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Libro che per certi versi è anche una guida turistica, la Firenze del dopoguerra, il ponte Bailey, un ex militare che indaga per "conto suo", magari conoscendo i suoi capi, graziati e scampati a tempi sbandati. Abbiamo anche alcune concessioni: come il nome del medico legale; Diotivede, concessione all’atro dott.Pasquano di recente memoria televisiva, il rientro al lavoro sempre alle 14,30. Il ricordo di C.Malaparte.
claudio thione
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A dispetto della mia non preferenza per il genere noir, ho trovato la lettura molto piacevole e per nulla scontata. Ambientate nel ’49, le vicende del commissario Bordelli sono segnate dal ricordo ancora vivido della guerra che il vice commissario ha combattuto in prima persona e dalla quale è tornato con Blisk, un cane delle SS che ha salvato dalla morte. Quest’ultimo avrà un ruolo cruciale nella risoluzione di un caso intricato, così come l’aiuto di una prostituta che diventerà un cara amica di Bordelli. Tra questa e altre vicende il vice commissario inizia la sua brillante carriera da investigatore.
Stimoli Deborah
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Tre storie, tre momenti della vita del commissario Bordelli, con sullo sfondo Firenze, la guerra, i fascisti. Un libro che si lascia leggere in maniera sublime, che ti avvolge e ti coinvolge in ogni sua parola, in ogni suo istante, in ogni sua piega.
Monica Di Girolamo
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Scritto bene, accattivante, nella scia del giallo culturale geografico, rappresenta a volte gli stereotipi nazionali, ma poi approfondisce temi ancora adesso scottanti come il tradimento, la delazione, ambientando nel difficile dopoguerra le indagini politico/sociali.
Anna De Chirico
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Il libro di Lugli è ambientato in un futuro distopico, in un mondo devastato da epidemie, crisi economiche ed energetiche e cambiamenti climatici (ci ricorda qualcosa?). L’unica legge rimasta è quella del più forte come sa bene il “Giaguaro” capo degli “Esclusi”, un gruppo di persone tornate allo stato primitivo. Clara è una dei “Regolari” dei privilegiati che vivono nelle loro ville blindate, dotate di tecnologia. Con un racconto dal ritmo incalzante e una serie di colpi di scena, il destino farà incrociare le vite due protagonisti.
Stefania Bonacasa
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Giuseppe Riccio
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Il libro è composto da tre storie: la prima – La casa di tolleranza – si svolge nel 49 in una Firenze che mostra ancora le ferite della guerra. Franco Bordelli ha 39 anni è vice commissario, si muove in bicicletta e ha un cane Blisk, appartenuto alle S.S che ha trovato ferito e abbandonato. Incaricato di fare un’ispezione in una casa di tolleranza, incontra Rosa, una bella ragazza che riesce a non farsi contaminare dal mestiere che svolge che considera come una recita, mentre, in quella che considera la sua vera vita è allegra, ironica sa fare massaggi salutari ed è anche una brava cuoca. Tra i due nasce un’amicizia che durerà nel tempo. E’ proprio Rosa, che trovando sospetto il comportamento di un suo dirimpettaio lo induce a svolgere una laboriosa inchiesta che lo porterà alla cattura di un pericoloso delinquente evaso dal carcere a Milano. Nella seconda storia – Morto due volte- siamo già nel 59, Bordelli è ormai commissario e ama passeggiare nei cimiteri. Durante una di queste passeggiate, lo colpisce un’anomalia: c’è una tomba, dove il defunto ha lo stesso nome e la stessa data di nascita di una che aveva già vista altrove. Bordelli decide di svelare questo mistero, che si infittisce ancora di più quando si scoprirà che una delle bare è vuota e non è mai stata usata. Ne verrà fuori la storia di un tradimento verso un ebreo, sopravvissuto ai campi di sterminio che coinvolge un personaggio di spicco della vita politica. Nella terza storia – Natale di guerra- siamo nel dicembre del 66, Bordelli si è già dimesso dalla pubblica sicurezza e con il pensiero va ad un natale del 43 in cui si trovava in Abruzzo chiuso in una stalla con due sconosciuti, uno di appena 20 anni e l’altro di 45 di nome Curzio Malaparte. Per passare il tempo decidono che ognuno di loro racconterà una storia. Bordelli e il ragazzo raccontano storie personali, episodi della loro vita, o aneddoti di storie famigliari, Malaparte descrive un episodio raccapricciante visto nella città di Napoli. Bordelli ha molti tratti in comune con tanti suoi colleghi della letteratura gialla, trasgredisce spesso le regole, prende iniziative personali, è capace di gesti di grande umanità e naturalmente mangia sempre nello stesso posto. Il libro è gradevole, la prosa scorrevole non si dilunga in descrizioni inutili ma rende bene l’atmosfera della Firenze di quegli anni.
