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Interessante la storia, da quanto ho capito autobiografica, ma l’impressione è quella di un’occasione mancata. Mi è piaciuto lo stile dell’autrice e sarebbe stato bello se fosse scesa più a fondo con alcuni personaggi e se alcuni dettagli temporali fossero stati definiti meglio.
Verdiana Maiellaro
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La narrazione é profonda, talvolta anche angosciante, ma rispecchia l’autenticità del vissuto della protagonista. Smuove la coscienza critica del lettore che, fin dalle prime pagine, accompagna Camilla nel suo percorso di rielaborazione del lutto.
Con una scrittura schietta ed essenziale, l’autrice racconta, senza ipocrisia, la complessità delle relazioni. La banalità non è di questo libro.
Cristina Ferrero
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La storia di Camilla è quella di una sorella rimasta a metà che cerca di combattere con quel dolore che ha dovuto reprimere per tutti quegli anni, quel dolore a cui da piccola non le hanno permesso di dar voce, doveva portarsi sulle spalle il peso di essere due adesso.
L’autrice Lucia, si cala nei panni di Camilla ma non è un’autobiografia, resta comunque un romanzo. Vi è una contrapposizione continua tra l’infanzia e la vita adulta in cui Lucia da voce ai suoi pensieri, plasma i sentimenti che ha provato da piccola e ceca di riorganizzare quelli da adulta, con una vita come tante, fatta di lavoro, amore, amicizie e famiglia.
Quello che ho percepito è stato un senso di riconciliazione, tra l’infanzia e vita adulta, fra una famiglia prima e dopo. La ‘’Lista’’ è stata un mezzo, il mezzo usato per questa riconciliazione, per questo viaggio in cui bisognava collegare tutti i punti, sparsi per trent’anni.
Ho apprezzato le parti di ironia, le parti in cui Camilla si siede metaforicamente con se stessa e guarda obiettivamente nella sua vita, analizzando le scelte, consapevolmente sbagliate che ha percorso. Non sono particolarmente rimasta colpita dal modo di scrivere, dall’appiglio a delle frasi ripetute nel libro a mò di massime o quelle in cui ci sono giri di parole per esprimere il modo in cui si sente la protagonista, rigogliose di paragoni e metafore che lasciano poi ancor più deboli le frasi successive ma l’ho trovato nel complesso un libro che parla sinceramente di una ferita profonda, in modo aperto e confidenziale.
Caterina Ottaviano
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"La lista delle cose semplici" è un "flusso di coscienza" tra le menzogne di una vita che passa quasi svogliatamente all’ombra della morte, situazione resa ancor più drammatica dal rapporto che legava la protagonista alla sorella, sua gemella.
Elena De Giorgi
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Gemma Alfano
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Annamaria Ciarelli
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Chiara Marcucci
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Ci sono momenti in cui il dolore è solo silenzio, un silenzio gelatinoso che si appiccica al corpo e impedisce i movimenti. Camilla si porta quel dolore dentro da ormai 20 anni, da quando quel giorno in cui a 11 anni ha perso una parte di sé. L’autrice ci porta con sé in quel mare di gelatina, tra presente e passato, in cui il dolore è nascosto nei gesti semplici, negli attimi più quotidiani, ma non ci lascia soli in quel mare, ci da una lista che è una mappa del tesoro: la lista delle cose semplici, 10 semplici cose che sono tessere per la felicità.
La struttura è evocativa, è un mosaico: come quelle opere sono fatte di tante piccole tessere che messe accanto compongono meravigliose raffigurazioni, così l’autrice costruisce la storia attraverso frammenti, che proprio come quelle tessere sono belli e spigolosi e ci feriscono il cuore ma ne cogliamo la bellezza.
Manuela Mastino
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La lista delle cose semplici mi è piaciuto moltissimo, è il classico libro che ti arriva quando ne hai bisogno, o per lo meno questo è quello che ho provato io leggendolo.
Dalle pagine traspare lo stato d’animo dell’autrice e come ha cercato di far fronte alla vicenda drammatica che ha stravolto la sua vita, in più la lista offre spunti di riflessione sulle cose, appunto semplici, che alle volte vengono sottovalutate.
Arianna Della Contea
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Una storia che testimonia quanto i non detti, nelle famiglie, feriscano quanto le parole. Mi è piaciuto tanto il modo in cui si parla del legame tra sorelle, credo sia la cosa più bella e intensa di questo romanzo, che trasmette proprio il valore e la ricchezza di avere qualcuno con cui crescere. Mi è piaciuto meno il cinismo della protagonista e il suo modo di relazionarsi agli altri.. comprendo l’effetto devastante del passato sul suo modo di vedere il mondo ma alcune situazioni mi hanno lasciata un po’ perplessa. Inoltre non ho apprezzato del tutto neanche il finale, che pur essendo molto forte e commovente mi ha toccata meno del resto della storia.
