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La leggenda di Fiore, quinta opera narrativa di Marcello Veneziani, si presenta come «romanzo spirituale» e narra, in nove capitoli, la storia di un percorso di ascesi mistica al termine del quale il protagonista giunge a comprendere che la vita individuale è soltanto un riflesso dell’universale, «una scena della trama infinita dell’universo» in cui ogni vita nasce, muore e rinasce in un ciclo infinito in cui tutto è connesso. Fin dall’infanzia Fiore dimostra un notevole talento per la speculazione filosofica, via via affinato grazie ai viaggi in Oriente e agli incontri con personaggi eccezionali come il papa Pierpaolo (nel quale si intravede, se non capisco male, una polemica contro la chiesa «politica» di papa Francesco). Diversamente dall’altro romanzo toccatomi in sorte, La leggenda di Fiore è evidentemente l’opera di una persona che scrive per mestiere e lo sa fare con competenza. Il tono predominante è quello dell’epopea, con accenti elegiaci («Il tempo si scioglieva nello spazio, la dolcezza della primavera si faceva fragranza, profumo di campi, trionfo di luce») e allegorie legate alla natura che veicolano precetti morali («Ci sono vite fiorite e vite fruttuose, diceva, ma la selva di rami secchi e gramigna prevale»). Anche in questo caso, però, non mi sembra che si tratti di un vero e proprio «romanzo» quanto piuttosto di un trattato filosofico in forma di narrazione. Non ho letto per intero questo libro e non l’avrei mai «assaggiato» di mia iniziativa: al mondo mitico e atemporale di Fiore preferisco la concreta realtà degli uomini immersi nella storia; inoltre, conoscendo e non condividendo gli orientamenti politici dell’autore, nutro una profonda sfiducia nei suoi intenti di romanziere.
Carla Palmieri
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"La leggenda di Fiore" di Marcello Veneziani, è un romanzo che narra la vita di Fiore, forse filosofo, forse santo, tra introspezione e vita reale. Ho pensato a lungo a questo romanzo, e sono giunta alla conclusione che non mi sia piaciuto.
Personalmente, credo che il difetto principale di questo romanzo sia la narrazione: ci sono pochi dialoghi all’interno del romanzo, e l’azione si concentra quasi tutta solo sull’interiorità del protagonista. Avrei preferito un approccio diverso con più dialoghi che potessero inquadrare maggiormente l’azione.
Annapia Fiore
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"La leggenda di Fiore" è un romanzo spirituale che racconta la vita di Fiore, un personaggio leggendario alla continua ricerca della Luce.
E’ per questo che abbandonerà la sua famiglia di origine per intraprendere un lungo viaggio tra Oriente e Occidente che gli permetterà di visitare luoghi sconosciuti, fare esperienze mistiche e incontri straordinari.
Guarirà da una malattia che lo porterà quasi in punto di morte e da quel momento dedicherà tutta la sua vita a un compito. Comincerà ad indossare tuniche e sandali, un cappello a forma di cono e si ritirerà in un’antica casa di pietra simile a un trullo iniziando una nuova vita da eremita. Dispenserà pensieri e precetti sulla verità e sulla vita, ma saranno la verità e la vita a dare lezioni a lui facendogli scoprire di essere padre solo in età tardiva.
Letizia Bonura
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In questo libro vediamo il cammino spirituale che compie Fiore, personaggio leggendario, dalla nascita alla morte. Un percorso ricco di esperienze mosso dalla ricerca di spiritualità, Fiore parte dall’annullamento del sé come uomo per risorgere nell’eterno, come origine. Significativi alcuni incontri con l’ex papa ritirato, la tigre, il nano Onan e la Pizia. Cruciale nel suo percorso trovarsi sul punto di morire a causa di una malattia e ricominciare a vivere alla ricerca della luce, da asceta. Si respira un’atmosfera leggera, di fiaba e magia con i suoi viaggi nel tempo, che lascia un messaggio positivo, di speranza.
