< La moda della vacanza. Luoghi e storie (1860-1939) di  Alessandro Martini, Maurizio Francesconi (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di LaModaDellaVacanza raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il tono del libro è divulgativo, l’argomento è interessante e coinvolgente. La lettura è scorrevole. L’apparato iconografico accompagna e contestualizza il racconto. Il taglio narrativo che lega viaggio e cultura rende il libro una piacevole esplorazione nelle storie del mondo.

Serena B.

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La moda della vacanza:
Chi ha inventato le vacanze? Cosa sono le vacanze, perché esistono le vacanze?
Certo, questo saggio sulle vacanze non è il libro ideale sulla spiaggia, ma nei cupi e grigi inverni può farci compagnia e accompagnarci più dotti e preparati al grande evento della stagione estiva: la moda della vacanza!

Domenico Marzaioli

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Un meraviglioso viaggio nel mondo dei viaggi, sia nel tempo sia nello spazio. La lettura ti immerge in un contesto di sfarzo, eleganza e grandi personaggi della storia, dove si può incontrare quell’ universo che numerose volte si trova descritto nei grandi romanzi del XIX-XX secolo.

Luca Benelli

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Lo scrittore britannico Evelyn Waugh rievoca così i suoi anni Venti e Trenta e la passione e naturalezza del viaggio. Analisi precisa e convincente delle modalità e località di villeggiatura con le singole attrattive. Viene descritta l’età d’oro del turismo, durante la quale le élite — prima l’aristocrazia, poi l’alta borghesia — costruisce canoni di gusto e dinamiche di relazione dirette a soddisfare aspettative del tutto nuove, nel rispetto di standard dell’epoca. Purtroppo il saggio, pur nella chiarezza espositiva, risulta un poco noioso.

Ilaria Agosta.

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L’oggetto di cui si occupa il saggio riguarda la consuetudine, in voga fin dall’Ottocento e che andò affermandosi in modo definitivo nel secolo successivo, beninteso per le classi sociali elitarie, di partire per la vacanza. Vi sono menzionati i personaggi, abituali frequentatori dei luoghi di accoglienza e soggiorno presi in considerazione, vale a dire principalmente teste coronate, non solo europee, ma anche musicisti, scrittori, attori, registi, artisti così come i primi miliardari, provenienti dall’altro continente, insomma il mondo esclusivo di coloro che potevano permettersi di trascorrere svariati mesi presso strutture nate specificamente con la funzione di garantire il massimo del confort agli ospiti di cotanto livello. Vi sono menzionate, in modo accurato, le località di villeggiatura e gli alberghi più rappresentativi di ciascuna, descrivendone lo stile, l’architettura, i decori, la storia; strutture che tutt’oggi rappresentano siti esclusivi di non facile accesso alla maggior parte dei comuni vacanzieri. Non mancano, inevitabilmente, interessanti episodi legati ai personaggi. La bibliografia è sterminata ancorchè incompleta, con un indice di nomi molto utile. Immancabile per quanti sono interessati a questo argomento.

Ludovico Capece

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Parla dei luoghi di vacanza dal 1860 alle soglie della WW2.
devo confessare che l’ho solo sfogliato, però mi sono letta attentamente la parte sul lido di Venezia: lo conosco bene, visto che si passo la mia estate. Non ho trovato interessante l’insieme di notizie storiche su chi quando e dove ha fatto qualcosa al lido.
Lo stesso vale per la parte sull’india: anche qui lo schema è lo stesso: come e quando è stato costruito un certo hotel di lusso, chi ci è andato e così via. Faccio fatica a immaginare quale tipo di lettore o lettrice possa fruire di un siffatto saggio: storico? architetto? studioso di costume? Non un generalista colto.
Belle le foto.

Chiara Levorato Rossi
Padova