* * *
Dopo un inizio stentato, il romanzo diventa via via più avvincente. La storia di una donna dimenticata nei secoli perché tutti ricordano solo Beatrice come musa ispiratrice del Sommo Poeta. Questo romanzo di fiction, ma con una base storica seria, restituisce visibilità a una donna rimasta sempre nell’ombra a crescere i suoi figli mentre il marito è costretto all’esilio. Esilio che la costringe a affrontare numerose difficoltà, comprese le avances del cugino. Interessanti anche le scelte linguistiche adottate dall’autrice.
Alessio Giavazzi
* * *
Una lettura piacevole, un romanzo in cui si apprendono la vita di Dante Alighieri (pur non essendone il protagonista), i costumi e le vicende dell’epoca da una prospettiva femminile, si incontrano i tanti personaggi della divina commedia.
Bianca Zaremba
* * *
Un bel libro che punta i riflettori su una figura per troppo tempo messa in ombra, Gemma Donati: questo romanzo le dà voce e ricorda a tutti i lettori la presenza di un’altra donna fondamentale nella vita di Dante
Francesca Febbraro
* * *
“LA MOGLIE DI DANTE” di Marina Marazza
“La moglie di Dante” è un romanzo storico. Lo si deduce già dal titolo perché il Dante di cui si parla è proprio lui, il “Sommo Poeta”, e la moglie è la sua vera moglie Gemma Donati.
Una scrittura avvincente perché troviamo tutti i nomi che abbiamo studiato a scuola, come Guido Cavalcanti, Brunetto Latini, Cecco Angiolieri, Giotto, Cimabue; ma anche sentito per altre vie, come Buoso Donati e Gianni Schicchi (la bella opera di Giacomo Puccini). Poi ritroviamo, ovviamente, anche i nomi presenti nella Divina Commedia: Beatrice Portinari, Farinata degli Uberti, il Conte Ugolino, Bonifacio VIII… insomma la Storia di Firenze a cavallo tra 1200 e 1300.
Si prova un gran piacere a leggere “La moglie di Dante”, un romanzo, sì, ma con i riferimenti storici espressi con competenza da Marina Marazza la quale, come ci spiega alla fine del romanzo, vuole “raccontare la vita vissuta più giusta possibile”. Il testo scorre che è una meraviglia, anche riadattato ad un italiano del ‘300 e non ci si spaventi delle 554 pagine, perché una tira l’altra con estrema facilità.
Marta Scazzola
* * *
molto dettagliato e minuzioso, i tempi di narrazione si dilungano ma per far posto a maggiori informazioni di carattere personale su personaggi che non conoscevamo come persone reali ma solo come protagonisti della letteratura.
Carina Holhos
* * *
Molto bello, interessante e nonostante sia un romanzo storico biografico affatto noioso o pesante.
Anna Politelli
* * *
Laura Guercio
* * *
Chi è stata Gemma Donati e cosa ha rappresentato nella vita privata e pubblica di Dante Alighieri? Cosa si sa di questa donna con la quale Dante ha condiviso gran parte della sua vita e, specialmente, cosa possiamo scoprire della vita straordinaria del massimo poeta italiano, dopo più di settecento anni, attraverso sua moglie e il suo sguardo innamorato?
Marina Marazza intende con il suo poderoso testo, dare una risposta esaustiva a questi interrogativi e non solo a questi. Vuole sì farci conoscere Gemma, donna e moglie dalla personalità notevole che ha saputo stare accanto al marito in momenti difficilissimi, ma al contempo, con l’occhio privilegiato dei protagonisti di quel tempo, offrirci una visione intima di Dante poeta e uomo in carne e ossa sullo sfondo di una Firenze devastata dalle guerre civili e dalle sanguinose battaglie tra fazioni rivali di un Medioevo feroce.
