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Una metastoria, un intreccio di storie inseguito da un’atmosfera mistica.
Ogni capitolo è un appuntamento con la storia, come dice l’autore stesso infatti è attraente la narrazione del periodo risorgimentale italiano, ricca e enigmatica come se si dovesse scorgere, da un momento all’altro, un indizio lasciato lì appositamente.
é stato interessante accompagnare il mutamento di pensiero di Ludovica, la studentessa, accompagnata da Carlo, il pittore - prima avvezza alla superficialità poi vittoriosa nell’affinare quelle che erano le sue abitudini sociali e quotidiane - ma forse sarebbe stato ugualmente gradevole elevarne il linguaggio e i pensieri.
Si ha la parvenza di essere in un turbinio di sensazioni forti che variano in un tenue lasso di tempo.
Il racconto lascia spazio alla riflessione sulla sfida di tutti i tempi: il raggiungimento dell’alchimia come forma assoluta della beatitudine.
Marika Campanella
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Il libro racconta due storie, parallele, ambientate prevalentemente nella stessa città, Genova. La prima, collocata a metà Ottocento, ha come protagonista un giovane medico, curioso e inquieto, massone - mosso da ideali di libertà e onore. La seconda, ambientata in età contemporanea, due giovani , un uomo e una donna, che si incontrano per caso e trascorrono una giornata in visita a Villa Pallavicini.
Per chi è appassionato di storia e non è mai stato a Genova, come me, apprezzerà il racconto dei rituali massonici, la ricostruzione del Sacco di Genova e l’ immersione nei simboli estoterici di Villa Pallavicini.
Il racconto è scorrevole e agile, anche veloce. Forse troppo, e anche troppo breve.
Mi è sembrato che ci fosse della fretta per chiudere le due storie. Il legame tra i protagonisti e il loro vissuto (svelato solo alla fine) mi sembra forzato – non è ricercato. Il lettore non è accompagnato, quindi sembra che venga svelato perchè appunto ..siamo alla fine!
Se l ‘intento era creare un parallelismo anche a livello di valori tra le due storie, a mio avviso, non ci si è riusciti. I personaggi stessi non sono caratterizzati e sembrano un po’ artificiosi.
Non arrivi a conoscerli. Probabilmente l’ intento era altro: raccontare la città, la massoneria e lasciare in secondo piano le storie dei singoli. Bha.. , anche se cosi fosse, non si capisce allora il racconto dei risvolti della vita personale del giovane medico.
Comunque, nonostante non sia un libro che mi sia piaciuto particlarmente, quello che mi è rimasto è, da un lato, la curiosità di visitare la città di Genova e Villa Pallavicini, e dall’altro, la voglia di cercare alti libri sui riti esoterici e la massoneria (vuoi che Umberto Eco non abbia scritto qualcosa a riguardo?).
Giulia Brescianini
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Rita Camilli
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Il libro è ambientato a Genova e intreccia una visita al parco di villa Pallavicini da parte di un’architetta e di un pittore, incontratisi casualmente in biblioteca in quanto interessati allo stesso volume, e le vicende di un medico ottocentesco divenuto massone. Il parco è il luogo dove si trovano simboleggiati con i vari ambienti (laghetto, tempio, vegetazione, anfratti ecc.) tutti gli ideali della massoneria: è la rappresentazione teatrale e fisica del percorso di iniziazione del massone fino al suo accoglimento nella società segreta. Non mi sono sentito coinvolto nel romanzo, se si eccettua il fascino del parco ed, in parte, di tutti i significati che il visitatore appassionato ha individuato.
Enrico Coti Zelati