso ti ho vista, da fuori, dentro di me.” E capirà che Anna, donna del passato remoto, non è un fantasma. “È fertile senza secondi fini, come gli animali. Fertile come sono i morti, sotto la terra… La naturale alleanza fra chi non è più e chi non c’è ancora”.
Il romanzo di Torchio ci parla in definitiva di un dove diverso, senza caratteristiche empiriche. Spesso capita a tutti noi ( donna senza nome) di ritrovarci in questo luogo straniante e di fare esperienza del “dopo”, di un passato che ci parla, che occupa inaspettatamente la nostra testa. Un passato che si perpetua, diventa duraturo e difficilmente mostra il fianco, si trova ad essere esposto.

Pino Marasco

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Allora, questo libro è complesso e complicato. L’autore affronta degli aspetti della vita (e della morte), per quello che ho potuto afferrare dalle poche pagine lette - le prime trenta e le ultime dieci -, davvero difficili da descrivere in un raccontare tutto interiore che si muove in un incessante dialogo tra i sé. È un libro che richiede una concentrazione e una disposizione specifica per riuscire a entrare nel flusso di coscienza del personaggio. Non sono riuscita a entrare in empatia né con l’autore né con la storia né con i personaggi. Per il mio attuale momento di vita chiede troppo alla me lettrice. Ho bisogno di altro.

Romina Ramilli

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“L’invulnerabile altrove” di Maurizio Torchio racconta l’incontro di due donne, una viva e l’altra, un fantasma che è morta più di cento anni fa. Le due donne convivono nella stessa persona, si parlano, si confidano, bisticciano e fanno pace in un intercalare tra un Prima e Dopo. Lo stile presenta frasi brevi e alcuni nonsense. E’ un libro che non mi ha coinvolto

Rosella Costantino

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Complicato, non certo il mio genere, ma in ogni caso scorrevole e ben scritto. Intimista

Andrea Remelli

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Cosa vuol dire condurre una vita che non si sente propria, abitare un presente prosciugato dall’altrove? L’autore, con uno stile di scrittura attento e ragionato, ci conduce attraverso questi interrogativi nei pensieri tortuosi di una donna di cui non sappiamo quasi nulla (nemmeno il nome), se non che ospita dentro di sé le parole di un’altra donna: “Una voce accompagna le mie giornate e le distrae, le dirotta. Le incanta”. Questa seconda donna si chiama Anna e arriva dal Dopo, una sorta di aldilà in perenne movimento, fatto di anime che respirano e che hanno un corpo a cui crescono i capelli, e in cui chi rimane solo è perduto. Anna dice che i morti non si guardano indietro e che pensano al futuro, ma poi racconta alla sua ospite brandelli della sua vita terrena e del suo passato recente, segnato dall’incontro e dalla perdita di Luigi. Anna pensa al domani, è impaziente di guarire da questa malattia che la tiene legata al mondo di Prima e crede che l’unico modo di farlo sia concepire un figlio attraverso il corpo della donna che la ospita. Con lei la protagonista intesse un fitto dialogo che mette a tacere tutti gli altri possibili incontri, tutte le parole del mondo di fuori, costruendo un altrove lontano dal tempo e a tratti claustrofobico. Distinguere tra i pensieri dell’una e quelli dell’altra è sempre più difficile, nonostante quelli di Anna siano evidenziati nel testo. Ma chi è davvero Anna? Si tratta di follia o di evento soprannaturale? E’ frutto dell’immaginazione della protagonista, è una parte nascosta della sua personalità, oppure è una presenza reale e il loro dialogo apre davvero una finestra sul Dopo? Le molte domande suscitate dalla lettura di questo libro rimangono senza risposta, in un finale aperto che rende ugualmente possibili diverse alternative. Le tematiche affrontate sono molteplici e con esse l’autore si confronta con grande delicatezza: la paura della morte e la rinuncia alla vita, la follia, la solitudine e il senso di abbandono, l’invisibilità, l’incapacità di comunicare con gli altri in un mondo di macchine, il pensiero che vuole farsi corpo per guarire da sé stesso, la ricerca di una dimensione di vita non scalfita dal dolore. A lettura ultimata ci si continua a chiedere se l’altrove che molti si costruiscono sia davvero così invulnerabile come si è portati a pensare.

Giulia Casali

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"Ma non basta capire per smettere di vergognarsi"
Come non basta per smettere di soffrire e come non basta per riuscire a cambiare, direi io...
Un libro che é una bella riflessione sulla sofferenza esistenziale ancor più che sulla malattia mentale.

Gabriele Sorrenti

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In poche parole questo romanzo non mi è piaciuto; non sono riuscita a terminarlo e le pagine che ho letto non hanno fatto breccia dentro di me.
Questo dialogo incessante fra due donne è quanto di più strano esista, una è viva l’altra no; ognuna sente dentro la testa la voce dell’altra in un’altalena di sentimenti e ricordi. L’idea di fondo del romanzo potrebbe anche risultare interessante ma è confuso, poco chiaro. Avrei preferito che le voci delle protagoniste non si accavallassero ma fossero distinte fra loro magari con capitoli in comune; mi rendo conto che probabilmente l’intento dell’autore fosse quello di fare interagire le due donne in maniera totale quasi come un unica entità ma il risultato per me è di grande affaticamento nella lettura, troppo in aria, troppo cervellotico.

Francesca Cossu

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Purtroppo per me troppo difficile da seguire. La trama sembrava interessante, ma non sono stata in grado di terminare il libro. Non ho sentito alcuna empatia con le protagoniste e i dialoghi, a mio parere, erano davvero troppi.

Isabel Anahi Arias