< La famiglia degli altri di  Elena Rui (Garzanti)

Qui di seguito le recensioni di LaFamigliaDegliAltri raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Romanzo moderno che affronta quesiti e conflitti delle donne di oggi. Lo consiglierei probabilmente a qualche amica, tuttavia non mi sono trovato a mio agio con la tecnica di scrittura della Rui, parere del tutto personale. Mi riesce difficile concentrarmi ed empatizzare con i protagonisti anche se le scene sono ben descritte.

Luca Verzulli

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Una lettura interessante, "La famiglia degli altri" rende da subito chiare le ispirazioni che muovono l’autrice, e forse anche alcuni degli obiettivi che il romanzo vuole raggiungere. I protagonisti sono personaggi peculiari, soprattutto per un romanzo italiano, con il raro dono di non essere scontati e prevedibili: li segui nel dipanarsi della vicenda con occhio curioso e un senso di sorpresa. Mi sono immedesimato più di quanto avrei immaginato, e la lettura ha aperto riflessioni e pensieri interessanti, affatto scontati. Una prima opera senza dubbi di valore.

Nicolò Montanari

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Bel libro, invita a riflettere, e propone, soluzioni alternative alla famiglia tradizionale. Analizza il ruolo della donna in famiglia e nella società offre spunti alternativi possibili per donne di ieri e di oggi.

Claudia Stendardi

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Lecce “Orti di guerra”
coordinato da Simona Cleopazzo e da Anna gatto
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È la storia di Marta, una donna originaria di Padova, che vive a Parigi con la figlioletta Giulia di 3 anni, e che ha impostato la sua relazione con Antoine, padre della bambina, sulla falsa riga dell’amore libero tra Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre.
L’intento però viene presto disatteso: la coppia infatti, separata ma nonostante questo fortemente legata intellettualmente, non riesce a condurre una vita di coppia anticonvenzionale come vorrebbe, e si trova spesso ad affrontare, senza negarlo, i limiti della loro scelta misti a fatiche e incombenze che porta la genitorialità.
Occasione di scoperta e di analisi dall’esterno della propria vita è, per Marta, l’improvvisa morte della nonna, che la porta a rientrare nella terra natia e confrontarsi con la sua vita da una prospettiva nuova.
Il rientro a casa le dà inoltre modo di guardarsi intorno, e conoscere esperienze d’amore e di coppia diverse: dai genitori separati da anni alle relazioni della vicina di posto in aereo, alle avventure del suo compagno di liceo.
Ciò che però le permette di sviluppare un’idea totalmente diversa e sorprendente dell’amore è la scoperta di un segreto di nonna Ada, da lei custodito fino alla sua morte.
Tutto il racconto mette al centro una donna dal carattere forte, che si interfaccia in maniera quasi scientifica ai dettami di una società che la circonda, che Marta scopre non essere femminista, nè onesta nel rapporto con la genitorialità, nè libera.

Cristina Longo

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Circolo dei lettori
Di Mendoza “Dante Alighieri”
coordinato da Vittoria Di Prizito
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L’autrice ha uno stile agile e coinvolgente.
Il romanzo gira intorno a Marta, una giovane donna italiana, sposata con Antoine, un intellettuale francese. Loro abitano in Francia con la loro figlia, la piccola Giulia, che entrambi cercano di proteggere sia dalle infelicità del mondo stesso sia dagli effetti dei loro conflitti coniugali e dagli allontanamenti. Marta, figlia unica sottoposta alle esigenze dei suoi genitori si sforza a sua volta di essere sempre e a tutti i costi la madre, la donna e la sposa  ideale. Insomma, vuole essere all’altezza delle sue proprie aspettative e fare sí che la sia una famiglia modello. C’è il problema però che lei non sa proprio dove trovare quel modello.  Antoine tenta di convincerla a copiare le idee e la vita della copia Sartre-Beauvoir. Intanto, lei si è posto ancora un altro obiettivo, cioè quello di scrivere un romanzo la cui protagonista è, non a caso, una  donna in cerca della sua essenza. Il funerale di sua nonna Ada riporta Marta in Italia, dove ritrova un vecchio amore che la travolge ancora una volta. Ma non solo. Man mano che la vita le porge nuove ed impegnative domande, Marta riesce a trovare le risposte profonde e vere, lontane dalla filosofía e dalle pretese letterarie.

