< La discesa infinita di  Enrico Camanni (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di LaDiscesaInfinita raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Avevo già letto il precedente giallo di Camanni "Una coperta di neve" e mi era piaciuto.
Questo invece mi è sembrato molto lento, troppi tecnicismi legati ai ghiacciai e alla montagna; una bella storia d’amore di anni passati, un colpo di scena (ma non troppo) finale. Un accento sempre rivolto al rapporto padri e figli.
Devo dire però che mi aspettavo di più. L’ho trovato un pochino superficiale.


Sara Quadrelli

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Scritto con uno stile ed un lessico molto accurati, è un giallo insolito, introspettivo, ambientato sulle cime delle Alpi, tra ghiacciai che stanno morendo. Due storie parallele, che hanno per protagonisti due alpinisti di epoche diverse, si intrecciano e alla fine si incontrano. La narrazione è ricca di atmosfera e alterna descrizioni di paesaggio cariche di emozione a riflessioni sulla vita e sui fili invisibili che legano i destini delle persone.

Ercole Anghileri

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Il romanzo scorre molto bene con i colpi di scena dell’indagine che ben si alternano alle riflessioni di vita. Il monte bianco, ma la montagna in generale, è l’altra grande protagonista di questo romanzo, raccontata molto bene, trasmette ancora meglio la passione e la conoscenza che l’autore ha della materia. Un romanzo per tutti, ma quasi d’obbligo per chi è anche appassionato di montagna.

Francesco Garofalo

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Mi è piaciuta tanto la descrizione delle montagne, le storie che si intrecciano come nella vita reale, in cui ci si può riconoscere. Ed identificare subito i resti umani come Celeste restituisce loro la dignità della persona a cui appartengono. È una storia delicata e intensa, che ti trasppporta in quei luoghi.

Nadia Zerbini

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La dolcezza di questo libro mi ha coinvolta dalla prima pagina. Nonostante il tema del ritrovamento e della morte, penso che memoria, speranza e bellezza abbiano incorniciato egregiamente ogni momento della storia. Ho adorato i personaggi e le loro sensazioni che si trasformavano nel corso delle vicende, i dialoghi di ieri e di oggi, gli sguardi. Ho apprezzato moltissimo il modo in cui è stato scritto, tanto da sentirmi catapultata fin da subito su quella neve.

Eva Gelli

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Un thriller anomalo, dove il protagonista ricerca ossessivamente la soluzione, che infine appare in modo del tutto inatteso, ma così vicina a lui da farci giustificare il motivo della sua incosciente ostinazione. Tutto sotto la regia della natura del paesaggio alpino della Valle d’Aosta, aspra, dura e respingente per l’uomo, ma anche generosa con chi sa affrontarla. E anche malata, sfinita dal surriscaldamento globale, al quale assistiamo impotenti e addolorati

Benedetta Lenci

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La cornice del Monte Bianco rende reali i brividi di questo thriller, un nuovo mistero per Nanni Settembrini. La passeggiata di quella mattina gli riserva il ritrovamento di resti di una vita passata, sconosciuta, dimenticata forse. Non riesce a limitarsi alla denuncia di tale ritrovamento, è troppo forte il desiderio di restituire la sua storia a quella vita seppellita da così tanto tempo sotto la neve che ha restituito a lui le prime tracce. Un giallo in cui la ricerca è animata da sensibilità e considerazione della vita.

Silvia Giuliani