L’autrice ci racconta della parabola di Gemma e Dante che vivono, con le loro famiglie, un momento storico particolarmente turbolento. ”Ogni momento c’era un fatto di sangue, in città, per una rivalità politica, una faida, un malinteso, un interesse…” Le rivalità, prima tra Ghibellini e Guelfi e poi tra Guelfi neri e bianchi, le complesse questioni legate ai papi e all’imperatore Enrico VII - sul quale Dante aveva riposto tante speranze - segnano inevitabilmente la vita personale e coniugale di Gemma e Dante. A causa dell’esilio del poeta, essi sono costretti a rimanere separati per più di venti anni. Marazza, nel raccontarne le vicende a partire da una Gemma poco più che bambina fino alla sua morte, è attenta alla caratterizzazione di tutti i personaggi rivelandone personalità, virtù e debolezze. Gemma ha un carattere forte e determinato; è lei, e, una volta sposata, a costituire il perno della famiglia e il vero punto di riferimento per tutti. Quanto a Dante, egli emerge come un uomo del suo tempo, sì fine intellettuale ma anche pronto a prendere le armi, come nella battaglia di Campaldino. Entrambi, Gemma e Dante, sono vittime dell’odio tra le opposte fazioni che sfocia in una accusa ingiusta che condannerà Dante all’esilio fino alla morte. Durante tutti gli anni che trascorre lontana dal marito Gemma si fa carico della casa, dei figli e delle relazioni sociali non sempre semplici, determinata a mantenere la centralità della famiglia nella speranza di ritrovarsi con suo marito, cosa che avverrà alla vigilia della morte del poeta. Il romanzo è uno spaccato dell’epoca e si incontrano i personaggi protagonisti del periodo, tutti autentici, da Brunetto Latini a Guido Cavalcanti, a Giotto, a Corso Donati, ai Cerchi, ai cavalieri templari e le loro sfortunate sorti, per citarne solo alcuni, e, naturalmente a Beatrice Portinari.
L’autrice adopera la lingua con grande accuratezza sintattica e lessicale e in appendice dichiara la supervisione che è stata operata sul testo dalla Prof.ssa Frosini dell’Accademia della Crusca. L’appendice finale è a mio avviso estremamente interessante perché Marazza cita le sue due fonti principali, cioè le opere di Barbero e Santagata, cosa che ho apprezzato dal momento che, per scelta, l’autrice non fornisce una bibliografia alla fine del testo e così risolve, sciogliendoli, i nodi che possono diventare i limiti di un romanzo storico, genere che si muove sull’incerto crinale tra vero e verosimile. È pertanto meritevole, da parte di Marazza, avere chiarito alcuni passaggi che potevano destare delle perplessità, quali alcune apparenti incongruenze nelle date del contratto e del matrimonio tra Gemma e Dante che, alla luce degli studi recentissimi della storica Isabelle Chabot, e del sistema di indizioni usato dai notai sono state chiarite, o quando si legge di amori ancillari e di un probabile primo figlio, Giovanni. Marazza afferma che ha spostato nel tempo, per esigenze narrative, alcuni eventi, ma i fatti narrati sono tutti se non veri, verosimili e indica in una cronologia finale le date certe, documentali, e quelle dubbie per le quali ha operato una scelta più che legittima dal momento che si tratta di fiction.
In ultima analisi, la lettura è gradevole e l’impianto narrativo è solido. Probabilmente il romanzo, per evitare il rischio di ricordare, in alcune parti, alcune caratteristiche del feuilleton poteva dilungarsi meno in alcune parti, specialmente quelle descrittive.
Cinzia Marino
* * *
Il testo di Marina Marazza mi ha profondamente delusa. Una narrazione solo raramente viva e coinvolgente, che addormentata il ritmo narrativo molto spesso. Peccato davvero, vista la particolarità del tema e il singolare sguardo femminile che l’autrice tenta di mettere in luce.
Antonella Marzo
* * *
Anche il lavoro di Marina Marazza è molto bello, conduce il lettore a osservare il mondo dantesco da un punto di vista femminile, ma in alcune parti è lento e non travolge. Ci si aspettava, forse, maggior sentimento.
Giovanni Francesco Piccinno
* * *
Barbara De Maio
* * *
Deborah De Boit Firma
* * *
Donatella Pichinon
* * *
Libro molto interessante che offre una prospettiva diversa , la storia di Gemma moglie di Dante, una donna sconosciuta e quasi invisibile. Quello che viene fuori invece è questa figura femminile molto determinata, dal carattere forte, preoccupata per la sua famiglia è molto coraggiosa nell’affrontare tutte le problematiche che la vita le mette davanti. Ho molto apprezzato inoltre conoscere un Dante uomo con tutte le sue paure e i suoi dubbi attraverso gli occhi di sua moglie.
