< La bulimia dei media di  Franco Ferrarotti (Armando)

Qui di seguito le recensioni di LaBulimiaDeiMedia raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Mi aspettavo di riuscire ad apprezzare il libro di Ferrarotti, che conosco come eminente sociologo dei media dai tempi dell’università, ma purtroppo mi sono trovata di fronte ad un libro che riassume i peggiori difetti di (alcuni) professori universitari: autoreferenzialità, compiaciuta difficoltà di lettura, in una parola illeggibilità.
Come si fa a scrivere oggi un libro sulla televisione così staccato dalla contemporaneità, dal cambiamento del concetto stesso di mass media con l’avvento di internet, dei social ecc?? Ho avuto il sospetto che si trattasse di un’antologia di saggi degli anni 60, ma non ho trovato traccia di questo. Mi è sembrata un’operazione editoriale insensata, destinata solo a compiacere chi lo ha scritto.

angela sirago

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Interessante l’aspetto storico. Di come la società è cambiata e si è adattata all’ingresso della TV e dei media nelle case delle famiglie italiane. Scrittura troppo articolata per pubblico medio.

FValentini

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La Bulimia dei Media è un percorso attraverso i pro e i contro dell’uso dei media, con l’obiettivo di allenare i lettori ad avere un approccio critico al riguardo, un piacere della domanda che viene stimolata citando dati sul tema e facendo riferimento a studi al riguardo. La peculiarità del testo è quella quindi di non fornire verità assolute e di lasciare che sia il lettore a maturare una visione distaccata e oggettiva sulla lettura dei media, sul rischio manipolatorio e deformato dell’informazione.

Eleonora Barsanti

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ritengo il libro un po’ datato, lo studio sui media superato, credevo fosse dato più spazio al web ma l’autore si è concentrato sul passato senza dire nulla di nuovo rispetto a quanto affermava alcuni decenni fa, lodevole comunque il fatto che continui a pubblicare saggi!

Raffaella Gambardella

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Sinceramente dal titolo mi aspettavo un saggio diverso, più attuale e non incentrato quasi solo sulla televisione: nell’era dei social media avrebbe avuto più senso indagare come è cambiato il nostro rapporto con la TV, non raccontarne l’impatto negli anni Cinquanta e Sessanta.
Inoltre è molto settoriale, non è facilmente fruibile da chi non abbia un interesse e un po’ di esperienza con la sociologia, infatti sono nominati tanti sociologi ma di pochi è esposto il pensiero in modo soddisfacente.

Chiara