Qui di seguito le recensioni di LUranioDiMussolini raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)* * *
La trama è molto accattivante, si inserisce nel filone del "cosa sarebbe successo se", tuttavia ho trovato la costruzione del romanzo molto meccanica e in alcuni tratti poco curata (troppe ripetizioni della stessa parola a distanza di 1-2 righe, per esempio).
Vania Rivalta
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Premetto che non ho potuto leggere tutto il libro ma sia la storia che la scrittura mi hanno subito catturato
I personaggi sono apparentemente in contrasto ma nello stesso tempo accomunati dallo stesso scopo, la ricerca della verità
Affascinate anche il contesto in cui è ambientata la storia, uno scorcio della Sicilia e della sua gente
Silvia Somigli
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Purtroppo,la copertura nel Chianti, dove abito, è pessima ed il secondo libro, pur scaricato,mi è immediatamente sparito.
Barbara colaneri
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Un intrico di personaggi e di dettagli vi avvinghia a poco a poco e siete trascinati in una storia a tinte fosche ambientata nella Sicilia fascista. Si indaga su morti ammazzati e fra granite e calura il mistero si dipana, intrecciando lingua patria e dialetto di vivida efficacia.
Antonella Spagnuolo
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Il romanzo "L’uranio di Mussolini" è un intricato ed interessante giallo ambientato nella Sicilia della metà degli anni ’30, tra Ragusa e Siracusa. L’originalità della scrittura sta nella costruzione della struttura del romanzo: essa si fonda sulla sapiente alternanza di più piani paralleli e cronologicamente contemporanei della narrazione, segnati dalla focalizzazione interna di volta in volta appartenente ai diversi personaggi (principalmente due, i protagonisti della storia e responsabili delle indagini), che si rubano la voce del racconto tra un capitolo e l’altro. Così si scontrano le opinioni dell’un personaggio sull’altro, e ad ogni passaggio di focalizzazione le tacite intuizioni psicologiche di ciascuno vengono smentite oppure confermate dagli stessi.
Il romanzo conduce un’indagine fittamente stratificata e ognuno dei personaggi conosce una parte di verità che non può o vuole svelare agli altri, mentre al lettore è riservata la conoscenza di tutti i particolari noti, creando in modo estremamente funzionale suspense, coinvolgimento, diletto e divertimento.
Intelligente e coinvolgente l’uso del linguaggio, in alternanza tra italiano e dialetto in momenti scelti dai personaggi a seconda del desiderio di farsi capire o tacere qualcosa agli ascoltatori, inclusi i lettori.
Forte la teatralità dei personaggi, che si esprimono con tanta gestualità e la scrittura riesce a rendere perfettamente i loro movimenti e le volontà comunicative.
Emma Zurru
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Un libro che si legge pagina dopo pagina per scoprire come andrà a finire. Un thriller tra storia e attualità molto coinvolgente.
Sara Berettieri
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Mi è piaciuta molto il modo dell’autore di raccontare la storia, il modo con cui si sofferma a parlare di particolari minuti che ti portano in quel luogo e ti fanno vivere i fatti come se fossi lì con i personaggi. Pur non essendo una grande appassionata di storia seppur recente, il libro è coinvolgente e molto ben scritto.
Isabella Bistanti
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Un thriller ambientato nel ventennio fascista con personaggi concreti, forti, reali. Una storia che regge per una scrittura concreta. Non indimenticabile ma un libro che raggiunge la sufficienza.
Giorgia De Matteis
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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Castano Primo “Biblioteca comunale”
coordinato da Paola Lauritano e Maria Rosa Gambacorta
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“L’uranio di Mussolini “ è un libro di piacevole lettura, per gli amanti del genere, in cui c’è un po’ di tutto. Forse un po’ troppo.
Incontriamo miliziani buoni, giornalisti famosi, mafiosi di vario calibro, prostitute, monache, figli illegittimi e preti, servizi segreti… Non mancano sparizioni eccellenti, vicende di droga, allusioni a scandali finanziari del ventennio ed il classico duello fra uomo del nord ed uno del sud che finirà col fidanzamento del primo con la sorella del secondo. Eccessiva la descrizione di Balbo che si presta come tassista ed attacca la villa del questore – colpevole e regista di tutto- in un assalto un po’ troppo cinematografico.