Lara Bucella
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Eugenia Biguzzi
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Il libro narra la faticosa rinascita di una giovane donna dopo una dolorosa vicenda familiare ed è parzialmente autobiografico. La prima impressione è che una drastica “potatura” preliminare avrebbe enormemente giovato alla intensità della narrazione che, invece, annega nella descrizione di un mare di oggetti, dettagli, piccoli ricordi, probabilmente cari all’autrice, e perciò da lei ritenuti preziosi. Purtroppo questa preziosità non è una proprietà transitiva e, viceversa, al lettore essi appaiono dettagli inutili e noiosi. Lo stesso si può dire delle molte riflessioni “quotidiane”, che non raggiungono un grado minimo di originalità e profondità, e finiscono per risultare anch’esse banali e noiose....Nel complesso l’opera affronta alcuni temi interessanti, ma rimane un’opera esile: la narrazione di una dolorosa vicenda individuale che non riesce ad approdare ad una dimensione sufficientemente universale.
Olga Varalli
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Storia di una sorellanza, anzi per coniare un neologismo direi di una “gemellanza”, che dura oltre la morte prematura di una delle due. Il tema è quello dei rapporti familiari, complessi e non sempre da Mulino Bianco, come ciascuno di noi ha potuto sperimentare nella propria esistenza. Lo stile narrativo è semplice diretto, in alcuni passaggi molto efficace nello scatenare ondate di emozioni e attivare quella magia che solo un libro può dare al lettore: il miracolo della immedesimazione. È vero non è un capolavoro ma io l’ho letto tutto di un fiato e non mi sono mai annoiata. Certo, la trama non pecca di originalità ma funziona proprio perché è simile alla vita di tutti noi. Io sono figlia unica e non ho sopportato dolori tanto lancinanti ma mi sono riconosciuta in moltissimi passaggi del racconto. Spesso mi sono ritrovata a pensare... anch’io quella volta mi sono sentita così, ho pensato proprio la stessa cosa, ho fatto le stesse riflessioni, proprio così!!! Sarà banale, ma questa è forse la chiave per apprezzare questo romanzo e spiegare perché l’ho scelto tra i due proposti, invero entrambi piuttosto modesti.
Mariapia Salfati
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L’argomento trattato dall’autrice è senz’altro interessante e riguarda più persone di quante si potrebbe immaginare. La “sorellanza” di due gemelle è molto complessa ed è davvero più forte che con gli altri fratelli. (Parlo per esperienza personale, ma per fortuna la mia di gemella è viva e vegeta!) Richiede un’attenzione maggiore da parte dei genitori e un dialogo aperto e costante. Tanto più in questa situazione tragica e dolorosa, quando manca una delle due, quella che sopravvive è la parte debole della famiglia ed ha più bisogno di essere ascoltata. “Loro erano rimasti loro, ma io da noi ero diventata io e basta” è questa la frase più profonda di tutto il libro che però naufraga in troppe parole e situazioni banali e scontate. Una scrittura che non mi ha conquistato e che comunque lascia irrisolto il problema. Questo tema aveva bisogno di uno sguardo più attento e riflessivo!
Gabriella Buizza
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La lista delle cose semplici è una sorta di "libro cuore" che una volta finito di leggere poi è difficile da dimenticare. C’è tanto in una sola trama, la forza e la resistenza granitica dei legami di sangue, il senso perenne di inadeguatezza mischiata a rimorso sotterraneo, il desiderio di farcela comunque a dispetto della tragedia abbattutasi sulla propria vita e i sentimenti che non si riescono a gestire come si vorrebbe. Il senso e il desiderio incessante di essere altrove perché è altrove che si devono fare le cose lasciate indietro scientemente. Una trama bella e robusta che se scritta da un autore più portato e più elegante avrebbe potuto diventare un gran libro. Peccato.
Antonia Del Sambro
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Il libro è in parte autobiografico e probabilmente è nato dall’esigenza personale dell’autrice di elaborare un grande tragedia che ha vissuto durante l’infanzia: la perdita di una sorellina gemella a seguito di un incidente domestico a cui invece sono sopravvissuti la scrittrice e i genitori. Questa perdita è stata vissuta dalla scrittrice con un grande senso di colpa nei confronti della sorellina e nello stesso tempo in modo assolutamente solitario, senza riuscire ad affrontare il dolore condividendolo fino in fondo con i genitori, anzi vedendoli come controparte. La colpa maggiore che ha addossato nel tempo ai genitori è stata l’affermazione “Finché siamo tutti insieme a casa, non può succedere niente di brutto” fatta quando le sorelle erano bambine. Ritrovare una lista di cose semplici da fare scritta con la sorella scomparsa quando erano piccole le darà la forza e la voglia di vedere e vivere la sua vita in modo diverso. Lo stile è lineare e in alcuni punti la scrittura risulta banale, visto anche il reale dolore devastante vissuto da tutti i personaggi del libro che la scrittrice non riesce a descrivere pienamente.