Evelina Longavita
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Mecozzi Enrica
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L’avventura spirituale di Fiore dalla nascita all’ adolescenza prima, poi sempre alla ricerca della sua anima ancora legata alla religione dell’infanzia, viaggia intorno al mondo in Oriente. La sua vita si ferma dopo un contatto. Quasi mortale che, guarito, lo porta a vivere come un eremita, alla ricerca di una nuova vita fatta di preghiere, precetti , pensieri e fugaci amori.
Santoro Giuseppina
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Libro particolare e di piacevole lettura quest’opera di Marcello Veneziani.
Si inizia a leggere e, dopo un attimo, sembra di leggere un Siddharta moderno. Fiore, ultimo di sette fratelli ,vive in un mondo ovattato; ha attorno tutti i fratelli e i genitori che lo coccolano e lo stimolano. La famiglia che lo ama talmente da isolarlo dalle tristezze della vita. Il Fiore cresce e inizia a sentirsi stretto in questo piccolo paradiso..e decide di partire e, probabilmente già allora, decide di non tornare più.
La prima tappa è per l’isola delle donne, un mondo totalmente matriarcale ove i pochi uomini rimasti vivono ai margini della società. Viene accolto in una casa dove vivono tre donne e ,dopo poco, il nostro eroe si innamorerà di Margherita. La vita è piacevole ma non troppo dissimile da quello che già viveva nella sua vecchia casa. E così il nostro eroe, alla ricerca di qualcosa non ancora chiaro, riparte per le vie del mondo.
Inutile dettagliare; ovunque vada Fiore si troverà bene e troverà donne che si innamoreranno di lui nel modo migliore che esista: amore senza l’obbligo di presenza. E il nostro eroe continuerà felice a girare per il mondo sino a quando la nostalgia lo riporterà alla terra natia.
Si renderà però conto che non può tornare da chi ha abbandonato anche perché non ha nessuna idea di fare il figliol prodigo che, sazio di avventure, torna alla terra bramata e vive felice e contento. No; lui vuole passare, abbracciare tutti e ripartire. Si accorge che non è un’idea molto intelligente; arriva vicino a casa, spia la vita di tutti i giorni dei suoi cari e se ne va.
Finalmente, ormai decisamente anziano, decide di fermarsi ai margini di un villaggio e, senza saperlo, diventa un vecchio saggio che la gente del posto ammira da lontano. Un giorno vengono a trovarlo due giovani e una bambina che risultano essere, alla fine, suoi figli, il frutto di tre importanti amori della sua vita.
E da quel momento lo scritto cambia velocità e livello; diventano una quarantina di splendide pagine sul senso della vita, sugli amori, suoi figli, sul sapere, sul corpo, lo spirito e sulla spiritualità in generale.
Finale molto importante che trasforma il libro da una lieta novella in uno scritto psico-pedagogico esistenziale.
Tra le tante cose ecco una frase che mi è piaciuta molto:
Prima il sapere ci libera; poi è necessario liberarsi dal sapere.
Parma Vincenzo
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Silvia Ferin
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Sebbene solitamente io non legga romanzi spirituali, ho apprezzato molto il libro di Veneziani. L’autore ci accompagna lungo tutte le fasi della vita di Fiore, dalla primissima infanzia alla giovinezza fino alla vecchiaia e alla sua morte. Conosciamo così la famiglia di Fiore e i suoi giochi da bambino, viviamo con lui la scelta di
lasciare quella casa felice per seguire la sua inclinazione di esploratore del mondo, lo vediamo innamorarsi per tre volte e poi perdere quegli amori per seguire la sua vocazione di “monaco”. Fiore è a metà tra un mistico e un filosofo, che dedica tutta la propria esistenza alla riflessione su temi quali la Vita, l’Amore, la Morte e Dio. Lo sforzo del suo pensiero è volto non solo alla definizione di concetti ma anche alla
conciliazione delle fratture che tali definizioni alle volte possono creare.
Durante la sua vita Fiore ha l’occasione di condividere la sua saggezza con le persone attorno a lui e in loro lascia sempre un segno e instilla un seme di riflessione, lo stesso che viene instillato in chi legge questo libro.
