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Troppo denso e poco scorrevole, non mi ha convinto.
Alessandro Musco
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La premessa doverosa è che non conosco il libro dell’Apocalisse e non sono cristiana praticante, perciò il mio giudizio è, per forza di cose, superficiale e non competente.
La lettura risulta molto impegnativa sia per l’impiego di termini desueti e non comuni, sia per il continuo rimando a studi precedenti di altri autori che spesso è ridondante.
D’altra parte la stessa lettura è arricchente proprio perché insegna vocaboli poco utilizzati ("teriomorfo", "eidetico"...) e associa termini che, nel parlare comune, non si sentono frequentemente ("incubo disvelatore", "spirito vivificante", "certezza di un finir peggio al quale replicare con la promessa di un finto meglio a venire"...).
Sicuramente è una lettura che si può consigliare a coloro che hanno già compiuto studi biblici. Non può certo essere considerato un manuale divulgativo. Piuttosto un approfondito testo di saggistica specifico.
Susanna Moggi
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Un testo erudito, difficile. Frutto di un lavoro imponente e appassionato dell’autore. Non poteva essere altrimenti trattandosi di un commento all’Apocalisse di Giovanni. Non mancano critiche sferzanti alla nostra società, alle Chiese Cristiane, all’idea travisata di progresso che alimenta le politiche mondiali. Pieno di riferimenti oltre che alla religione, all’astrologia, alla numerologia, alla fisica , alla matematica, all’alchimia ecc. , se ne ricava l’idea che davvero l’Apocalisse sia base non solo della cristianità, ma di tutta la cultura occidentale. Come dimostra l’influenza su letteratura ed arti visive fino ai nostri giorni.
Una lettura piacevole nelle biografie degli apocalittici: essenziali ed affascinanti. Di grande attualità: la pandemia, la guerra in Ucraina, il pericolo nucleare, ci riportano inevitabilmente alle catastrofi descritte nell’Apocalisse.
Infine tornando al saggio è innegabile che una volta letto affiori un senso di inquietudine e mistero, accompagnati tuttavia dai momenti di poesia e grazia che si respirano nel testo. Per un momento anche il lettore può appropriarsi del sentire apocalittico.
Antonio Schiavon
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Alvi è una vecchia conoscenza della casa editrice Adelphi e ha portato qualcosa delle sofisticate inclinazioni borghesiane della casa editrice milanese ai tipi di Marsilio.
Per quanto l’argomento sia impervio e il commento a tratti non meno convoluto del testo commentato, la lettura è in buona parte gradevole e non priva di sorprese per il lettore interessato. Indubbiamente resta un volume, se non per specialisti, certamente non indirizzata ad un pubblico generalista. Qualche dubbio circa l’oscurità, un po’ troppo spesso scambiata per profondità. Tuttavia eccezionalmente eclettico l’autore, eccezionalmente eclettica anche l’opera.
Eugenio Bernardi
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Ho trovato la lettura complicata, forse c’è la necessità di tradurre alcune frasi in greco, francese e tedesco per renderlo più scorrevole. Libro interessante ma non mi ha appassionato.
Enrico Monzini
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La necessità degli Apocalittici ha suscitato fin da subito il mio interesse per via dell’argomento, ma richiede una lettura molto più attenta e preparata e quindi risorse che io devo reperire con ulteriori approfondimenti. Trovo il tema e gli spunti molto affascinanti e sicuramente completerò la visione del testo.
Barbara Amali