Giusi Bonanno
* * *
La mia sclera comunque va alla moglie di Dante, mi ha entusiasmato e colpito la descrizione di un Dante diverso dal sommo poeta che siamo abituati a conoscere studiando la divina commedia, qui e un ragazzo come tanti con i suoi pregi e difetti umano cavaliere.
Maria Laura Viscarelli
* * *
Loredana Frizzi
* * *
Maria Rosaria Papa
* * *
Elisa Gironi
* * *
Silvia Vantaggiato
* * *
Luigina De Santis
* * *
Rita Foresi
* * *
Maria Rosaria La Morgia
* * *
Rita Crisanti
* * *
Annamaria Ciarelli
* * *
Franca Pierdomenico
* * *
Lucia Garavaglia
* * *
La scrittrice narra la vita della moglie di Dante Gemma Donati, figura femminile passata in secondo piano, con una grande personalità che ricoprì un ruolo di rilievo nella complessa esistenza del più grande poeta di tutti i tempi.La moglie lo rappresenta come uomo, come marito, come politico; ce lo rende più umano, più vero. Dante era un ottimo cavaliere, uomo d’azione, irreprensibile da un punto di vista giuridico e morale, cacciato da Firenze con false accuse, vagò di corte in corte, ebbe poi la possibilità di rientrare a Firenze per due volte, pagando delle ammende e facendo pubblico pentimento, ma non accettò questo compromesso. Da questo ritratto viene fuori un Dante cocciuto, un po’ presuntuoso, che per non piegarsi ad una scusa pubblica costrinse i figli alla sua stessa onta: l’esilio, la condanna a morte, la pena pecuniaria. Gemma ha un carattere forte, focoso, con i capelli rosso fuoco e le idee chiare; fu proprio lei a prendere l’iniziativa con Dante, che dopo la morte di Beatrice si era rinchiuso, in preda ad una crisi mistica, in un monastero. Sola, senza denaro, con un marito esiliato, la gogna pubblica e una prole da sfamare, dimostra il suo carattere forte e determinato, riesce a farsi dare una sorta di rendita, convertita in grano, che le consente di produrre pane e scambiarlo con altri beni; perderà tutti i suoi figli, che al compimento del quattordicesimo anno di età dovranno raggiungere il padre. Pur amando il marito, subì il fascino di suo cugino, Corso Donati, antitesi di Dante, violento, irascibile, affascinante, seduttore, nei suoi confronti protettivo ed innamorato.
La scrittura accurata, scorrevole, con parole dal sapore medioevale ormai “desuete” ci rammenta come è bella e ricca la lingua italiana e ci catapulta in un’epoca densa di intrighi, agguati, faide, dove la Chiesa aveva un’ingerenza enorme.
Angela Furci
* * *
Il romanzo dà voce a Gemma Donati, moglie di Dante Alighieri. Di lei si
sa poco, lo stesso Dante non la nomina mai, ma a differenza di Beatrice
che per il poeta è un simbolo, Gemma è la donna reale con la quale ha
formato una famiglia e che con lui ha condiviso difficoltà e dolori. Il
suo non è stato un ruolo facile in un’epoca di contrasti e contese
sanguinose, ma coraggiosa e determinata ha cresciuto da sola i loro
figli.
L’autrice ci coinvolge nei pensieri di Gemma, ci fa intuire i
suoi sentimenti e le sue emozioni che ci rimandano un’immagine più reale
dello stesso Dante, non solo poeta e uomo politico, ma anche marito e
padre.
Ne emerge il ritratto di una moglie fedele ed innamorata e gli
eventi narrati con precisione storica coinvolgono e rendono partecipe
il lettore.
Luigia Sala
* * *
Un libro che mostra un interessante e davvero approfondito studio dell’epoca del Sommo ma che, nella lunghezza della storia, fa un po’ perdere l’interesse del lettore ad arrivare fino alla fine.