Marialuisa Albizzati
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La mia scelta sul libro da preferire è andata al meno peggio anche se è vero che al peggio non c’è mai fine, qui siamo veramente ai” confini della realtà”. Al mio paese d’origine c’è un detto: “ofelè fa el so mestè”. Ecco per questi due scrivere non è il loro mestiere.
Ho iniziato con La lista delle cose semplici di Lucia Renati, e dopo 10 pagine non solo ero annoiato ma anche infastidito da tanto di niente, il vuoto cosmico. La prima immagine che mi ha suggerito questa lettura è stata quella di una seduta psicoterapeutica, dove si racconta tutto di sé, solo che qui manca lo psicoterapeuta e quindi la mia immagine viene sostituita immediatamente dal criceto dentro la ruota.
Pierangelo Vernizzi
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E’ difficile, per me, scrivere qualcosa di questo libro. A posteriori ho scoperto che si tratta di vicende autobiografiche. E questo potrebbe influenzarmi visto la passione che nutro verso la scrittura autobiografica. Ma una cosa è scrivere per sé magari anche come terapia e un’altra scrivere le proprie vicissitudini perché gli altri le leggano. Non mi è piaciuto lo stile: a volte ripetitivo. Troppe frasi fatte o esagerazioni lessicali che risultano in contrasto con la vicenda narrata. La storia non va mai avanti: da subito si capisce cosa è successo, ma si continua a tornare indietro senza mai aggiungere nulla di nuovo. E poi, inspiegabilmente, la svolta: un servizio per la tv che decreta il successo e tutto cambia. Un po’ affrettato e semplice. Stucchevoli mi sono sembrati anche gli inserti del libro, sempre autobiografico, del padre.
Cinzia Morselli
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Difficile fare i conti con una gemella morta che anche in vita rappresentava un modello, Camilla cresce con il peso di “ non meritarsi di essere viva al posto suo”, convivendo con il dolore della perdita, e vive una esistenza da “vitel tonnè”. Attraverso la lista delle cose semplici che aveva stilato insieme alla gemella, Camilla riesce a riconoscere il dolore, ad affrontarlo e a trovare la strada per superarlo. La narrazione procede su differenti piani temporali e nel complesso la lettura risulta scorrevole e piacevole.
Marina Landi
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Il romanzo della Renati scava in una tragedia familiare: la morte della sorella gemella della protagonista, allora bambina, una tragedia che ha allontanato emotivamente la figlia sopravvissuta dai genitori per i troppi silenzi, per l’incapacità di comunicare realmente il dolore e condividerlo. La figlia che si è salvata ha creduto di essere quella sbagliata perché la meno amata e questo ha condizionato le sue scelte in campo sentimentale e professionale. La storia ha un suo sviluppo proprio nel lento sciogliersi dei nodi che avviluppavano la mente e il cuore della giovane. Un testo che si legge con piacere nonostante alcune criticità: le scelte formali, lo stile e l’intreccio risultano un po’ scontati, manca un guizzo, un’idea che non sia stata già formulata. A tratti lento e ripetitivo, il testo avrebbe avuto bisogno di più accurate revisioni prima di essere pubblicato.
Annamaria Barletta
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La protagonista racconta in prima persona il faticoso percorso affrontato con dignità per ritrovare se stessa e gli affetti familiari travolti dalla morte della sorellina gemella di 10 anni, avvenuta 20 anni prima. È una storia dai toni pacati, leggeri che affida ad un elenco di cose semplici la possibilità di non farsi annichilire dal dolore. Finalmente una lettura dall’esito positivo e rassicurante: anche se non è facile è possibile riconciliarsi con la vita.
Paola Caterina Celani
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La lista delle 10 cose semplici è il proposito di due sorelline gemelle che a 9 anni mettono per scritto i loro pensieri e i loro desiderata. Una vita felice a Tavullia, le piccole gioie, l’estate che passa guardata dal finestrino della Panda, i cappelletti crudi, 100 salti alla corda, ma un incidente, a cui non poteva opporsi nessun superpotere, rompe questa unità. Camilla Turati, giornalista in un’emittente della costa, in partenza per New York, racconta la trasformazione dal noi che erano, come gemelle, all’io, la difficoltà di essere lei e non l’altra, il suo rapporto con i genitori, ‘rimasti’ senza una figlia -perché non esiste un vocabolo a indicare la perdita di un figlio. La vita va avanti a fatica, alla ricerca del proprio spazio e della propria unicità. Il romanzo, autobiografico, è la storia di una riconciliazione con un grandissimo dolore.