Le pagine migliori sono quelle in cui i due protagonisti, Ibla e Durante, rivivono i momenti della guerra e citano generali “uomini di cartone che giocavano con la vita di ragazzi mandati al macello in assalti impossibili”.
Lucia Garavaglia
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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Palermo “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Franco Durante, componente del SIM, il “Servizio Informazioni Militari”, e funzionario della Propaganda del Partito Fascista, a Milano, il 14 luglio 1934 viene convocato, senza ricevere spiegazioni, presso la sede del “Popolo d’Italia”.
Nei sotterranei del palazzo, Durante apprende direttamente da Mussolini, al cospetto di Italo Balbo e di Enrico Fermi, della “Operazione Ausonia” e del fatto che dovrà recarsi in Sicilia, ufficialmente per affiancare le Autorità locali nelle indagini per l’omicidio di Vittorio Borgia, componente della Milizia Volontaria per la sicurezza Nazionale in servizio a Ragusa, ufficiosamente per raccogliere tutte le notizie possibili in merito ad una zona destinata a diventare la base da cui far decollare gli arei diretti nel Ciad, paese ove è presente l’uranio, materiale ambito anche da altre potenze, necessario alla costruzione di un’arma rivoluzionaria potentissima, alla quale Enrico Fermi sta lavorando.
Questo è l’intrigante inizio del romanzo giallo “L’uranio di Mussolini” di Franco Forte e Vincenzo Vizzini.
A Ragusa, l’indagine per l’omicidio di Vittorio Borgia viene affidata al commissario Vincenzo Ibla, il cui cognome quasi lo identifica con la sua terra antica, scarna e cotta dal sole.
Franco Durante e Vincenzo Ibla, prevenuti, diffidenti e guardinghi l’uno nei confronti dell’altro, sono, loro malgrado, costretti a collaborare, per lo meno ufficialmente, nella ricerca dell’assassino di Vittorio Borgia, del quale, peraltro, entrambi, in circostanze diverse, erano stati amici.
Con l’incontro Di Vincenzo Ibla e Franco Durante si inizia, quindi a dipanare una trama ricca di colpi di scena e di storie che, come scatole cinesi, contengono altre storie.
Tanti e diversi sono i personaggi: c’è madame Florance, tenutaria della casa chiusa di Ragusa Ibla, che stranamente già conosce Franco Durante, c’è Smith, anglosassone inviato a Ragusa da non si sa chi, c’è il questore Rubino, dal quale Vincenzo Ibla dipende, c’è una madre superiora che sa molto più di quanto dice, c’è don Nicola Altamore, capomafia locale ed il suo scagnozzo Peluso, ci sono compare Tano Puglisi e la sua famiglia, c’è donna Teresa, giovane e bellissima, vedova dell’anziano professore Gandolfo, tanto per citarne solo alcuni.
E c’è anche Rosetta, sorella di Vincenzo Ibla, sensuale, intraprendente e cuoca sopraffina, di cui Franco Durante si innamora.
Man mano che si prosegue nella lettura, il ritmo diventa sempre più concitato, per giungere all’inaspettato finale, che fa luce sull’omicidio di Vittorio Borgia e chiarisce la posizione di ciascuno.
Nel frattempo, Durante ed Ibla, profondamente diversi per contesto di provenienza e temperamento, costretti forzatamente a collaborare, iniziano, loro malgrado, a fare affidamento l’uno sull’altro fino ad instaurare un legame di vera amicizia.
Non amo particolarmente i romanzi gialli, ma ho trovato “L’uranio di Mussolini” un libro godibilissimo e molto ben scritto, che mi ha coinvolto dall’inizio alla fine.
Originale è stata l’ambientazione della storia in pieno periodo fascista, anche se, nel corpo del romanzo, tale ambientazione sbiadisce un po’.
Magnifico è lo sfondo di Ragusa Ibla, che ho perfettamente immaginato, avendo avuto il privilegio di visitarla, e dei suoi dintorni.
Francesca Castellano
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Circolo dei lettori
di Roma 6 "Barbara Cosentino"
coordinato da Cecilia Gabrielli
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L’uranio di Mussolini è un giallo molto articolato, originale l’impianto narrativo che vede alternarsi nei
capitoli le vicende dei due protagonisti. Ho avuto però spesso molta difficoltà nel comprendere il
linguaggio, il dialetto siciliano che mi ha reso spesso ostico anche Camilleri.
Angela De Chirico