Daniel Lago

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Le antiche norme sociali, le tradizionali promesse matrimoniali e le regole dell’etichetta lottano al primo posto nella vita di una giovane padovana, Marta, che cerca quotidianamente in ogni aspetto della sua vita la libera espressione della sua femminilità. La sua vita a Parigi, nel bel mezzo di un matrimonio in crisi con Antione, e alla ricerca del suo ruolo di madre di una bambina di tre anni, è in continuo cambiamento alla ricerca della sua posizione di donna e professionista in mezzo a una società talmente diversa che le offre centinaia di opzioni per ritrovarsi piena e libera. In continuazione si fa riferimento al progetto, ambizioso e sentito, di seguire le orme di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, la coppia aperta per eccellenza. Ispirandosi ai due filosofi, Marta e Antoine credono che l’amore sia la più alta forma di libertà. Proprio per questo non deve conoscere costrizioni, ma esprimersi in un rapporto in cui la fiducia reciproca cancella ogni forma di esclusività e si traduce, prima di tutto, in un’intensa comunione intellettuale. Finora Marta si è detta convinta delle proprie scelte.
La morte di sua nonna Ada diventa una nuova avventura e una porta aperta che la riporta al cuore della sua famiglia, per scoprire, attraverso le crepe del lutto, la verità dietro i legami tra i suoi nonni e i loro parenti. Niente è come sembra, i ruoli sostenuti nel tempo sono stati maschere delle vere identità affettive dei propri parenti, a dimostrazione che ogni famiglia ha le sue imperfezioni con cui convivere in un permanente equilibrio instabile. Il personaggio di Marta evidenzia la volontà di andare controcorrente rispetto alle tradizioni sociali e familiari, dimostrandone la fragilità ed evidenziando l’importanza di costruire la propria felicità. In questo romanzo è possibile scoprire molteplici concezioni del concetto di amore e di famiglia, dando al lettore la possibilità di familiarizzarsi con ciascuno secondo il singolo momento storico.

Belén Farias

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Un romanzo pieno di sentimenti ed emozioni di cui non è facile parlare ed a volte nemmeno accorgersi.
I pensieri sulla vita e la morte, sull’idealizzazione della maternità/paternità, la vita di coppia, cosa sarebbe successo se avessi deciso diversamente ai 20 anni, ai 30, e così via.
Forse sarà possibile che il problema potrebbe essere credere che il modo migliore per fare le cose sarebbe come le fanno gli altri?

Rosina Barberis

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Come si fa ad andare avanti dopo una grossa perdita? L’amore di coppia può uscirne indenne? Può una famiglia sopravvivere alla sua propria dissoluzione? Angelo Mellone, l’autore di Nelle migliori famiglie, apre queste domande nel suo avvincente romanzo e ci invita a riflettere sulla società in generale, sul senso della famiglia come comunità e sulle lotte interne che ogni individuo sviluppa.
Piero e Elisabetta sono stati per venticinque anni la coppia più bella e invidiata di Roma. Hanno messo su famiglia -in apparenza, perfetta- finché il più atroce dei lutti li ha colpiti: la morte accidentale di uno dei figli. Ora, un paio di anni dopo, un nuovo dramma li riunisce quando decidono di trascorrere la Vigilia di Natale in famiglia, ma il loro figlio più giovane subisce un grave incidente.
I protagonisti sono spinti a fare i conti con loro stessi e scoprire che in fin dei conti, dopo l’amore, non tutto è perduto.

Natalia Alvarez