Anna Ciammaricone
* * *
Romanzo storico con finzioni letterarie che ci racconta Gemma Donati moglie di Dante Alighieri e donna amata da Corso Donati. Piacevole lettura, ci raffigura Gemma donna forte che riesce a vivere e mantenere i figli durante gli anni dell’esilio di Dante. Emerge la figura di Dante che si discosta dal sommo poeta studiato a scuole e si rivela essere narciso, pedante, ostinato ma onesto. Uomo del suo tempo che combatte per le sue idee. Sono descritti molto bene i luoghi e le lotte per il potere fra guelfi, ghibellini, bianchi e neri, imperatore e papa. Non mi ha convinto del tutto perché Gemma mi è sembrata una figura di donna troppo moderna. Si parla anche di sorellanza fra le donne ma non so se in quel periodo storico fosse realistico. Alla fine del romanzo quando si trovano le ultime terzine del Paradiso mi è sembrato strano che Gemma Donati chieda ai figli di “glossare” alcuni termini per farli comprendere ai lettori.
Maria Rosa Gambacorta
* * *
Manuela Miggiano
* * *
Romanzo superlativo. L’ho scelto come preferito perchè mi ha guidato la
curiosità per questa Gemma Donati che a scuola viene liquidata con nome e
cognome. Nel libro scopriamo con sgomento che Beatrice Dante nemmeno la
conosceva e questa povera Donati doveva convivere con il fantasma di
un’illusione. Possiamo definire "La moglie di Dante" la riscossa di
Gemma Donati! Bellissimo ritratti di un’epoca. Un registro linguistico
eccezionale, una narrativa avvincente che non ti abbandona. E una volta
arrivata alla fine è come lasciare degli amici che ti hanno tenuto
compagnia e che non vorresti abbandonare.
Marcella De Giorgi
* * *
Romanzo storico che parla di cambiamento e di libertà, di attaccamento alla propria terra e di giustizia attraverso una puntuale ricostruzione e descrizione della incredibile figura di Ciccilla capo brigantessa nell’Italia post unitaria. Lettura appassionante.
Lettura assolutamente consigliata.
Anna Rita Fiore
* * *
La storia di Maria Oliverio si intreccia mirabilmente con quella del nostro Risorgimento. Lei nasce in una famiglia poverissima, destinata a un lavoro che non è riscatto o autonomia, ma solo sfruttamento e oppressione, subisce le angherie della sorella maggiore che la odia, cerca nella scuola una via d’uscita e, quando ne viene respinta, trova una corrispondenza nella natura aspra e selvaggia della montagna. La storia travolge il suo mondo, con le promesse di giustizia sociale e di assegnazione delle terre ai contadini nel momento dell’avanzata di Garibaldi, con la crudele delusione del vecchio potere che cambia casacca e resta al suo posto. Così lei diventa Ciccilla, la prima e unica brigantessa a guidare una banda, prima per amore del marito Pietro, che pure non rinuncia a sfogare su di lei con violenza la sua rabbia e la sua frustrazione, poi perché non poteva fare altro. Italiana quando viene uccisa sulle sue montagne. La cosa migliore del romanzo è che non è mai didascalico, ma sa raccontare con una voce coerente e convincente.
Teresa Musca
* * *
E’ un libro coraggioso che racconta un periodo della storia italiana tra i meno diffusi nei libri di storia e soprattutto racconta una figura che forse gli storici si guardano bene dall’osservare da vicino e da rendere nota al grande pubblico: una donna che ha fatto la scelta di diventare brigante. È una donna che vive a stretto contatto con la natura e con gli ideali ad essa associati: soccombe alla violenza e spesso la usa per affermare la propria voglia di libertà. Anche qui la figura storica si intreccia con quella raccontata dallo scrittore e fa assolutamente venire voglia di approfondire un tema e un momento storico che potrebbero gettare una nuova luce sulla storia del meridione italiano.
Patrizia Palumbo
* * *
Una storia potentissima e struggente nella sua verità. La vita e la lotta di una donna straordinaria, forte e selvaggia come le sue montagne, come il bosco e gli animali con cui vive in simbiosi.
Un personaggio affascinante e una vicenda che mostra in una luce diversa il ruolo del Sud nell’Unità d’Italia, con i suoi sfortunati e coraggiosi eroi, puniti per aver osato sognare un mondo più giusto e generoso con i deboli.
L’autore ha realizzato un giusto equilibrio tra la narrazione delle vicende storiche, la denuncia sociale e l’approfondimento della psicologia dei personaggi.
Anna Gatto