Bernadetta Pazielli
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Nonostante il titolo, non è un libro semplice e, nonostante il tono "amichevole" con cui l’autrice si rivolge a noi, c’è molta amarezza, dolore, rabbia e tutto espresso in modo piano e lineare, sofferto. Molto femminile, ed è per questo che l’ho preferito all’altro testo: mi ci sono ritrovata nel linguaggio e nel nervosismo scostante dei pensieri, nelle insofferenze, nella difficoltà a perdonare se stessi e gli altri. Poi c’è l’aspetto del "doppio", di una gemella che si ritrova improvvisamente singola, priva per sempre di una parte di sé. La distanza da Oran Pamuk è abissale, ma l’argomento intriga ugualmente perché c’è sempre qualcosa, nella vita di ognuno di noi, che rappresenta il nostro specchio e se si spezza...altro che sette anni di guai!
Barbara Monteverdi
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È questo il romanzo che ho scelto, fra i due. Camilla, giornalista affermata, ha perso la gemella Sara in circostanze tragiche, quando entrambe avevano solo nove anni. Segue un’esistenza complicata per la protagonista, all’insegna dei perché, dei sensi di colpa, delle rimostranze nei confronti dei genitori, degli amori finiti male o mai decollati. Insomma: una vita a metà. Finché Camilla non ritrova, casualmente, una lista di "cose semplici" stilata da lei e dalla gemella Sara quand’erano ancora bambine. Cose semplici, appunto. Ma nessuna di queste pare averla sfiorata dopo la morte di Sara, e ancor meno si sono realizzate. Camilla imprime quindi una svolta alla sua "vita a metà", cercando finalmente di realizzarle. In parallelo, forse unica idea veramente originale di tutta la narrazione, il romanzo che il padre Walter scrive, forse per esorcizzare le sue paure e i suoi irrisolti, che verrà poi pubblicato, rivelando un importante segreto: la scelta di salvare Camilla, sacrificando così Sara. Un romanzo carino, godibile, una narrazione non sempre entusiasmante e fin troppo "colloquiale", una vicenda personale che offre qualche spunto di riflessione.
Nicoletta Romanelli
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Storia di due gemelle e di una tragedie che le separa, “La lista delle cose semplici” è un romanzo ispirato alla vera storia dell’autrice. È stato per me una facile lettura, un racconto con un preciso filo conduttore e nessuna nota stonata, né nella narrazione, né nel linguaggio. Quello mi ha lasciato alcune perplessità è che ho colto un’apparente superficialità, nonostante l’intensità dell’argomento trattato; che mi ha fatto pensare che per l’autrice sia stato necessario prendere le distanze dalla tragedia che ha segnato la sua famiglia. Comunque sia nessun dubbio sulla scelta fra i due romanzi!
Patrizia Ferragina
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Maria Basiricò
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Un’autobiografia sofferta, descritta con la maturità conquistata con gli anni. Protagoniste sono due gemelle – nella realtà erano la scrittrice e la sua gemella, anche se poi c’era anche la sorella più grande – che compilano una lista delle dieci cose più importanti da fare nella vita. Una lista che rispecchia chiaramente la genuinità di quell’età, tant’è che tra gli obiettivi c’è quello di arrivare a cento salti, dire la verità, baciare solo per vero amore. A “spezzare” però quella lista è la tragica scomparsa di Sara, evento che costringe Camilla a vivere senza la sua metà. Da adulta Camilla, che lavora come giornalista in una tv locale – e anche qui si trova un altro riferimento autobiografico, s’innamora, o meglio quasi si innamora di Andrea, che poi diventa il suo fidanzato, a cui però non concede mai davvero di entrare nella sua vita tantomeno nel suo cuore. Lo stesso succede con Tea, amica d’infanzia e collega, e i suoi stessi genitori: davanti a tutti Camilla costruisce un’armatura, una corazza capace di proteggerla da qualsiasi altro dolore, anche perché quello derivato dalla perdita di Sara ancora non è stato superato. E solo ripartendo da quella lista Camilla riesce a rinascere, comprendendo e metabolizzando quel lutto così forte che solo due gemelle possono provare.
Selvaggia Bovani
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Alessia Chierico
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Purtroppo tratta un tema a me molto caro e a cui sono molto sensibile, l’ho trovato faticoso a livello emotivo, sicuramente un libro forte e scritto bene, ma non il mio genere.
Chiara Gaudio
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Ivana Marassi
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Fiammetta Rossi Murino
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Roberto Rizzi
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Simone Satta
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Valeria Scotti
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Rossella Spina
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Carolina Zampini
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Luisa Zanetti