Olinda Orlando
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Le tre indagini, ambientate a Firenze nel ’49, sono condotte dal vice commissario Bordelli. Entrato da appena due anni in pubblica sicurezza, il nostro personaggio conduce le inchieste spesso in modo poco convenzionale, si muove in bicicletta, fa la spola tra il suo appartamento e quello dei genitori, ha anche un cane, Blisk, che apparteneva ad una SS e che ha salvato quando stava per essere abbattuto. Sono ancora vivi in lui i travagliati anni della guerra in un’Italia che cerca di dimenticare scomode alleanze e tradimenti. Bordelli come tutti in quegli anni si avvia a una ricostruzione, cercando di non farsi ossessionare dal passato. Nel primo racconto, durante una perquisizione in una casa di tolleranza, il vice commissario fa amicizia con una prostituta, Rosa, che casualmente lo porta sulle tracce di un ricercato e, grazie al suo intuito sopraffino e ad un’ indagine da lupo solitario, riesce a consegnare il criminale alla giustizia.
Il secondo racconto porterà Bordelli a svelare il mistero di un uomo morto due volte, o meglio con due tombe al cimitero. L’indagine mette a nudo tutti i voltafaccia che gli ebrei hanno subito durante gli anni delle persecuzioni razziali, spesso traditi anche dagli amici più cari. Rivela anche il passato scomodo di tanti italiani, la loro adesione al regime fascista, l’attiva militanza che adesso negli anni del dopoguerra non conviene più ricordare. Un passato che nasconde crimini e misfatti che alcuni vorrebbero cancellare con un colpo di spugna, mossi non da un reale pentimento ma solo da puro opportunismo.
Il terzo racconto è ambientato negli anni del secondo conflitto mondiale, durante una notte di Natale, Bordelli e altri due soldati casualmente insieme, trascorrono il tempo raccontando ognuno una storia. Uno di loro, l’autore immagina sia Curzio Malaparte che narra crudi ricordi legati alla presenza degli americani a Napoli dopo la firma dell’armistizio. L’intento è quello di dimostrare che in quegli anni l’orrore non si nascondeva solo dietro una svastica ma talvolta portava gli abiti dei liberatori. La morale spicciola è quella che la guerra trasforma ogni uomo in una belva, qualsiasi sia il vessillo che lo contraddistingue.
Il romanzo è snello e scorrevole, si legge agevolmente ma non presenta suspense né colpi di scena. Si attende, soprattutto nel primo racconto, una svolta che non arriva. Non sorprende ma è una gradevole lettura.
Caterina pietravalle
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Claudio Facco
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La casa di tolleranza è un esempio molto classico di poliziesco. Abbiamo il vice commissario Bordelli, uomo onesto ma dai modi non convenzionali, capace di essere guidato dal proprio intuito per la risoluzione del caso. L’ambientazione è quella di un’Italia dell’immediato dopoguerra, con ancora gli spettri dei nazisti che si muovono nelle strade dei ricordi. Ci possono essere confronti diretti con chi apparteneva all’"altro schieramento", ma alla fine si cerca di valutare la persona per quelle che sono state le sue azioni, più che le sue idee. Nel leggerlo, mi ha ricordato Montalbano, specie nel confronto con il medico legale.
