< La filosofia dei Radiohead di  Eleonora Guzzi (Mimesis)

Qui di seguito le recensioni di LaFilosofiaDeiRaioHead raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Di sicuro lo spunto è interessante,. A differenza di altre opere apparentemente analoghe, non è però un tentativo di spiegare la filosofia utilizzando la musica come pretesto, ma la rivisitazione della musica dei Radiohead in chiave filosofica.
Un libro molto di nicchia, un po’ troppo specialistico e settoriale anche per il fan "medio" del gruppo, perché richiede, oltre a un’ottima conoscenza della musica dei Radiohead, anche una conoscenza, neanche troppo basica, delle principali teorie filosofiche.

Nicoletta Losano

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I Radiohead hanno fatto la storia e in questo libro si ripercorre un viaggio nuovo rispetto ai milioni di libri scritti su di loro. In questo libro è piacevole la lettura, e la possibilità di conoscerli sotto altri punti di vista. mai banale, mai scontato, mette luce su argomenti trattandoli in maniera lucida ma assolutamente nuova.

Teresa

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Il saggio è molto curato e dettagliato con molti approfondimenti sulle singole opere del gruppo, ma a causa del poco apprezzamento del genere e della poca conoscenza dei Radiohead l’ho trovato poco interessante
A parer mio la scrittura risulta pesante e poco piacevole/scorrevole e a volte risulta prolisso e ripetitivo. Tutto questo non aiuta di certo ad apprezzare e scoprire un nuovo tema
Purtroppo, con lo stile utilizzato nel testo, l’autore riesce a rivolgersi solamente alla nicchia di riferimento senza la possibilità di riuscire a coinvolgere un pubblico più ampio

Samuele Marino

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Un saggio sulla musica come ci piacerebbe leggere più spesso. Non la storia di un gruppo o di un cantante o di un compositore, ma la lettura della sua opera usando anche in modo ardito gli strumenti interpretativi di altre discipline. Nel caso specifico si parla di Radiohead e dunque siamo nella musica pop, e la chiave interpretativa è la filosofia. Con particolare riferimento alle teorie di T. W. Adorno (ma non solo), gli autori identificano 3 cicli principali nella discografia del gruppo, usando come approccio l’analisi del rapporto con la Tecnica: il primo ciclo che coincide con la presa di consapevolezza del problema, il secondo dove la tecnica viene largamente sperimentata ed esplorata, e il terzo che costituisce la sintesi dei due momenti precedenti. Lettura a volte non facile per via dei temi trattati, dove non vengono risparmiati riferimenti a concetti non semplici di filosofia contemporanea. Ma sicuramente si arriva alla fine con un interessante punto di vista che propone una riflessione profonda sulla produzione dei Radiohead. Con un pregio: coinvolgere anche chi non è un fan del gruppo.

Alessandro Cappelletti

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La filosofia dei RadioHead di Stefano Marino e Eleonora Guzzi

Si tratta di un saggio su uno dei gruppi musicali più conosciuti e famosi al mondo che si propone di descrivere la musica ma soprattutto , come da titolo , cercare gli aspetti per così dire reconditi che stanno, secondo gli autori , dietro alla musica e ai testi dei Radiohead .
Operazione a mio avviso del tutto fallita. Il saggio di sofferma troppo a lungo e ripetendo numerose volte concetti che riguardano aspetti sociologici e filosofici di pertinenza generale , senza mai entrare nel merito del rapporto con il gruppo musicale. Ne deriva una trattazione spesso noiosa , complessa e pedantemente nozionistica. Lo sbilanciamento tra la parte dedicata alla musica e ai testi delle canzoni dei Radiohead e la parte dedicata alle disquisizioni filosofico-sociologiche , anche fuori contesto, sono pesantemente a favore di quest’ultima . L’aspetto più positivo del saggio è la descrizione del percorso musicale della band che avrebbe potuto essere più ampiamente sviluppata con soddisfazione ben maggiore del lettore. Se togliessimo dal libro la parte meno pertinente alla musica resterebbe probabilmente meno di un quarto e le pagine del libro si ridurrebbero ad una cinquantina al massimo. Direi un po’ poco per i Radiohead.

Roberto Muroni