Franesca Faedo
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Con molta delicatezza lo scrittore inizia il romanzo con il concepimento di Fiore, “il frutto maturo di due genitori ormai avanti negli anni” durante la stagione della fioritura. Scoprirono che Fiore aveva nelle pupille
due granelli dorati che sua madre chiamava pepite d’oro.
Il romanzo prosegue con l’infanzia, l’adolescenza di Fiore e poi la fuga da casa alla ricerca della spiritualità.
Troviamo il rapporto con la famiglia, la religione, l’amore e alla fine anche la paternità!
Leggendo questo romanzo mi è tornato in mente Siddhartha.
Nives Giambellini
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Romanzo di formazione, acuto e penetrante, che narra la storia leggendaria di Fiore, ne racconta la vita, il cammino, la ricerca, tra avventura e nostalgia, tra incontri straordinari ed esperienze speciali.
Molto bella la prosa: poetica e musicale, che esprime al meglio l’ intento del libro, ossia la ricerca di una salvezza spirituale che passa attraverso la gioia e nn solo il dolore (Fiore trae esempio dai girasoli che cercano sempre la luce per abbattere il dolore del mondo).
Alcune pagine del libro forse si allungano un po’ troppo, rischiando di diventare ridondante e, a tratti, un po’ noioso .
Dal mio punto di vista, è sicuramente un libro che cerca di rispondere alla povertà spirituale del nostro tempo.
Consigliato ad un pubblico selezionato.
Romina Vicentin
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La leggenda di Fiore è la storia di Fiore, in cammino nel corso della sua vita alla scoperta dei valori dell’esistenza nei suoi passaggi cruciali. Un romanzo spirituale che invita il lettore a vivere un’esistenza autentica. Lungo il suo cammino il protagonista vive emozioni, compie scelte, fa esperienze fuori dal comune e contemporaneamente dispensa insegnamenti di vita, precetti, consigli che il lettore può cogliere e decidere di farli propri o meno. Una scrittura, quella di Veneziani, profonda e pensata, non banale o lasciata al caso. Tra il mito e la fantasia, attraverso le pagine di questo libro ci si può immergere in una storia fantastica, con tratti reali e che ognuno può ritrovare nel proprio vissuto. Stimola alla riflessione e per questo l’ho trovato un romanzo interessante e da consigliare.
Sofia Bertoli
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Veneziani
con la sua scrittura affascinante, ci narra una storia bellissima:
l’avventura spirituale di Fiore, figura leggendaria, tra la natura e le
scoperte dell'anima, il suo cammino per liberarsi dall’Io.
Per
Fiore crescere vuol dire riconoscere la limitatezza dell’agire umano e
fonderla con la necessità di uno slancio verso l’ascesi, verso lo
spirito, tramontare come uomo per risorgere nell’eterno.
Fugge di
casa per amore del mondo e sete di conoscenza. Questo viaggio porta il
giovane Fiore a lasciare la lunga estate della sua fanciullezza,
Peregrina in tutti i sud del mondo, dall’Isola delle donne, luogo del
mito e di iniziazione, all’oriente, fino alla scoperta dell’anima, il
ritiro dalla vita,
immerso nella meditazione. Il suo obiettivo è
addentrarsi nel segreto del Fiore d’oro, nella fioritura suprema della
Luce: è la sua teoria del girasole. L’amore ricevuto da piccolo, anche
se si tratta di un affetto implicito non dichiarato e senza
smancerie,
gli scalda tutta la vita, quell’amore che abbraccia anche l’assurdo,
che è una ricerca non un possesso. Per lui l’amore è amare nell’assenza e
si esprime tramite la perenne nostalgia di una casa e di una famiglia.
L’amore fiorisce e sfiorisce in un istante, ma può dare frutti duraturi.
I suoi figli , che conosce ormai vecchio, gli donano la paternità che
lui non ha saputo dare loro, perché la voce del sangue ha taciuto e la
vita si è presa gioco di lui. Sin da bambino si è sentito diverso dagli
altri e ha vissuto in un orizzonte parallelo. Secondo lui la vita, in
cui si alternano desiderio di avventura e nostalgia del passato, è un
bene prezioso, che va tutelato, perché ha un senso che è altro da noi: è
un cerchio che congiunge i suoi estremi. Non cambia il diametro, conta
se il cerchio è compiuto. Vite brevi, a volte, sono più compiute di
esistenze prolisse.