Annalisa Lundberg
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Francesca DallaTurca
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I tre racconti che compongono il romanzo hanno per protagonista il commissario Bordelli in tre momenti del nostro dopoguerra. Le date che connotano i racconti sono rappresentative di fatti e realtà sociali sui quali l’autore vuole far riflettere il lettore; più che storie “gialle” i racconti sono uno spaccato di storia dell’Italia del dopoguerra con frequenti ritorni alla tragicità e crudeltà della guerra cui il commissario ha attivamente partecipato. La scrittura è scorrevole, ben delineato il protagonista, piacevoli i primi due racconti, più affrettato il terzo dove l’inserimento della figura di C. Malaparte mi è sembrata forzata.
Rita Merusi
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Liliana Superchi
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Attraverso l‘indagine del Commissario Bordelli, l‘autore ripercorre alcuni problemi della vita italiana del secondo dopoguerra (sventa atti delinquenziali di un latitante, scopre il tradimento di un deputato democristiano verso l‘amico ebreo, denuncia l‘estrema povertà di Napoli durante l’occupazione USA) . Usa un linguaggio sciolto e vivace, ma non sempre avvincente
Lucilla del Poggetto
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Carla Maria Guastalla
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Un giallo piacevole da leggere. I tre racconti si collocano in epoche diverse ( 1949, 1958, 1966) e tutte richiamano fatti realmente avvenuti in una Firenze da ripercorrere cartina alla mano. Le trame dei tre racconti sono intriganti e si leggono con scorrevolezza per la scrittura fluida e coinvolgente. I personaggi sono descritti con particolare delicatezza nel primo racconto “La casa di tolleranza” , con inflessibile giudizio e durezza nel secondo “Morto due volte” e infine la descrizione sul valore di un’amicizia che non si dimentica e sull’orrore dell’abiezione, dell’immoralità, della violenza e della crudeltà umana in guerra nell’ultimo racconto “Natale di guerra”. C’è l’Italia, la sua storia e gli avvenimenti di quel periodo. Con questo giallo si può ricordare.
Fabrizia Paini
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Tre storie, di lunghezza diverse, tre ambientazioni e tre tempi cronologici dissimili in cui emerge nitidamente la figura e la personalità del commissario Bordelli delineato da Vichi con consolidata maestria. I tre racconti “noir” raccontano storie di vita che coinvolgono Bardelli ma sono in fondo un percorso di storia comune con il loro dipanarsi nei decenni del nostro secolo. Un bel libro, scritto in modo scorrevole e, come sempre, atteso dai suoi fedeli lettori. Attesa anche questa volta non delusa.
Ferdinando Lapetina
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Nei racconti il commissario Bordelli si impegna in indagini che nascono dal caso, da situazioni e vicende personali in cui, grazie al suo fiuto, riesce ad individuare un indizio (apparentemente banale) da cui scaturiranno una serie di concatenazioni fortuite che porteranno alla risoluzione del caso. Tutto in questi godibili racconti nasce dal caso. I personaggi sono vivi immediati ben descritti. Racconti di facile lettura che appassionano.
Francesca Teza
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Caterina Fiore
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Non ho riscontrato tratti originali nei racconti e la pur ricercata contestualizzazione nell’Italia del dopoguerra, non alimenta né la fantasia, né il ricordo dei periodi descritti. Lo stile è ripetitivo, il linguaggio banale, i personaggi stereotipati. Finito a fatica.
Pietro Curzio
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Una lettura scorrevole, caratterizzata dalla curiosità per l’evolversi delle storie e, allo stesso tempo, dall’interesse suscitato dalla descrizione di alcuni tratti del nostro dopoguerra. Le storie sono ben costruite, i personaggi credibili, pur se in essi si ritrovano caratteristiche già presenti in altri libri dello stesso genere. Si differenzia il terzo episodio dai primi due, perchè in esso più che al dipanare di una storia si assiste alla rappresentazione della disperazione e della violenza del dopoguerra a Napoli.
Margherita Tricarico
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Ancora un poliziesco con tutte le sue ovvietà. Banale e noioso
Giuseppe Montagna
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Maria Pia Arrigoni
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Daniela Randi
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Elisabetta Mora