< La chiave di lettura di  Giampaolo Ivaldi (Solfanelli)

Qui di seguito le recensioni di LaChiaveDiLettura raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Una metastoria, un intreccio di storie inseguito da un’atmosfera mistica.
Ogni capitolo è un appuntamento con la storia, come dice l’autore stesso infatti è attraente la narrazione del periodo risorgimentale italiano, ricca e enigmatica come se si dovesse scorgere, da un momento all’altro, un indizio lasciato lì appositamente.
é stato interessante accompagnare il mutamento di pensiero di Ludovica, la studentessa, accompagnata da Carlo, il pittore - prima avvezza alla superficialità poi vittoriosa nell’affinare quelle che erano le sue abitudini sociali e quotidiane - ma forse sarebbe stato ugualmente gradevole elevarne il linguaggio e i pensieri.
Si ha la parvenza di essere in un turbinio di sensazioni forti che variano in un tenue lasso di tempo.
Il racconto lascia spazio alla riflessione sulla sfida di tutti i tempi: il raggiungimento dell’alchimia come forma assoluta della beatitudine.

Marika Campanella

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Il libro racconta due storie, parallele, ambientate prevalentemente nella stessa città, Genova. La prima, collocata a metà Ottocento, ha come protagonista un giovane medico, curioso e inquieto, massone - mosso da ideali di libertà e onore. La seconda, ambientata in età contemporanea, due giovani , un uomo e una donna, che si incontrano per caso e trascorrono una giornata in visita a Villa Pallavicini.
Per chi è appassionato di storia e non è mai stato a Genova, come me, apprezzerà il racconto dei rituali massonici, la ricostruzione del Sacco di Genova e l’ immersione nei simboli estoterici di Villa Pallavicini.
Il racconto è scorrevole e agile, anche veloce. Forse troppo, e anche troppo breve.
Mi è sembrato che ci fosse della fretta per chiudere le due storie. Il legame tra i protagonisti e il loro vissuto (svelato solo alla fine) mi sembra forzato – non è ricercato. Il lettore non è accompagnato, quindi sembra che venga svelato perchè appunto ..siamo alla fine!
Se l ‘intento era creare un parallelismo anche a livello di valori tra le due storie, a mio avviso, non ci si è riusciti. I personaggi stessi non sono caratterizzati e sembrano un po’ artificiosi.
Non arrivi a conoscerli. Probabilmente l’ intento era altro: raccontare la città, la massoneria e lasciare in secondo piano le storie dei singoli. Bha.. , anche se cosi fosse, non si capisce allora il racconto dei risvolti della vita personale del giovane medico.
Comunque, nonostante non sia un libro che mi sia piaciuto particlarmente, quello che mi è rimasto è, da un lato, la curiosità di visitare la città di Genova e Villa Pallavicini, e dall’altro, la voglia di cercare alti libri sui riti esoterici e la massoneria (vuoi che Umberto Eco non abbia scritto qualcosa a riguardo?).

Giulia Brescianini

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Grandi lettori
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Preferisco " La chiave di lettura" di Ivaldi ai "Fantasmi di Dioniso" della Strano.Entrambi i testi, altalenanti tra romanzo storico,romanzo di iniziazione,racconto della ricerca di sé dei protagonisti,restano in qualche modo indefiniti,lasciando il lettore in attesa di qualcosa di conclusivo che, soprattutto nella Cd,l risulta prevedibile e sbrigativo.Ne iFdD, il protagonista, animato dal sogno di recuperare e riportare agli antichi fasti il teatro greco di Siracusa,si muove in una società dove appare solo il ceto dominante. Dell’Italia postunitaria e, soprattutto del Sud,nemmeno un cenno.Il ceto intellettuale, nel suo essere,collocarsi e interagire,risulta dato per scontato.L’universo culturale.Duse,D’Annunzio,Cambellotti,i Futuristi,Balla,Boccioni, arrivano a raffica.Mussolini appare all’improvviso, in veste di accentratore di competenze   relative alla conservazione del patrimonio artistico. La guerra, la fine dell’amore e del sogna culturale di Mario,troppo affrettati.LaCdl regala il racconto affascinante della rivolta di Genova e svela l’ambiguità di Casa Savoia rispetto alle indipendenzeIl protagonista appare da subito un uomo alla perenne ricerca di obiettivi: la medicina, l’ospedale, la specializzazione, gli ideali politici ed il prezzo da pagare per essi, la cacciata da Montpellier,la Massoneria. Importante Danielle ma più importante l’impegno verso l’Italia,gli italiani, il lavoro di medico.Le relazioni di Luigi con l’ambiente intellettuale, la realizzazione del suo sogno,Villa Pallavicini portano al punto di partenza: la tesi di laurea di Ludovica giovane architetta,studiosa di giardini e parchi e il suo incontro con il deus ex machina Carlo.Galeotto lo studio dei simboli della massoneria e la possibile loro chiave di lettura che porterà Ludovica a Carlo.un viaggio più breve di quello di Luigii Crosa che, sempre in viaggio, troverà la morte in medio oriente ignaro che Danielle con suo figlio,sarebbero stati ormai tutti per lui.

Rita Camilli

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Il libro è ambientato a Genova e intreccia una visita al parco di villa Pallavicini da parte di un’architetta e di un pittore, incontratisi casualmente in biblioteca in quanto interessati allo stesso volume, e le vicende di un medico ottocentesco divenuto massone. Il parco è il luogo dove si trovano simboleggiati con i vari ambienti (laghetto, tempio, vegetazione, anfratti ecc.) tutti gli ideali della massoneria: è la rappresentazione teatrale e fisica del percorso di iniziazione del massone fino al suo accoglimento nella società segreta. Non mi sono sentito coinvolto nel romanzo, se si eccettua il fascino del parco ed, in parte, di tutti i significati che il visitatore appassionato ha individuato.

Enrico Coti Zelati