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Le biografie di donne raccontate con dignità e spessore sono meglio di una "favola" a parer mio. Non conoscevo Virginia Oldoni, ma il fatto che sia vissuta nell’Ottocento e faceva da spia mi ha intrigato talmente così tanto che ho letto il libro in poco tempo. Complimenti a Valeria Palumbo nel valorizzare in modo differente questo personaggio femminile.
Pamela Pecis
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L’argomento sarebbe anche interessante, ma la quantità di riferimenti, nomi e date rende il libro difficile da seguire e più simile ad una tesina di laurea che ad un saggio storico.
Riccardo Allerhand
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Un interessante saggio storico sociale sulla figura della contessa Castiglione letto in chiave femminista.
Emanuele Riccio
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Mi è piaciuto di più, perché ricco e ben documentato, capace di ricreare non solo la personalità della contessa ma anche l’epoca e le temperie grazie alle digressioni ampie e numerose che, seppur talvolta prolungate minuziosamente, risultano efficaci e stimolanti.
Maria Bruna Scarano
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Non sapevo dell’esistenza della contessa di Castiglione Virginia Oldoini e leggere questo saggio è stato piacevolissimo e illuminante: non certo per meraviglia riguardo la condizione della donna italiana nella società del tempo, quanto per il fatto che nonostante nella vita mi fossi più volte interessata alla storia e al ruolo delle donne nella società del tempo non avessi mai sentito neanche nominare un personaggio così importante. Forse l’avrò solo sentito nominare, magari con qualche commento che lo relegava a figura minore e relegata allo stereotipo della donna immorale del tempo, sicuramente non mostrando il suo valore e l’importanza per la storia e l’unità d’Italia tanto da renderla memorabile. L’indagine di Valeria Palumbo è ben svolta e dettagliatissima, merita una lettura attenta e approfondita: resta a mio avviso talmente ricca di riferimenti che rischia di far perdere le fila al lettore se svolta in breve tempo e non soffermandosi sui numerosi personaggi citati.
Mariella Palese
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troppo didascalico
Barbara Sabbadini
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Libera la storia ’istituzionale’ dalla compassata descrizione dei manuali celebrativi. Piccolezze e piccola umanità paiono decidere dei destini dell’Europa dell’800. Ricerca certosina di alberi genealogici, memorie e memorabilia, paccottiglie e leggende, palazzi e lapidi della società che gira da parassita per le corti dell’epoca, esse stesse endogamicamente povere di visione e statura politica. La Contessa di Castiglione risulta un’occasione per dare uno sguardo a questo mondo.
Luigi Mazzotta
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Valeria Palumbo con la sua “indagine “ci restituisce un’immagine della Contessa di Castiglione libera da molti dei preconcetti e delle letture falsate che nel tempo sono state tramandate.
Ci presenta una donna dalla mentalità emancipata, lontana dagli stereotipi del suo tempo, una donna che ha pagato il peso della mentalità patriarcale. L’autrice restituisce la contessa al suo ruolo storico di figura politica del Risorgimento. Molto interessanti i riferimenti artistico culturali presenti nell’ opera, le ricerche sul campo fatte dall’autrice nonostante le restrizioni imposte dal lockdown . Ho apprezzato notare come la storia della Contessa di Castiglione venga a trovarsi, nel corso del libro, a fianco a quella di molte altre donne protagoniste del panorama culturale , figure rivoluzionarie per il loro tempo, che hanno fatto la storia pur non avendo ricevuto il dovuto posto nella memoria collettiva. Molti di questi personaggi sono stati per me una vera scoperta.
Simona Toma