Il limite dell’Uomo è la morte: solo il Saggio
vive con Lei accanto. Fiore, che è vissuto pensieroso, muore spensierato
, con fiducia, grazia e abbandono.
Antonella Burrini
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Carmen Napolitano
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Definirei il libro di Veneziani come un trattato di filosofia spirituale. Leggendolo mi sembrava di navigare tra le parole di Socrate (nel dialogo di Platone con il giovane) e quelle di San Francesco D’Assisi o Sant’Agostino. La vita di Fiore è un viaggio spirituale alla ricerca della verità, cosa ben diversa dalla realtà, che è soltanto la superficie della prima, dice Fiore. Un viaggio durante il quale non ci si priva della bellezza, in ogni sua forma, che si tratti della natura, dell’amore, del confronto con altre vite e anime. Un viaggio in cui però si sperimentano anche la privazione e il distacco, necessari per apprezzare meglio la pienezza e la felicità. I rapporti umani più importanti, secondo la Fiore filosofia, vanno sentiti a distanza, perché l’amore più puro e vero viene apprezzato appieno se si è lontani. Ed è forse per questo che Fiore, pur legato alle proprie radici, lascia presto i genitori e i fratelli, per affrontare, da solo, la vita e il mistero della fede. Scoprirà di credere in un Dio e in una religione che non è solo dei poveri e dei deboli, ma anche di chi insegue e protegge la bellezza, i doni, la intelligenza emotiva. Il libro è denso di frasi e concetti bellissimi e profondi, ricco di insegnamenti di vita e ricette di benessere. Mi ha colpito, emozionato e arricchito. Lo rileggerò.
Corinna Biondi
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In questo viaggio alla scoperta della dimensione spirituale mi è sembrato di cogliere la capacità dell’autore di non proporre una tesi (men che meno la propria) di come la ricerca spirituale vada organizzata e praticata.
Questo pregio assume un valore aggiuntivo se si tiene conto dell’appartenenza culturale e politica dell’autore decisamente schierato a destra e per questo intrinsecamente portato a far prevalere le proprie idee.
Invece l’autore racconta con parole libere e delicate la storia di questo mistico che ricerca (e trova) la luce e l’ascesi, il Bene nella rinuncia non al male ma a sé stesso: questa “terza via” di rapportarsi con la dicotomia luce ed ombra, angelo e demone che abitano in noi laddove la scelta (finalmente) non è tra bene e male ma “verso l’alto”, cioè allontanandosi sia dal bene che dal male.
La narrazione fluida, la ricchezza di eventi, incontri, paesaggi fanno di questo racconto di una leggenda il diario di un viaggio interiore incastonato nel diario di viaggio per il mondo.
Laura Stopponi
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Trovo che la lettura sia piuttosto scorrevole, ho apprezzato la prima parte, dove si racconta l’infanzia di Fiore ;trovo però che nel proseguo la narrazione inizi ad entrare in una dimensione onirica , gli eventi della vita del protagonista sono assolutamente inverosimili , ed in questo mi ha ricordato L’arte della gioia di Goliarda Sapienza ( che non mi era piaciuto ). Io non cerco la verità assoluta in un libro, anzi amo il filone del realismo magico da Marchez in poi, ma nel patto con lo scrittore cercò una linea di sincerità nella trama che a mio parere non gli è riuscita. Ho trovato poi pesanti le parti filosofeggianti, che trattano dalla religione, all’amore, al senso della vita..... insomma Less is more
Ho fatto tesoro dei suggerimenti da voi riportati nella mail ; ero prevenuta nei confronti di Veneziani, conoscendolo come giornalista non avrei mai acquistato un suo libro, alla fine mi sono dovuta ricredere, preferendo di gran lunga il suo libro e per questo vi ringrazio.
Milena Cavalchi