< La notte padana di  Paolo Risi (LesFlaneurs)

Qui di seguito le recensioni di LaNottePadana raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Un incipit serio, come il paesaggio che fa da cornice al ritrovamento della quarta vittima del serial killer della Provincia Intermedia, una storia che sembra procedere verso il già visto e il già sentito nella cornice del degrado postindustriale della periferia del “Capoluogo”, “prospettive inappagate”, “nel ventre dell’hinterland avvertii sempre più stridente la spersonalizzazione di luoghi e contesti”.
La redazione di un giornale, La Notte Padana, la monotonia interrotta, quasi fosse l’unico e fatalistico coup de scene, dal fragoroso passaggio dei treni che evidenzia e sottolinea l’instabilità del tutto.
Greg Stefanoni, reporter di provincia, alla deriva in tutti gli ambiti di una vita che ha avuto momenti migliori, che affiorano qua e là come brandelli di un passato che mai sembra aprirsi ad un riscatto, psiche ingolfata, intaccata da colesterolo e grumi lipidici.
Un “perdente” nel senso proprio del participio presente del verbo perdere, colui che perde, che in un falso movimento, che per un attimo ci appare illusoriamente come un procedere verso un traguardo, ci saluta alla fine con un “Ora toccava a me sorprendere il mondo, con una fuga o un salto nel vuoto”.
È affidato a Frank Zappa l’umore della storia in cui ci si addentra: Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, il tuo insegnante, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti.
Greg ha a che fare con figure femminili, quelle maschili rientrano in tipologie già viste, ma quelle femminili sono forti, sono le attrici che ricorderemo, chiamate a essere il fulcro intorno a cui il protagonista ruota e ognuna con una statura eroica, ognuna che lotta contro un proprio demone e, in certo senso, lo vince; la mamma e la sua amica, la giornalista antagonista, l’altera e nostalgica suicida, la schiava del sesso riscattata.
L’autore è bravo, nelle descrizioni, in una aggettivazione ridondante e insolita, analogica a tratti, in un “coagulo semantico” che vuole apparire semplice ma non lo è.
Brecht all’improvviso, contrappunto importante, poi Lucio Anneo Seneca e il ricordo di Pavese de “La luna e i falò” nella contesa mai sopita tra partigiani e fascisti.
Un approccio sociologico, efficaci e malinconiche le descrizioni dei non-luoghi, urbani e non, e la descrizione espressionistica del materiale umano che li attraversa.
Una colonna sonora di alto livello accompagna il protagonista fino al Closing time di Tom Waits.

Antonietta Grassi

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Qualche difetto nella trama, ma nel complesso una bella storia, merito di una scrittura accurata e di una buona conoscenza del genere letterario di cui vuole far parte. Il protagonista è pienamente coerente con l’archetipo dell’eroe del giallo: pieno di ombre, irrisolto, continuamente sul bilico dell’abisso ma con una personale etica e guizzo mentale che lo innalzano su tutti. Ci sono troppe sottotrame e storie parallele che si sviluppano: tuttavia, l’atmosfera notturna, la descrizione della provincia grigia e opprimente, il dramma personale del protagonista (splendidamente rappresentato) rendono il romanzo un bel noir italiano, che turba al punto giusto per farti andare avanti con la lettura.

angela sirago

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La Notte Padana di Paolo Risi è per certi versi un romanzo indimenticabile. Continuo a chiedermi come sia un computer reso dormiente. Spento? In stop? Sogna? L’abuso sinonimico, il profluvio di orpelli, di aggettivi, hanno su di me un effetto anestetico. Mi distraggono. A pagina 96 ero ancora totalmente fuori dal testo. Ligio al dovere ho stretto i denti - un globulo che annaspa nel colesterolo - ma ho capitolato prima della metà. Non escludo, ovvio, che vi si possa celare una trama al diamante, o qualche profondità, né che siano innumerevoli gli amanti del genere. Ma, mi scuso, non fa per me.

Nicola Negrini

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Si fatica a entrare nell’atmosfera de "La Notte Padana". Il romanzo si sviluppa attorno alla figura del caporedattore Greg Stefanoni e del killer della Provincia Intermedia, ma la monotonia del contesto e le descrizioni ambientali sembrano a volte costituire un ostacolo per il lettore.

Valeria Puntillo

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La notte padana è un giallo che non decolla. Il romanzo inizia con un ottimo spunto: il ritrovamento di un cadavere riconducibile a un serial killer e il protagonista, Greg Stefanoni, caporedattore del quotidiano La Notte Padana, che viene incaricato di occuparsi delle indagini. Ma l’autore risulta eccessivamente verboso, si sofferma costantemente su descrizioni dettagliate e minuziose di luoghi e personaggi, tanto da far perdere il filo conduttore e il ritmo necessario a un romanzo noir.

Antonella Magliocchi